Alle nove di mattina di sabato trenta marzo, a sei ore dalla partita contro il Barano, ci è stato notificato il divieto per i nostri tifosi di recarsi in trasferta a Ischia. Lo stesso provvedimento impone che l’ultima gara interna, prevista domenica sette aprile contro il San Giorgio 1926, sia disputata a porte chiuse.
Decisioni così rilevanti sono adottate solitamente in seguito a episodi di grave turbamento dell’ordine pubblico, ed emanate dalla Questura. Nel nostro caso invece il divieto e la chiusura arrivano dalla Prefettura di Napoli.

Il provvedimento, che parla di «reiterate condotte illegali» da parte della nostra tifoseria in occasione della gara interna contro la Virtus Ottaviano, ci lascia davvero sorpresi e facciamo fatica a comprendere a quali episodi specifici si riferisca, visto che l’ordinanza non ne fa cenno.

È la prima volta che siamo colpiti da un provvedimento del genere. Il nostro è un progetto contro il razzismo che fa dello sport uno strumento di inclusione. Le nostre attività spaziano dai campi di calcio alle aule delle scuole, con le quali costruiamo regolarmente iniziative di comunicazione e di confronto sul tema. Dalle elementari alle superiori, passando per le medie.

Il ricorso contro il provvedimento sarebbe costoso ma soprattutto troppo lento per i tempi tecnici della burocrazia. Un’eventuale revoca arriverebbe con ogni probabilità dopo che la gara si è disputata.

Chiediamo perciò un incontro urgente al Prefetto di Napoli, la Dottoressa Carmela Pagano, per chiarire la natura sociale del progetto Afro-Napoli e ottenere la riapertura dello stadio Vallefuoco di Mugnano, permettendo lo svolgimento della festa di fine stagione, alla quale abbiamo già invitato numerose scuole della zona, le nostre squadre giovanili e le scuole calcio con le quali abbiamo rapporti di collaborazione.

Il Presidente
Antonio Gargiulo