Credits: Maria Angela Cinardo – Mfsport.net

TELIMAR PALERMO – C.C. ORTIGIA 8-8  – 13 – 12 dopo i rigori (Tempi regolamentari: 1-1, 5-2, 1-5, 1-0)

Telimar Palermo: Nicosia, Del Basso 1, Galioto, Di Patti, Occhione 1, Vlahovic 2, Fabiano, Marziali, Lo Cascio (Cap.), Damonte 3, Lo Dico, Migliaccio 1, Washburn. Allenatore: Marco Baldineti
C.C. Ortigia: Tempesti, Cassia, F. Condemi, Rocchi, Di Luciano 2, Ferrero, Giacoppo (Cap) 2, Gallo 1, Mirarchi 1, Rossi, Vidovic 1, Napolitano 1, Piccionetti. Allenatore: Martino Abela e Goran Volarevic
Arbitri: Attilio Paoletti (Roma) e Filippo Gomez (Napoli)
Superiorità numeriche: ORT 3/7 +2. TEL 3/10 +2.
Espulsioni definitive: Rocchi (O) e Galioto (T) nel 3° tempo e Condemi (O) nel 4° per tre falli; Marziali (T), Occhione (T), Giacoppo (O) e Mirarchi (O) nel 4° tempo per scorrettezze.

Era il derby siciliano, il primo nella storia della pallanuoto maschile valido per un podio in Coppa Italia. Non sono bastati quattro tempi per decidere questo bellissimo match. Ci sono voluti i rigori, con il Telimar che la spunta dopo una serie infinita. La partita inizia subito bene per l’Ortigia, che va a segno con Mirarchi dopo 40 secondi dall’inizio, ma in acqua c’è grande equilibrio. Le difese e i portieri sono molto attenti, così ci vuole una doppia superiorità per il Telimar per pareggiare con Damonte a metà tempo. Poi, porte inviolate fino al termine della frazione. Il secondo tempo è l’opposto del primo, con tanti gol. Ma è il Telimar a giocare meglio, nonostante il primo squillo sia dell’Ortigia, con una gran rete di Giacoppo dalla distanza. I palermitani sono cinici in fase offensiva e realizzano un filotto di 4 reti che li portano sul 5-2. Gallo accorcia su rigore, ma a1 ’05 dalla fine è un altro rigore, realizzato da Del Basso, a fissare il punteggio sul 6-3 Telimar a metà gara. Nel terzo tempo, in acqua c’è un’altra Ortigia. I biancoverdi crescono e, dopo un botta risposta Giacoppo-Damonte, iniziano la rimonta. Tempesti para tutto, Di Luciano, Vidovic, Napolitano e ancora Di Luciano realizzano il sorpasso prima degli 8 minuti finali. Il quarto tempo è una bolgia. Il Telimar pareggia subito con Vlahovic, gli arbitri ne espellono due per parte per scorrettezze, le porte restano inviolate fino alla sirena. Poi i tiri di rigore, al termine del quale inizia la festa del Telimar per uno storico terzo posto.

Questo il commento del vice-allenatore dell’Ortigia, Martino Abela, nel post partita: “Ci siamo ricompattati, ci siamo ritrovati, forse un po’ tardi, durante la partita, soprattutto nel terzo tempo siamo riusciti a venire fuori come gruppo e abbiamo dato il massimo. Questo è molto importante. Usciamo a testa alta da questa partita, i rigori non ci hanno sorriso ma ci servirà anche questo come esperienza per la prossima stagione. Adesso dobbiamo pensare al prossimo obiettivo, che è la finale per il 5° posto in campionato. Cerchiamo di prendere tutte le cose positive di questa Final Four e di portarle con noi per la doppia finale per il 5° posto”.

Un accenno anche a questa esperienza di tecnico della sua Ortigia: “È stata un’emozione difficile da descrivere – afferma Abela – sono solo orgoglioso di avere avuto la possibilità di stare su questa panchina per aiutare i miei compagni di squadra in queste due partite. Ringrazio la società per avermi dato questa opportunità”.

Nell’immediato post partita parla anche il capitano biancoverde Massimo Giacoppo: “Sapevamo di affrontare in casa una squadra determinata che avrebbe fatto di tutto per vincere questa gara. Abbiamo avuto solo un passaggio a vuoto, poi abbiamo recuperato una partita che sembrava compromessa. Abbiamo perso ai rigori, capita. Penso che la nostra stagione rimanga comunque strepitosa, al di là di questo risultato per il quale faccio i complimenti al Telimar. Nonostante un po’ di problemi nella parte finale, dobbiamo uscire da questa vasca a testa alta, perché abbiamo giocato una partita molto buona e soprattutto perché abbiamo ancora un obiettivo importante in campionato. Noi sfortunati? No, i rigori sono una lotteria, si può vincere o perdere “.
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