Credits C.C. Ortigia 1928

TELIMAR PALERMO – C.C. ORTIGIA 1928 6-14 (3-3, 1-3, 1-4, 1-4)

Telimar Palermo: Jurisic, Del Basso 1, Vitale, Di Patti, Giorgetti, Hooper 1, Giliberti, Pericas 2, Lo Cascio (Cap), Occhione 1, Lo Dico, Irving 1, Washburn. Allenatore: Marco Baldineti

C.C. Ortigia 1928: Tempesti, F. Cassia 1, Carnesecchi 1, A. Condemi 3, Di Luciano 1, Velkic, Ferrero 4, Giribaldi, F. Condemi, Rossi 1, Vidovic 2, Napolitano (Cap) 1, Ruggiero. Allenatore: Stefano Piccardo

Arbitri: Daniele Bianco (Genova) e Marco Ercoli (Fermo)

Superiorità numeriche: TEL: 4/17 +2 rig; ORT 7/17 + 2 rig.
Espulsioni definitive: Del Basso (T) per condotta violenta nel 1° tempo; Giliberti (T) per proteste nel 4° tempo; F. Condemi (O) per brutalità nel 4° tempo; Giribaldi (O) nel terzo tempo, Vitale (T), Di Patti (T), Lo Dico (T), Rossi (O), Carnesecchi (O) nel quarto tempo per limite di falli.

Una finale senza storia, con un’Ortigia devastante, che strapazza il Telimar e chiude la serie sul 2-0, conquistando il terzo posto in Serie A1 e la qualificazione in Champions League. Dopo la netta vittoria in gara 1, i biancoverdi si ripetono e anzi allargano il divario. L’Ortigia la costruisce nei due tempi finali, ma già nella prima metà gioca comunque bene e riesce sempre, con pazienza e lucidità, a rispondere alla foga dei padroni di casa. Dopo il vantaggio palermitano di Del Basso, Ferrero (su rigore) e Andrea Condemi (in superiorità) ribaltano il punteggio. La gara è viva ed equilibrata, con continui capovolgimenti di fronte. Occhione pareggia, poi Del Basso prende il rosso per un colpo violento e, sull’azione successiva, Vidovic concretizza l’uomo in più. Il Telimar non molla e, a 44 secondi dal termine, pareggia con Irving in superiorità. Il secondo tempo inizia bene per i padroni di casa, ma l’Ortigia è paziente, non cade nel rischio della bagarre e pensa a giocare come sa. Cassia, Vidovic e Andrea Condemi costruiscono un parziale che fissa il risultato sul 6-4 per i biancoverdi a metà gara. Nel terzo tempo, dopo il -1 di Pericas, l’Ortigia sale in cattedra e inizia a diventare devastante, con un Tempesti monumentale, che sembra quasi sadico nel parare tutto, incluso un rigore a Hooper. I biancoverdi calano il poker con Di Luciano, Rossi, Ferrero e Andrea Condemi, centrando la fuga decisiva. Negli ultimi 8 minuti, il Telimar si arrende, Tempesti para un altro rigore, questa volta a Irving, e l’Ortigia dilaga con Napolitano, Carnesecchi e la doppietta di Ferrero. Finisce 14-6, una dimostrazione di forza importante. A fine partita esplode la gioia di un gruppo straordinario, che chiude al meglio un’annata storica.

Nel dopo partita, torna a parlare coach Stefano Piccardo, condottiero che ha magistralmente guidato questa squadra, compattandola e riuscendo a farle superare i tanti ostacoli di questa stagione: “Abbiamo preso piena consapevolezza della nostra forza nella partita di Coppa Italia, ma la vera molla è scattata quando siamo usciti dall’Euro Cup. In quel momento ci siamo messi in testa che dovevamo arrivare terzi, che bisognava provare ad arrivare in Champions, perché volevamo rigiocarla. Lì i miei giocatori mentalmente hanno fatto un passaggio avanti e, sulle ali della Coppa Italia, la squadra ha continuato a prendere fiducia, a spingere, a migliorare. Ci sono ragazzi che sono migliorati in maniera esponenziale nel corso della stagione. Questi risultati non arrivano mai per caso. Sono frutto del lavoro, del sacrificio, dell’abnegazione. Il merito è di questi ragazzi, che vanno solo ringraziati. Io dedico questo risultato a mia moglie. E a mia madre, che non c’è più e che domani avrebbe compiuto il compleanno”.


Grande protagonista della serata (e della stagione), è stato il leggendario portiere
Stefano Tempesti, che non trattiene l’entusiasmo e che fa due dediche speciali: “Questo è un risultato incredibile, che vale come uno scudetto. Quattro anni fa sono arrivato qua e ho detto che volevo raggiungere la finale contro la Pro Recco. Purtroppo ancora non ci siamo riusciti, ma quello che abbiamo fatto quest’anno vale come una finale scudetto, per come ci siamo arrivati, per l’annus horribilis che abbiamo passato. Voglio fare due dediche in particolare. Una alla mia famiglia, che è venuta fin qua a Palermo a vedermi dalla tribuna: Elisabetta, Ale, Adele sono stati la mia arma segreta in questa partita. E poi una dedica la voglio fare al mio mister, Piccardo, perché è stato eccezionale per come ha gestito la partita, per come ha saputo gestire gli spostamenti, calibrare gli allenamenti e tenere la squadra unita nei momenti di difficoltà. Se ci fosse un premio per l’allenatore dell’anno, lo vincerebbe a mani basse, perché nemmeno il migliore allenatore della migliore nazionale del mondo avrebbe saputo gestire un’annata così in questa maniera. Merita una dedica”.

Sul futuro di questa squadra, il portiere ritiene ci sia tempo per pensarci e scappa via con una battuta: “Vedremo la struttura che avrà la squadra il prossimo anno e da lì partiremo a lavorare con la solita serietà. Per il futuro c’è tempo, intanto godiamoci questa vittoria. Anche perché ora devo scappare, perché devo ricomprare il pallone che ho lanciato in tribuna per festeggiare…”.