Da 20th Century Studios arriva The King’s Man – Le Origini, il prequel dei primi due film del franchise di Kingsman diretti da Matthew Vaughn: Kingsman – Secret Service e Kingsman – Il Cerchio d’Oro.

The King’s Man – Le Origini rivela le origini della prima agenzia di intelligence indipendente: quando i peggiori tiranni e menti criminali della storia si riuniscono per organizzare una guerra per spazzare via milioni di vite, un uomo dovrà correre contro il tempo per fermarli.

The King’s Man – Le Origini è diretto da Matthew Vaughn (Kingsman – Secret Service, Kingsman – Il Cerchio d’Oro, Kick-Ass) e interpretato da Ralph Fiennes (Spectre, Grand Budapest Hotel), Gemma Arterton (Summerland, The Escape), Rhys Ifans (Snowden, Alice Attraverso lo Specchio), Matthew Goode (Downton Abbey, Official Secrets – Segreto di stato), Tom Hollander (Bird Box, Bohemian Rhapsody), Harris Dickinson (Maleficent – Signora del Male, Darkest Minds) e Daniel Brühl (Rush, La signora dello zoo di Varsavia), con Djimon Hounsou (Captain Marvel, In America – Il sogno che non c’era) e Charles Dance (The Crown, Il Trono di Spade).

The King’s Man – Le Origini è prodotto da Matthew Vaughn, p.g.a. e dagli altri due produttori della saga di Kingsman, David Reid, p.g.a. e Adam Bohling, p.g.a., mentre Mark Millar, Dave Gibbons, Stephen Marks, Claudia Vaughn e Ralph Fiennes sono i produttori esecutivi.

The King’s Man – Le Origini è basato sul fumetto The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons, mentre il soggetto è di Matthew Vaughn e la sceneggiatura è firmata da Matthew Vaughn & Karl Gajdusek (The November Man, Oblivion).

Il regista Matthew Vaughn ha assemblato un’impressionante squadra di filmmaker per portare sul grande schermo The King’s Man – Le Origini: il direttore della fotografia Ben Davis (Dumbo, Captain Marvel); lo scenografo Darren Gilford (Star Wars: Il Risveglio della Forza, Kingsman – Il Cerchio d’Oro); la costumista Michele Clapton (Mamma Mia! Ci risiamo, Il Trono di Spade); i montatori Jason Ballantine (It, Mad Max: Fury Road) e Rob Hall (Final Score – L’ultima partita, Bobby); i compositori Matthew Margeson (Rocketman, Kingsman – Il Cerchio d’Oro) & Dominic Lewis (Peter Rabbit, Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween); e il VFX supervisor Angus Bickerton (Kingsman – Il Cerchio d’Oro, Monuments Men).

SVELARE LE ORIGINI DELLA KINGSMAN

Nel 2014 Kingsman – Secret Service ci aveva fatto conoscere Harry Hart, un’affabile spia gentiluomo, e Gary “Eggsy” Unwin, un ragazzo dei bassifondi che aveva disperatamente bisogno di una figura paterna. Harry aveva reclutato Eggsy, insegnandogli a diventare una spia e un gentleman, e insieme ai loro colleghi dell’agenzia Kingsman, i due avevano sconfitto il malvagio miliardario e genio della tecnologia Richmond Valentine. Nel sequel del 2017 Kingsman – Il Cerchio d’Oro, abbiamo incontrato la controparte americana dell’agenzia, la Statesman, mentre l’antagonista di turno era l’imprenditrice e narcotrafficante Poppy Adams.

Ma in questo nuovo capitolo, The King’s Man – Le Origini, la storia ha inizio più di un secolo prima e si svolge nell’ombra della Prima Guerra Mondiale, spiegandoci i motivi che portarono alla nascita dell’agenzia Kingsman.

“Volevo fare qualcosa di diverso”, afferma il regista-sceneggiatore-produttore Matthew Vaughn. “Volevo realizzare un’avventura spettacolare ed epica. Quando ero bambino, i cinema erano pieni di film come Lawrence d’Arabia, che erano epici senza essere mai noiosi. Ho pensato di rilanciare quel genere. Volevo togliermi questa soddisfazione”.

