L’epica avventura targata Walt Disney Animation Studios Raya e l’Ultimo Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono sacrificati per salvare l’umanità.
Ora, 500 anni dopo, quella stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria, avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire il suo popolo diviso.
“A Raya è stato portato via tutto”, spiega la produttrice Osnat Shurer. “È completamente sola. Non le è rimasto nulla, a parte la spada di suo padre, il suo amico Tuk Tuk e il frammento di un oggetto che potrebbe essere magico. Si avventura nel mondo di Kumandra alla ricerca dell’ultimo drago, Sisu, con la speranza di riportare la pace nella sua terra”.

Ma nel corso del suo viaggio, Raya imparerà che non basta un drago per salvare il mondo. “Nel suo viaggio personale, Raya dovrà imparare a fidarsi”, afferma il regista Don Hall, “dopo che la sua fiducia è stata profondamente spezzata quando era una bambina”.

“Senza la fiducia, non si può raggiungere un senso di coesione”, afferma il regista Carlos López Estrada. “E Raya dovrà imparare a fidarsi di un gruppo di estranei per riuscire a riunire Kumandra”.

Raya e l’Ultimo Drago è diretto da Don Hall, regista del lungometraggio Disney premiato con l’Oscar® Big Hero 6, e Carlos López Estrada, che ha fatto il suo esordio alla regia di un lungometraggio con il film acclamato dalla critica Blindspotting. L’artista veterano Paul Briggs, noto per il suo lavoro come head of story in Frozen – Il Regno di Ghiaccio e Big Hero 6, e il suo collega, l’animatore e story artist di lunga data John Ripa (Oceania, Zootropolis), sono i co-registi. Osnat Shurer, candidata all’Oscar® per Oceania, e il vincitore dell’Oscar® Peter Del Vecho, noto per Frozen – Il Regno di Ghiaccio, sono i produttori. Il pluripremiato drammaturgo Qui Nguyen e la sceneggiatrice Adele Lim, che ha sceneggiato Crazy & Rich, hanno firmato la sceneggiatura.

LE ORIGINI DELLA STORIA: LA MITOLOGIA DEI DRAGHI GUIDA UN VIAGGIO TEMATICO
Man mano che la storia del viaggio di Raya in Raya e l’Ultimo Drago si evolveva, nel corso degli anni di sviluppo del film, è iniziato a emergere il tema dell’unità e della solidarietà, che è stato ulteriormente perfezionato e definito quando i registi Don Hall e Carlos López Estrada si sono uniti al progetto.

“Il team aveva esplorato in modo grandioso il concetto dell’unità e della solidarietà”, afferma Hall, “ma Carlos e io abbiamo pensato che l’idea di trovare la fiducia necessaria a raggiungere l’unità sarebbe stata un punto di partenza perfetto per ogni decisione relativa al viaggio della nostra protagonista”.

Descrivendo il tono del film e il modo in cui questo influenza il personaggio di Raya, la sceneggiatrice Adele Lim afferma: “Il tono principale che volevamo ottenere era legato all’amore per il nostro mondo, la nostra famiglia e la gioia. Con un progetto così fantasioso, volevamo trovare dei punti di riferimento emotivi per il nostro personaggio e il suo viaggio, che avessero le loro radici in qualcosa di autentico e credibile. Così, osservando Raya e il suo viaggio, che perde il rapporto con suo padre e perde il mondo in cui è cresciuta, vediamo che c’è questo bisogno di combattere per la possibilità di salvare il suo mondo e, magari, di rivedere ancora una volta suo padre, un giorno. Volevamo esplorare tutte quelle emozioni, ma allo stesso tempo volevamo che il film fosse anche un’avventura allegra e divertente”.

Qui Nguyen, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Lim, approfondisce il personaggio di Sisu, il leggendario drago acquatico che riveste un ruolo fondamentale nella storia. “Il mondo orientale nutre tanto amore e affetto nei confronti dei draghi, ma questi draghi sono molto diversi da quelli che vediamo ne Il Trono di Spade, ad esempio. Portano fortuna. Rappresentano la forza d’animo e i valori positivi della vita, e quegli aspetti erano molto importanti da esplorare dato che Raya è un’eroina ispirata alle leggende del sud-est asiatico. Sisu è molto rispettata e potente, ma allo stesso tempo volevamo sovvertire le aspettative legate ai draghi. Quindi è divertente e goffa, e inciampa spesso. È appena arrivata nel mondo. La vita moderna è una novità per lei. Possiede caratteristiche affascinanti e divertenti, e penso che sia un personaggio comico e divertente da seguire”.

