ABUSI IN UN MACELLO DEL CREMONESE, INTERROGAZIONE DELL’ON. BRAMBILLA

Se il ministro della Salute “abbia disposto controlli” sul macello industriale della Zema Srl a Cremona, “ed eventualmente con quale esito”, e “se non ritenga opportuno adottare iniziative normative per tutelare più efficacemente il benessere animale, prevedendo la chiusura immediata degli stabilimenti dove sono documentati e riscontrati abusi nei confronti degli animali”. Lo chiede in un’interrogazione l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’Ambiente, e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, riferendosi al video diffuso nei giorni scorsi dall’associazione Animal Equality Italia con raccapriccianti immagini di abusi sui maiali destinati al macello.

“L’azienda – premette l’interrogante – è stata inserita tra le eccellenze italiane dalla stampa nazionale, e certificata per l’export in Europa e verso Paesi terzi e aderisce ad Assica, che promuove le aziende di maggior qualità specializzate nella lavorazione della carne”. Tuttavia la realtà documentata dalle riprese è assai diversa dall’immagine pubblicitaria: “Maiali lasciati agonizzare fuori dai recinti o avviati al macello nonostante le loro pessime condizioni di salute, pungolati e percossi dagli operatori, un maialino sbattuto contro il muro e gettato tra gli scarti, suini storditi con metodi inefficaci e buttati coscienti sui nastri trasportatori, sgozzati e dissanguati a pochi metri dai propri simili che ne sentono le grida e la paura, due animali che tentano di scappare con la gola già recisa, altri cui vengono mutilati gli arti durante la fase di dissanguamento”. In molti casi, afferma lo speaker del video, tutte queste sofferenze vengono inflitte sotto gli occhi dei proprietari del macello.

Si tratterebbe quindi di gravi e sistematiche violazioni delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1099/2009 sulle cautele da adottare durante la macellazione o l’abbattimento degli animali, in particolare per ciò che concerne le procedure di stordimento, i dispositivi di immobilizzazione e di stordimento, il maneggiamento e le operazioni di immobilizzazione. Di qui la richiesta di effettuare controlli, irrogare le opportune sanzioni e rafforzare le norme a tutela del benessere animale. “Abusi come quelli documentati, a danno di animali intelligenti e sensibili – sottolinea l’ex ministro – sono ripugnanti, inaccettabili e indegni di un paese civile, indipendentemente dall’opinione che ciascuno può avere sul consumo di carne”.

L’on. Brambilla ha presentato nel 2019 una proposta di legge per la protezione dei suini e una sull’obbligo di videosorveglianza nei macelli e negli allevamenti industriali. “In Italia – ricorda l’ex ministro – i maiali sono allevati al 99 per cento con metodi intensivi. Ciò nonostante, ai problemi, etici e igienici, posti da questi allevamenti la politica nazionale non dà risposte, mentre il Parlamento europeo, con il voto di pochi giorni fa, ha espresso la volontà di mettere al bando le gabbie. Il mio progetto di legge sulla protezione dei suini (AC 2285) contiene proposte concrete: il divieto di allevare in gabbia le scrofe gravide e in allattamento, di praticare la castrazione chirurgica dei suinetti, di effettuare interventi di mozzamento di una parte della coda e di riduzione degli incisivi dei lattonzoli e delle zanne dei verri se non effettuati da un medico veterinario, con anestesia e somministrazione prolungata di analgesici”.

Il testo stabilisce inoltre che i controlli annuali sul rispetto delle norme non riguardino “un campione statisticamente rappresentativo dei vari sistemi di allevamento”, come previsto attualmente, ma coinvolgano almeno “il 70 per cento dei suini allevati”.

[Dida. L’on. Brambilla di fronte a Montecitorio con la maialina Dior per la presentazione di due proposte di legge a sua firma, una per la protezione dei suini, l’altra sull’obbligo di videosorveglianza nei macelli e negli allevamenti industriali]