Fondamentalmente questo significava che il tono avrebbe dovuto cambiare, come spiega Karl Gajdusek, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Vaughn: “Ci siamo rapidamente resi conto che avremmo dovuto scrivere un film con un tono diverso dai primi due, con un tono tutto suo. È uno straordinario mix tra una versione scandalosa, punk e tagliente della storia, e un’esplorazione piuttosto seria e commovente della quantità di morte che fu scatenata dalla Prima Guerra Mondiale”.

Gajdusek afferma che, affinché questo approccio funzionasse a dovere, l’attenzione ai dettagli era fondamentale. “Le date sono tutte esatte, gli eventi sono fedeli a quelli reali, abbiamo dato credito a tutti i dettagli storici. Ci limitiamo semplicemente a suggerire che ciò che raccontiamo nel nostro film sia avvenuto dietro le quinte, all’interno di stanze nascoste”, afferma lo sceneggiatore.

Daniel Brühl, che nel film interpreta un personaggio realmente esistito, Erik Jan Hanussen, crede che questo lungometraggio abbia anche un elemento educativo. “Sì, è un film d’azione molto divertente, pieno di comicità e con tutti gli elementi tipici del genere, ma allo stesso tempo è anche una lezione di storia molto godibile”, commenta l’attore. “Anche se la storia è stata reinventata, i conflitti sono reali e alcuni dei personaggi che vediamo sono realmente esistiti: questo è davvero intrigante, perché permette di imparare qualcosa o riporta alla mente un capitolo storico particolare”.

Brühl aggiunge: “Sono rimasto a bocca aperta leggendo la sceneggiatura. Volevo assolutamente sapere cosa sarebbe successo. Mi ha riportato alla mente il periodo in cui ho girato Bastardi senza gloria con Quentin Tarantino. Da questo punto di vista è piuttosto simile: reinventa la storia e unisce personaggi fittizi e altri realmente esistiti (e affascinanti), combinandoli tra loro in modo perfettamente sensato”.

Se il film di Tarantino riscriveva alcuni elementi della Seconda Guerra Mondiale, quello di Vaughn affronta invece la Prima Guerra Mondiale. “Da quello che vedo, Matthew non ha paura di mostrare gli orrori di quegli eventi”, rivela Ralph Fiennes, che interpreta il Duca di Oxford. “L’orrore, lo scioccante spreco di vite umane e i massacri sono un tema molto importante nel film. Potremmo dire che questo Kingsman ha un lato più serioso. Ma conserva comunque tutti gli elementi di Kingsman che conosciamo: umorismo, azione e avventura”.

L’ispirazione è arrivata anche dal primo film di Kingsman, come spiega Vaughn: “Il discorso che Harry Hart pronuncia di fronte a Eggsy quando si trovano nell’ascensore spiega in un certo senso le origini della Kingsman. Ricordo che ho preso in mano una vecchia stesura della sceneggiatura, ho riletto il discorso e ho pensato ‘Come posso realizzare un film su quel discorso?’. E in quel momento mi è venuto in mente. Ho visto tutto il film nella mia testa e poi ho scritto il soggetto”.

Fiennes afferma che il monologo di Harry Hart influenza alcune parole pronunciate dal suo personaggio: “Ho un monologo che richiama direttamente il discorso pronunciato da Harry Hart nel primo film. È incentrato sull’idea di proteggere e preservare la vita. La Kingsman è un’agenzia di intelligence indipendente ideata per eliminare la burocrazia delle agenzie di spionaggio governative e favorire princìpi come la pace e l’umanità. È stata creata per questo. Ricorda le leggende arturiane sui cavalieri che combattevano contro il male e le ingiustizie”.

Per quanto riguarda la trama, Gajdusek la descrive come “la storia di un padre che ha fatto un voto di pacifismo e sta cercando di proteggere suo figlio da quella follia, iniziando a sospettare che forse quella follia non è casuale, ma è manovrata da una forza oscura”.

Tom Hollander, che interpreta tre ruoli nel film, parla degli antagonisti della storia: “Il pericolo proviene da un’asse del male creato da molte figure storiche che probabilmente non erano collegate, ma lo sono in questa storia. Mata Hari, Rasputin ed Erik si conoscono e fanno parte di una sorta di congrega di malvagità creata da un personaggio fittizio noto come il Pastore. E il Pastore ha l’obiettivo di distruggere le società che governano l’Europa”.