Il co-regista John Ripa afferma che gli sceneggiatori Nguyen e Lim sono stati “entrambi dei collaboratori incredibili in questo film. Sono in grado di creare personaggi meravigliosi e umorismo in quello che scrivono. Adele è riuscita a ‘trovare’ il personaggio di Raya, i suoi punti di forza, i suoi lati vulnerabili, il modo in cui si relaziona – oppure no – con le persone che la circondano. E Qui è davvero incredibile con la struttura. È riuscito inoltre a trovare molti momenti di intrattenimento e umorismo, e ha fornito una grande specificità al modo in cui ciascun personaggio si esprime. E così, quando queste due persone lavorano insieme, si ottiene una combinazione potentissima di cuore, umorismo, struttura narrativa e personaggi perfettamente delineati”.
L’head of story Fawn Veerasunthorn e la sua squadra di story artist sono stati fondamentali per visualizzare la sceneggiatura e realizzare la visione dei registi. “La fase produttiva dedicata alla realizzazione degli storyboard è come un terreno di prova per testare determinate idee e capire se le cose funzionano. Rimaneggiamo moltissimi elementi in ogni versione del film per assicurarci che l’umorismo sia riuscito, che la storia funzioni al meglio e che la narrazione sia quanto più chiara possibile per il pubblico”, spiega.

RAYA E SISU
Raya è descritta come un’orgogliosa Custode della Gemma Drago, un titolo che detiene insieme al suo amato padre Benja, il Capo del regno di Cuore. Il suo mondo si capovolge quando la Gemma si spezza e suo padre viene trasformato in pietra. Impegnata in una missione per salvare il mondo, è cresciuta fino a diventare una guerriera potente, dallo spirito affilato come la sua spada.

Sisu, diminutivo di Sisudatu, è l’ultimo drago di Kumandra. Le leggende narrano che sia una creatura acquatica divina, di una bellezza indescrivibile e di una magia inarrestabile, ma Raya troverà invece un drago divertente e autoironico che si considera una perenne studentessa da sufficienza scarsa. Ora, per riuscire a salvare il mondo insieme a Raya, Sisu dovrà imparare a diventare il drago di cui parlano le leggende.

Il regista Carlos López Estrada commenta: “Dal punto di vista visivo, l’intera squadra addetta all’animazione ha dato vita al drago facendo sì che, ogni volta che la vediamo, Sisu cresca e diventI più divertente e sciocca, ma anche più affettuosa e premurosa. Sisu è un personaggio incredibilmente stimolante e motivante, e spero che molte persone si identifichino con lei”.

Shurer afferma che, durante lo sviluppo della storia, Sisu è stato un personaggio molto complesso da creare. “Volevamo creare un personaggio che possedesse una conoscenza ancestrale, ma anche un umorismo incredibile”.

Nel film ci saranno anche altri personaggi pittoreschi, le cui storie si intersecheranno con il viaggio di Raya: un bambino di 10 anni di nome Boun, che è anche uno scaltro imprenditore; il formidabile gigante Tong; e una bimba ladruncola di nome Noi con la sua banda, composta da alcune creature inusuali chiamate Ongi.

I CINQUE REGNI DI KUMANDRA: UN MONDO MERAVIGLIOSO PRENDE VITA
Il viaggio di Raya in Raya e l’Ultimo Drago la conduce attraverso i cinque regni di Kumandra, un mondo fantasy che ha la forma di un drago: Cuore, la casa di Raya, una terra prospera ricca di pace e magia; Zanna, una terra potente e rigogliosa circondata dall’acqua; Dorso, una terra isolata e remota i cui abitanti non si fidano degli stranieri; Artiglio, crocevia dei cinque regni, con un mercato molto frequentato; e Coda, una terra desertica molto estesa che sta diventando sempre più isolata via via che l’acqua si ritira.

