Scariolo – Sacco 30 anni dopo: “A Pesaro il passo decisivo per la mia crescita”. “Sergio grandissimo programmatore”

29 maggio 1990: una data indimenticabile per la VL e per tutti i suoi tifosi. Quella sera a Masnago infatti i biancorossi conquistano il secondo scudetto della loro storia battendo in Gara 4 di finale playoff la Ranger Varese per 113-94. La società ha ricordato quei magici momenti con la seconda puntata di “Scudetto Talk” in diretta Facebook sulla sua pagina ufficiale in cui sono intervenuti i due Coach di quella finale: Sergio Scariolo sulla panchina pesarese e Giancarlo Sacco su quella lombarda.

“In questi giorni ho rivisto tante bellissime immagini di quei momenti – ha ripercorso il Coach campione del mondo con la Spagna nel 2019 e nello stesso anno vincitore anche del titolo NBA con i Toronto Raptors direttamente dal Canada – il nostro indimenticato massaggiatore e fisioterapista Ezio Giroli era felicissimo! Ero sicuro che avremmo vinto quello scudetto, avevamo tantissima fiducia. Tutto il gruppo stava bene ed era convinto di potercela fare. Più che i singoli infatti la differenza l’ha fatta il gruppo che poteva contare su un nucleo storico a cui poi si sono aggiunti altri innesti. Fin da subito siamo riusciti a trovare un’ottima chimica. Siamo arrivati in finale di Coppa Korac contro la Joventut Badalona, con la vittoria che ci è sfuggita solo nel finale. Nei playoff al primo turno Il Messaggero Roma allenato da Valerio Bianchini vinse a Pesaro. Ricordo la grande tranquillità dell’allora Presidente Valter Scavolini che ci disse ‘ragazzi, nessun problema. Andiamo a vincere a Roma e poi faremo lo stesso di nuovo qui a Pesaro in Gara 3’. E così è andata”.

“In semifinale abbiamo battuto Caserta – ha proseguito Scariolo – e poi siamo arrivati all’atto conclusivo contro Varese, una squadra difficile da affrontare a livello tattico”. Tantissima la gioia di quella serata sul parquet di Masnago: “In campo è stato bellissimo festeggiare la vittoria nei minuti successivi con tutta la società, giocatori e staff. Ricordiamo benissimo ancora oggi l’arrivo del nostro volo con la gente che ci attendeva a Rimini per festeggiare. Il grande festeggiamento è durato in modo soft per tutta l’estate, era percepibile nell’aria. A Pesaro il basket è ovunque”.

Coach Sacco ha ripercorso quei momenti vissuti sull’altra panchina: “Noi abbiamo pagato l’infortunio in Gara 2 di cui è stato vittima Meo Sacchetti, avremmo voluto giocarcela fino in fondo. A inizio serie avevo detto ai miei ragazzi ‘non facciamo sentire a Pesaro l’odore dello scudetto, dobbiamo portarli a Gara 5’. Varese è cresciuta nel corso dell’intera stagione, avevamo un gruppo di giocatori interessante che riusciva a sfruttare al meglio il gioco in transizione. Nessuno immaginava che saremmo potuti arrivare così lontano”.

Il coach pesarese ha anche elogiato il suo collega che nel 2019 ha vinto il titolo NBA come viceallenatore dei Toronto Raptors. “In quegli anni a Pesaro eravamo entrambi giovani, complementari, Sergio era un grande programmatore e sempre molto chiaro nelle sue idee. Io vivo questa professione con lo studio, di lui ho sempre ammirato la grande capacità di raggiungere ciò che ha in mente”.

“Io ero molto giovane e oltre alla gratitudine nei confronti di Giancarlo, di lui apprezzo molto l’equilibrio tra il rigore professionale e la capacità di sdrammatizzare – ha ribattuto Coach Scariolo – mentre io sono un po’ più rigido ed è stato necessario più tempo per arrivarci. Giancarlo sa bene come rapportarsi con i giocatori nei vari momenti, questo è molto importante in NBA. Allenare i ragazzi senza sovraccaricarli troppo da un punto di vista emotivo è fondamentale. A Pesaro sono stato anche responsabile del settore giovanile, io ero molto giovane ed è stata un’esperienza bellissima anche dal punto di vista gestionale. Quell’esperienza la sento decisiva per la mia formazione oltre al periodo vissuto come assistant coach della prima squadra. Era una sfida con me stesso, decisiva per la mia crescita come allenatore”.

Uno, ma non l’unico dei protagonisti di quella finale playoff del 1990 è stato senza dubbio Darren Daye. “Per me lui è stato un vero incubo, non trovavamo delle contromosse valide per fermarlo. O faceva canestro o smazzava assist. Un giocatore eccezionale”, l’opinione di Giancarlo Sacco. “Darren era un animale da partita, risolveva tantissimi problemi. Era un gran risolutore in campo, in settimana a volte non era il caso di chiedergli troppo sforzo ma il minimo lo garantiva sempre. Poteva marcare tutti e giocare in quattro posizioni diverse in attacco”, ha sottolineato Sergio Scariolo.

Molti sono stati i tifosi intervenuti nel corso della diretta e che hanno voluto ricordare quei momenti con i loro commenti o salutando i due allenatori. Prima di chiudere c’è stato spazio anche per un’analisi sulle principali differenze tra il basket e lo sport spagnolo rispetto a quello italiano. “Credo che il fattore chiave sia la presenza all’interno delle scuole”, ha detto Coach Scariolo che in passato ha guidato il Real Madrid e ha raggiunto il titolo iridato con la Nazionale iberica. ” Le squadre fino a 14 anni rappresentano le scuole più che le singole società. Un elemento molto importante è anche la qualità degli impianti sportivi, sia come numero che come mantenimento delle strutture”. Un tuffo nel passato e uno nel presente del basket nazionale e non solo. I grandi campioni sono ancora legati a Pesaro e alla VL.

Ufficio Stampa