Vaughn approfondisce un altro elemento di The King’s Man – Le Origini affermando: “Giochiamo molto sul contrasto fra gli aristocratici e i loro servitori, come nella vecchia serie televisiva Su e giù per le scale. Il personaggio di Ralph, Oxford, non è uno snob e ha capito che il modo migliore per creare una rete di spie è servirsi di maggiordomi, chauffeur, tate e cameriere: all’epoca quando si trovavano in una stanza venivano ignorati, quindi potevano sentire qualsiasi cosa”.

Vaughn è convinto che The King’s Man – Le Origini sia un film in costume capace di parlare agli spettatori moderni. “Voglio che i ragazzi si rendano conto che, quando il mondo è governato da un gruppo di pazzi, le cose possono andare fuori controllo molto velocemente”, afferma Vaughn. “E ci troviamo in un clima politico molto simile a quello antecedente alla Prima Guerra Mondiale, in cui nessuno credeva che potesse esserci una guerra, poi ci fu una guerra, e nessuno capì come mai. La Prima Guerra Mondiale fu una vera follia e la Kingsman venne fondata proprio per questo”.

I PERSONAGGI

The King’s Man – Le Origini presenta una lista di attori e attrici di talento che danno profondità, credibilità, umorismo e sensibilità ai loro ruoli.

Harris Dickinson interpreta il giovane protagonista del film, Conrad Oxford, e lo sceneggiatore-regista-produttore Matthew Vaughn afferma di essersi reso conto immediatamente di aver trovato la persona perfetta per il ruolo. “Per scegliere i miei attori mi baso soltanto su ciò che vedo e lui mi ha lasciato a bocca aperta. L’ho scelto dopo circa 10 minuti”, afferma Vaughn.

Parlando del suo personaggio, Dickinson afferma: “Conrad ha 17 anni. È giovane, coraggioso e aristocratico. Suo padre è il Duca di Oxford, quindi Conrad vive con lui da sempre, conducendo lo stile di vita pomposo e rigido tipico dell’alta società. Quando lo incontriamo, è molto ingenuo e non sa nulla del mondo reale”.

Ma come spiega Dickinson, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo cambia, conducendo il suo personaggio nell’età adulta. “È un aspirante soldato che vuole conoscere il mondo e vivere certe esperienze in prima persona”, afferma Dickinson. “È stato sempre trattenuto a casa sotto stretta protezione: si sente intrappolato dalle regole e dal pacifismo di suo padre. Poi nella storia c’è un punto di svolta, in cui Conrad parte e va in guerra contro il volere paterno”.

Vaughn afferma che l’abilità mostrata da Dickinson nel rendere Conrad un personaggio in cui il pubblico potesse identificarsi era fondamentale per far funzionare le scene di guerra. “La mia paura per il ruolo era questa: i nostri protagonisti sono il figlio di un duca e il figlio di un marchese, e non sapevo se il pubblico volesse vedere un film incentrato su due persone così altolocate. Ho sempre pensato che James Bond funzionasse perché Connery lo aveva reso più tagliente e realistico. Credo che se avessero scelto David Niven o qualche altro attore noto per la sua eleganza, il pubblico non si sarebbe identificato con Bond. Harris aveva proprio quello di cui avevo bisogno, quel fascino. È perfetto”.

Ralph Fiennes interpreta il padre di Conrad, Orlando Oxford, il Duca di Oxford. Fiennes lo descrive come un personaggio “estremamente aristocratico” e devoto a suo figlio. “Oxford è un pacifista e il pubblico scoprirà il motivo di questa scelta cinque minuti dopo l’inizio del film”, spiega Fiennes. “Il contesto è quello appena precedente alla Prima Guerra Mondiale e direi che il rapporto più importante all’interno del film è quello tra Oxford e suo figlio, che vuole dimostrare di essere un ragazzo coraggioso andando in guerra. Oxford è profondamente riluttante a vederlo partire per la guerra”.

Il co-sceneggiatore Karl Gajdusek descrive Oxford come un uomo molto combattuto. “Ha fatto un voto filosofico nei confronti del pacifismo”, rimarca Gajdusek. “Tuttavia, gli eventi che avvengono nella sua vita sembrano spingerlo nella direzione opposta. È un uomo combattuto tra la violenza e il pacifismo, tra il desiderio di proteggere suo figlio e il bisogno di lasciarlo andare. Questa è la sua essenza”.