Ciascun regno di Kumandra ha le sue caratteristiche fisiche e ciascun clan ha il suo stile di vita: in sostanza i filmmaker stavano creando cinque ambientazioni completamente diverse con strutture e topografie variabili, ognuna delle quali era abitata da popoli che indossavano abiti diversi e adottavano stili differenti. “Abbiamo un mondo composto da cinque regni diversi”, spiega la produttrice Osnat Shurer. “È stato come occuparsi del design di cinque film differenti. Abbiamo cinque ambienti naturali diversi, ognuno dei quali è pieno di edifici costruiti con materiali diversi, abiti di colori diversi, forme ricorrenti che hanno un significato per gli abitanti… Per esempio, nel regno di Cuore, gli abitanti sono legati alla figura del drago e il drago è legato all’acqua, dunque gli edifici, le stanze, ecc. somigliano a una goccia: sono circolari. Mentre invece nel regno di Zanna, dove la cosa più importante è il potere, le strutture sono potenti e fuori scala. Tutte queste caratteristiche sono state ideate dagli incredibili membri delle squadre addette allo sviluppo visivo e alle scenografie e sono state utilizzate nell’arco di tutto il film”.
Don Hall aggiunge: “Quello che amo della storia è che possiede dimensioni epiche, è ambientata in cinque regni diversi abitati da gruppi diversi ed è caratterizzata da numerosi elementi fantasy…ma allo stesso tempo c’è un’atmosfera intima legata allo sviluppo dei personaggi”.

Raya e l’Ultimo Drago è il primo film targato Walt Disney Animation Studios ad avere un’ambientazione ispirata al sud-est asiatico. Fin dall’inizio, questo film è stato un atto d’amore da parte dei filmmaker dello studio, molti dei quali ritrovano le proprie radici nelle vivaci culture dei differenti paesi della regione.

Anche se Kumandra è un mondo immaginario, gli artisti e i filmmaker si sono ispirati ai tessuti, ai colori e agli arredi tipici di questa area geografica nel progettare i look delle varie terre, così da dare un senso di realismo, credibilità e autenticità al film, dedicando particolare attenzione alle tradizioni e alle usanze.

Come spiega il regista Estrada, “Anche se Kumandra è un luogo immaginario, stiamo realizzando un film ispirato alle culture del sud-est asiatico e vogliamo che, quando gli abitanti di quella regione lo vedranno, riescano a percepire l’amore e il rispetto che il team nutre nei confronti degli incredibili luoghi che ci hanno ispirato. Abbiamo lavorato duramente per assicurarci che il mondo da noi creato apparisse dinamico e che le ispirazioni dietro alla storia fossero chiaramente percepibili senza perdere nulla. Volevamo rendere omaggio alle culture che hanno ispirato la storia e il mondo di Kumandra”.

Due gruppi di filmmaker hanno svolto dei viaggi di ricerca attraverso i paesi del sud-est asiatico – tra cui il Laos, l’Indonesia, la Thailandia, il Vietnam, la Cambogia, la Malesia e Singapore – per sperimentare in prima persona queste culture. I viaggi di ricerca hanno rappresentato un’esperienza molto profonda per alcuni componenti del team, che non avevano mai visitato il sud-est asiatico in un modo così immersivo.

Il co-regista Paul Briggs è rimasto colpito dal senso di comunità e fiducia. “Ho percepito un altissimo livello di fiducia nelle persone e nelle famiglie che abbiamo incontrato: tutti erano estremamente accoglienti. Si aspettavano che fossimo lì con l’intento di imparare ed essere rispettosi, e ci siamo sentiti davvero onorati dall’apertura mentale e dallo spirito accogliente che ci hanno dimostrato”.

Lo scenografo Paul Felix è rimasto colpito non soltanto dall’architettura, dai colori e dal design dei luoghi che ha visitato, ma anche dal modo in cui il significato e l’estetica vengono incorporati in tutti gli aspetti della vita. “Ogni persona che abbiamo incontrato aveva un legame davvero profondo con il proprio villaggio e la propria cultura. Conoscevano tutte le antiche leggende e il significato estetico di ogni cosa, e questo influenza tutti gli aspetti della loro vita, dai tessuti al modo in cui viene preparato il cibo, fino al modo in cui vengono disposti i fiori. C’è un significato più profondo legato alla loro cultura e al loro villaggio, e questo influenza tutto ciò che fanno”.

Uno degli elementi che ha maggiormente colpito i filmmaker è stato il ruolo ricoperto dal cibo in tutte le regioni che hanno visitato. Anche se c’erano sia similitudini che differenze nei sapori e nel modo in cui il cibo veniva preparato in ciascuna area, la sua importanza in tutta la regione è stata di grande ispirazione. “Il cibo è qualcosa intorno a cui tutti si riuniscono. Ci siamo accorti che aveva delle qualità squisitamente visive, che avremmo potuto sfruttare molto bene nel film”, commenta Osnat Shurer.

