Un bellissimo percorso di crescita quello del difensore classe 2001 Cristian Shiba, che sta trovando sempre più spazio nei meccanismi rossoblù e all’interno del team di mister Senigagliesi.

Sedici presenze in questa prima parte di stagione di cui sette da titolare, soprattutto nell’ultimo periodo. Un 2018 chiuso alla grande per te.

Sono molto contento di questa prima parte di stagione e dei risultati che abbiamo fatto con il nostro grande gruppo. Il trasferimento di Marfella, al Cesena mi ha permesso di trovare più spazio e spero di sfruttare bene la fiducia del mister per crescere e migliorare ancora.

Dove nasci calcisticamente e come è stata l’esperienza in un settore giovanile importante come quello del Sassuolo?

Ho iniziato con la squadra della mia città, la Sambenedettese. Subito ho iniziato a rapportarmi con ragazzi di 2/3 anni più grandi di me. Questo mi è stato molto utile perché mi ha permesso di maturare sia calcisticamente che come personalità. Da lì sono andato in un’altra piazza importante, alla Maceratese che era appena andata in Lega Pro. Con i biancorossi ho fatto i Giovanissimi e poi gli Allievi Nazionali, prima di approdare alla Berretti., dove è arrivata la svolta e ho iniziato a ricevere proposte importanti. Tra queste, quella del Sassuolo, una grande Società, dove mi sono trovato molto bene.

Sei un giocatore molto duttile: quale è il ruolo nel quale ti trovi maggiormente a tuo agio?

In questo periodo ho cambiato molti ruoli, mi adatto dove il mister mi mette. Il mio preferito comunque è il terzino destro.

Questo girone di Serie D è familiare per la famiglia Shiba. Nel match contro la Vastese hai incrociato tuo fratello maggiore Henri mentre contro il Giulianova il portiere Klejvis, tuo cugino, ora passato al Pineto e quindi tra poco di nuovo sulla tua strada. Che emozioni hai vissuto in quei momenti? Ti era mai capitato di giocare contro tuo fratello o tuo cugino in gare ufficiali?

In gare ufficiali non mi era mai capitato, magari qualche volta a calcetto o tra di noi a casa era già successo. Incontrare un proprio familiare è una bella esperienza: ovviamente ognuno vuole dare il massimo e vincere per fare vedere chi è più forte.

Ufficio Stampa