Fiennes afferma di conoscere molto bene il tipo di personaggio che Vaughn e Gajdusek avevano ideato. “Credo di aver incontrato diverse persone simili al Duca di Oxford”, commenta Fiennes. “Un tipo di uomo inglese che non esiste più, con princìpi cavallereschi. Ma apprezzo anche il fatto che, in questo periodo storico in cui siamo tutti molto suscettibili sui rapporti di classe e sulle condizioni sociali, Matthew non abbia avuto paura di mostrare il lato aristocratico del mio personaggio. Oxford è stato allevato in un certo modo e incarna princìpi come il coraggio, l’onore, la gentilezza e la capacità di mettersi al servizio del prossimo: la condotta comportamentale degli aristocratici. Quindi è un uomo perbene. Una brava persona”.

Riguardo alla scelta di Fiennes per il ruolo dell’eroe, Vaughn commenta: “Quando scrivo le mie sceneggiature, ho sempre determinati attori in mente. E in questo caso avevo pensato a Ralph. Ho sempre pensato che Ralph sarebbe stato un Bond fantastico per molte ragioni. E quando ho incontrato Ralph è stato buffo, perché stranamente era già molto simile a un Kingsman: è un uomo incredibilmente serio che però non si prende sul serio, e ha un umorismo davvero impertinente. Quell’umorismo è sempre nascosto da idee molto serie. Ed è stato davvero delizioso lavorare con lui”.

Il Duca però non lavora da solo, come spiega Fiennes: “Ha una fantastica guardia del corpo di nome Shola, che è anche il suo braccio destro. È interpretato da Djimon Hounsou. E poi ha una governante di nome Polly, interpretata da Gemma Arterton. È una sorta di tata, ma è la donna di casa. Lavora per me, ma fin dal primo momento capiamo che non ha assolutamente un atteggiamento servile. È sempre pronta a parlare con franchezza e io voglio che lo faccia anche se a volte mi fa arrabbiare. Voglio che sia onesta. Quindi è una famiglia composta da persone molto forti, con coraggio e integrità”.

Arterton descrive Polly come una vera e propria capofamiglia. “È la tata di Conrad, quindi si è presa cura di lui”, afferma Arterton. “Ma in un certo senso comanda tutti, persino Oxford. È molto tosta. Non le piace farsi prendere in giro. È la persona più furba nella stanza. È molto, molto intelligente, ma anche molto divertente e ama fare battute. E dato che è un membro della servitù, proviene da un contesto sociale diverso. Fa parte della classe operaia, quindi non è snob. Nel film ci sono tanti gentleman e membri dell’alta società, mentre lei è un po’ più pratica”.

Come parte della sua preparazione, Arterton ha deciso che il suo personaggio avrebbe dovuto provenire dall’Inghilterra settentrionale. “Abbiamo deciso che l’accento perfetto per lei era quello di Harrogate, perché è una versione un po’ meno pesante dell’accento dello Yorkshire”, sottolinea Arterton. “Ma è comunque piuttosto robusto. Volevamo che avesse un suono fedele al periodo storico, ma mi piace anche perché la rende un po’ più sfacciata. Parla in modo completamente diverso rispetto a tutti gli altri personaggi del film. È un accento sfacciato e vivace”.

E come quasi tutti gli altri personaggi di The King’s Man – Le Origini, Polly è piena di sorprese. Arterton la definisce “una versione rock’n’roll di Mary Poppins”, mentre Gajdusek la descrive come “una tata tiratrice scelta”, e spiega: “Di fronte al resto del mondo si comporta in un certo modo, ma quando le porte sono chiuse o si ritrova con una pistola in mano, è completamente diversa”.
Vaughn aggiunge: “Gemma è un’attrice incredibile. È divertentissima, è in grado di parlare con qualsiasi accento ed è bravissima nelle scene d’azione. È il pacchetto completo. Quindi siamo stati estremamente fortunati che abbia accettato di interpretare questo ruolo”.
In casa, la controparte di Polly è Shola, interpretato dal già menzionato Djimon Hounsou. “La mia idea è che in passato Orlando sia stato mandato in missione in Africa e abbia incontrato Shola”, spiega Vaughn. “Orlando ha capito che quello che gli inglesi stavano facendo in Africa era sbagliato, quindi è tornato in Inghilterra con Shola, che è finito a lavorare per lui. Sono diventati ottimi amici. La famiglia di Oxford è composta da Conrad, Shola e Polly, e sebbene di fronte al mondo fingano di essere due aristocratici con i loro servitori, in realtà formano una famiglia molto unita”.