Don Hall aggiunge: “Parlando con i membri del nostro team che avevano partecipato ai viaggi di ricerca, era evidente che il cibo sarebbe dovuto essere un elemento fondamentale nel nostro film. Esaminando il tema della fiducia insito nel nostro film, ci siamo resi conto che il cibo diventa spesso un modo per costruire un senso di fiducia e unità, e abbiamo deciso di utilizzare questo elemento come una sorta di filo conduttore tematico”.

Durante la realizzazione del film, i filmmaker si sono avvalsi della consulenza di un gruppo di antropologi, architetti, danzatori, linguisti e musicisti, una squadra che i filmmaker hanno chiamato Raya Southeast Asia Story Trust. Questi esperti consulenti provenienti dalla regione hanno offerto un’assistenza inestimabile a tutto il team produttivo nel corso della realizzazione del film per assicurarsi che, anche se si tratta di un’avventura fantasy, Raya e l’Ultimo Drago fosse fedele e rispettoso nei confronti delle varie culture del sud-est asiatico che hanno ispirato il film.

Paul Felix e la sua collega scenografa Helen Chen avevano il compito di tradurre in immagini la visione dei filmmaker per dare vita a Kumandra. Anche se creare il look di ciascun regno era una sfida entusiasmante, c’erano due elementi costanti che unificavano i regni e fornivano ai designer un punto di vista ben definito. Chen spiega: “Per noi, gli elementi unificanti di Kumandra sono sempre stati l’acqua e il drago. Abbiamo il fiume che unisce tutti i personaggi e, nel corso del film, li vediamo percorrere questo fiume per visitare tutti i vari regni. Quindi c’è un elemento acquatico che lega tutto fisicamente. Ogni volta che potevamo, abbiamo cercato di mantenere gli elementi acquatici all’interno delle scenografie. Oltre a questo, c’è una venerazione universale nei confronti dei draghi. Nel film ci sono motivi ispirati ai draghi, ma interpretati diversamente e in modo specifico in ciascun regno”.
Grazie all’abile guida del direttore della fotografia Rob Dressel, del direttore dell’illuminazione cinematografica Adolph Lusinky, del visual effects supervisor Kyle Odermatt e delle rispettive squadre, la visione dei filmmaker è stata trasposta sullo schermo fin nei minimi dettagli, con una ricchezza e una profondità che trascinano lo spettatore all’interno della storia con grande realismo.
“Il look di questo film è straordinario ed estremamente cinematografico. I team addetti alla produzione sono riusciti a dare un aspetto completamente unico agli ambienti, alla fotografia e all’illuminazione, creando un look audace e molto diverso dai tipici film d’animazione Disney”, conclude Estrada.

RIFLESSIONI SU RAYA E L’ULTIMO DRAGO
I filmmaker sperano che il pubblico, quando vedrà Raya e l’Ultimo Drago, sarà trasportato nei fantastici regni di Kumandra per accompagnare Raya nel suo coraggioso viaggio di speranza e scoperta personale.

Il co-regista Paul Briggs spera che il pubblico comprenda il tema del film. “Voglio che mio figlio, mio nipote e i miei bis-bisnipoti capiscano che questo film è incentrato sul bisogno di fidarsi l’uno dell’altro per rendere questo mondo un posto migliore”, afferma.

La produttrice Osnat Shurer è d’accordo e osserva: “La divisione presente nel mondo e il bisogno di allearsi per il bene comune, nonostante le nostre differenze, sono tematiche fondamentali per tanti di noi. Siamo entusiasti di realizzare un film che ci permetta di affrontare questi argomenti”.

Anche lo sceneggiatore Qui Nguyen propone una riflessione: “Sono un asioamericano originario del sud-est asiatico e questo film mi ha dato l’opportunità di creare un’eroina per i miei figli, che guarderanno il film e vedranno che Raya somiglia non soltanto a loro, ma anche ai loro nonni, alle loro zie, ai loro zii… e a me. È un’influenza positiva nelle loro vite, soprattutto in questi anni estremamente formativi in cui la loro autostima è in fase di costruzione”.

“Il pubblico dovrà aspettarsi tante sorprese”, conclude il regista Carlos López Estrada. “È un’avventura fantasy, ma è anche molto più di questo. Ha tantissima comicità da offrire. È pieno d’azione e momenti elettrizzanti. Volevamo che il film fosse diverso e inaspettato, e che rappresentasse una boccata d’aria fresca sia per il genere a cui appartiene che per i film d’animazione Disney”.