“Proviene da varie parti dell’Africa”, afferma. “Shola sembra provenire da una colonia francese come il Senegal, ma allo stesso tempo ha anche alcune caratteristiche dell’Africa orientale. È ovviamente un uomo molto regale. Un uomo di grande integrità, che sembra provenire da una tribù di guerrieri”.

Hounsou descrive Shola come un factotum, definendolo un custode, un servitore e un guerriero sempre pronto a combattere, oltre che un guardiano che ha stretto un legame molto profondo con Conrad.

Una grande storia d’avventura ha bisogno di un grande antagonista, e nel caso di The King’s Man – Le Origini quell’antagonista è Rasputin, interpretato da Rhys Ifans. “Rasputin è ovviamente una figura storica, che viveva alla corte dello zar e della zarina di Russia”, spiega Ifans. “È un mistico e un sacerdote, anche se il vero Rasputin non fu ordinato ufficialmente dalla Chiesa Ortodossa. Credo che utilizzi la cristianità e la Chiesa come una specie di travestimento, ma nel profondo è un pagano”.
“È stato un piacere lavorare con Rhys, perché è ossessionato da Rasputin da tutta la vita”, afferma Vaughn. “Quando ci siamo messi alla ricerca di un attore per il ruolo, sono stato informato del fatto che Rhys aveva sempre voluto interpretare Rasputin. Apprezzo molto la passione e l’entusiasmo, e credo che ce ne sia bisogno in questo settore. Quindi ho incontrato Rhys e siamo andati subito d’accordo. È incredibilmente intelligente e concentrato. Non avrei potuto creare un cattivo migliore di Rasputin: abbiamo semplicemente imitato il vero Rasputin”.

Gajdusek si trova d’accordo nell’affermare che Ifans era nato per interpretare il “monaco folle”. “È incredibilmente magnetico e questa era la caratteristica principale del vero Rasputin”, afferma Gajdusek. “Si racconta che, quando Rasputin entrava in una stanza, nessuno riuscisse a togliergli gli occhi di dosso. Anche se era una specie di monaco folle e maleodorante, tutti erano attratti da lui. Rhys ha un’energia simile. I due si fondono fino a diventare un solo personaggio. È meraviglioso”.

Lo stesso Ifans definisce il personaggio “il ruolo dei suoi sogni” per via del magnetismo di Rasputin, oltre che della sua infamia. “È una figura davvero misteriosa e potente, e anche se gli eventi storici che lo riguardano sono ben documentati, gran parte della sua vita è ancora avvolta nel mistero”, afferma Ifans. “Di conseguenza le persone hanno elaborato molte ipotesi folli su Rasputin. Riveste un ruolo molto importante non soltanto nella cultura russa, ma in quella di tutto il mondo. In un certo senso fu la prima rockstar rinnegata. C’era anche qualcosa di Charles Manson in lui: proprio come lui, era un ciarlatano mistico che ipnotizzò e sedusse un’intera generazione”.

La scelta di casting più audace di The King’s Man – Le Origini riguarda un singolo attore che interpreta molteplici ruoli. Tom Hollander interpreta tre cugini: re Giorgio, lo zar di Russia e il kaiser di Germania.

“Quando è arrivato il momento di scegliere degli attori per interpretare il Re, il Kaiser e lo Zar”, afferma Vaughn, “ho svolto delle ricerche e ho trovato delle fotografie. Guardandole, è letteralmente impossibile distinguere il Re dallo Zar. Poi ho letto che spesso, per scherzo, si scambiavano le uniformi e nessuno si rendeva conto che il Re era in realtà lo Zar e viceversa. Ci sono fotografie in cui indossano le uniformi sbagliate e nessuno se ne rendeva conto, finché poi loro stessi non lo ammettevano: pensavano che fosse molto divertente. Questo è un sunto perfetto della follia di quell’epoca, in cui tutta l’Europa era governata da un gruppo di cugini”.
Proseguendo, Vaughn spiega: “Quindi ci chiedevamo come avremmo fatto a trovare tre attori che si somigliavano. Sapevo che Tom era un ottimo attore e sapevo che poteva interpretare tutti e tre i ruoli. Non mi sembrava un semplice stratagemma, perché è storicamente documentato che si somigliassero moltissimo, quasi come dei gemelli. Tom è molto coerente con lo stile Kingsman e sa apparire serio e divertente nello stesso momento. Quindi è stato un’aggiunta molto gradita”.

Hollander afferma di aver compreso subito il lato divertente di questo approccio: “Matthew Vaughn ha avuto un’idea molto intelligente, perché come sappiamo tutte le famiglie reali erano imparentate e la guerra scoppiò proprio per questo. A causa delle loro alleanze e delle loro rivalità. E questi tre personaggi erano cugini, quindi è molto divertente farli interpretare dalla stessa persona. Due di loro, ovvero Giorgio e Nicola, erano molto simili. Quindi è il Kaiser ad avere un aspetto diverso. E in questa versione, il Kaiser è un po’ come un fratello maggiore che li bullizza”.

Parlando di un argomento più serio, Gajdusek aggiunge: “Il film riesce perfettamente a individuare le radici del conflitto nelle rivalità infantili fra queste tre persone. In un certo senso, quei personaggi incarnano la futilità della Prima Guerra Mondiale. Se l’invidia fra tre cugini è in grado di scatenare una tale carneficina, e se quei tre cugini sono interpretati da un singolo attore, questo crea una schizofrenia molto triste che al tempo stesso è davvero meravigliosa. Credo che gli spettatori rimarranno sorpresi, non soltanto dalle differenze molto buffe fra queste tre interpretazioni, ma anche dal messaggio malinconico nascosto in questa scelta di casting”.

Charles Dance interpreta un altro personaggio realmente esistito: Lord Kitchener, famoso per essere il volto dei manifesti di reclutamento “Your Country Needs You!”. “Kitchener è un amico d’infanzia del Duca di Oxford”, spiega Dance. “All’inizio del film ci troviamo nel bel mezzo della Guerra Boera e sia il mio personaggio che quello di Ralph sono molto più giovani. La scena pone le basi per il nostro rapporto. Ci conosciamo da moltissimo tempo. Kitchener lo conosce da anni. Era un ottimo soldato. Conoscete quell’espressione che viene utilizzata per descrivere la Prima Guerra Mondiale, secondo cui i soldati erano leoni guidati da asini? È vero che quasi tutti i generali erano asini e si comportavano come asini. Ma Kitchener non era come loro. Era spesso disgustato da quello che stava accadendo”.

Matthew Goode, invece, interpreta un personaggio legato a Kitchener. “Interpreto un personaggio di nome Maximillian Morton, che è il suo assistente militare: si occupa di molte faccende per lui”, spiega Goode, “e gli rimbocca le coperte prima di andare a dormire. Un bravo soldato, ansioso di fare la sua parte. Vuole servire il suo padrone e tenere uniti i suoi uomini, quindi è un militare molto serio e professionale”.

Daniel Brühl interpreta il truffatore Erik Jan Hanussen, che l’attore conosceva già per via del ruolo ricoperto da questa figura nella storia tedesca. “Era un personaggio reale”, spiega Brühl. “Un veggente, un imbroglione, una figura machiavellica che divenne una vera e propria star nella Germania degli anni Trenta. Dato che la gente credeva che fosse realmente un sensitivo capace di prevedere il futuro, riempiva tutti gli stadi di Berlino. Nel film, è uno degli antagonisti che manovrano i fili della Prima Guerra Mondiale”.

Infine, abbiamo Valerie Pachner, che interpreta la danzatrice esotica e spia Mata Hari. Come spiega Pachner, “era una donna molto interessante che si guadagnava da vivere in modo particolare. Era una ballerina. Si fingeva una principessa giapponese e incantava il pubblico parigino. Era una seduttrice. Fu la cortigiana di moltissimi uomini importanti dell’epoca. E poi col tempo divenne una spia, non soltanto per i tedeschi ma anche per i francesi. La sua storia è troppo ricca per una singola donna. È affascinante”.