“Questo stadio l’ho visto crescere”. Guardando il suo “Rocco” dall’alto della Tribuna Pasinati avvicinarsi giorno dopo giorno a divenire uno degli impianti più belli dell’Italia calcistica, William Marcuzzi, per tutti ‘Billy’, ci ha raccontato un po’ della sua storia. Un passato con l’Unione nel destino e l’alabarda nel cuore, un presente che l’ha visto rientrare in Società per mettere la sua pluriennale esperienza di preparatore a servizio del gruppo. Con una proprietà triestina e una squadra che ha tanti elementi cresciuti nella nostra città, con l’arrivo del Prof. Marcuzzi il carattere autoctono dell’Unione 2018/2019 si è ulteriormente rafforzato.
“C’ero nel 1989 con Giacomini, la posa della prima pietra in quella che dal 1992 è poi diventata la casa della Triestina- racconta Billy –  ricordo che ci allenavamo a Turriaco mentre al giovedì le sedute venivano svolte al “Grezar”. Nel 1992 inaugurammo il “Rocco” con lo stadio tutto esaurito, il Presidente De Riù aveva disposto l’ingresso gratuito e ricordo questo muro rossoalabardato impressionante. L’esordio purtroppo non fu dei migliori(0-1 con la Vis Pesaro, ndr), ma sono stati comunque tanti i momenti felici qui dentro, e tanti quelli che vogliamo vivere nella stagione alle porte in un impianto che vedrà una sorta di seconda giovinezza, di rinascita estetica e strutturale”.

Una persona che tutti conoscono e che conosce a menadito l’ambiente Triestina, un professionista che tutti chiamano non per nome, ma per soprannome. Perché Billy? Ce lo spiega il diretto interessato:”Sono nato in Australia e i miei genitori m’avevano battezzato William, il cui diminutivo in inglese è Billy. Era più breve e sin da piccolo tutti mi chiamavano così- spiega il Prof. Marcuzzi -compresa mia mamma. Mi suona strano quando qualcuno mi chiama col nome di battesimo, per tutti sono sempre stato e sempre sarò Billy”.
Una storia, quella del Prof., partita da lontano e che lontano l’ha portato, con la Triestina a fare da filo conduttore in ogni tappa o quasi della sua carriera:”Ho avuto l’opportunità di ritornare in Società grazie a Mario Biasin e Mauro Milanese, che conosco fin da quando calcava i campi cittadini da ragazzino con la maglia del Soncini che era lo storico vivaio della Triestina. Lui poi ha fatto tutta la trafila delle giovanili ed io all’epoca ne ero il preparatore atletico, siamo arrivati insieme fino alla prima squadra poi le nostre strade si sono divise, per poi tornare ad incrociarsi quest’anno.
Ho avuto modo di girare tanto per il mio lavoro- prosegue il Prof. -dopo la Triestina sono stato tre anni a Mestre, tra i giocatori c’erano Massimo Pavanel e il ‘Sindaco’ Birtig. Dal Veneto all’Abruzzo per due stagioni in C1, a L’Aquila, per poi approdare in Serie A con il neopromosso Messina, un campionato straordinario con altri ex alabardati in rosa, giocatori come Parisi, Coppola, Zampagna. In seguito sono tornato alla Triestina nell’era Tonellotto, seguendo Mister Agostinelli prima sulla panchina dell’Unione e poi a Salerno, rimanendo in Campania metà stagione prima di avere l’opportunità di cambiare continente e iniziare una nuova esperienza professionale come preparatore atletico a Shangai, in Cina. Com’è nata questa occasione? Grazie al Ds Fabiani- spiega Billy Marcuzzi -all’epoca alla Salernitana ma anche lui con trascorsi in alabardato. Dopo due stagioni in Cina le esperienze intercontinentali sono proseguite in Iran dove sono rimasto per tre anni, per poi approdare in Gabon come preparatore di una squadra di Serie A. Anche in questo caso la Triestina ha rappresentato un trait d’union pressoché continuo nell’arco della mia carriera, l’opportunità infatti si è presentata grazie alla chiamata di Pierre Aubameyang, che avevo come giocatore in alabardato nel 1996. In Africa sono rimasto per quattro anni, dopodiché la squadra iraniana per la quale avevo lavorato mi ha richiamato per un’altra stagione. Ora rieccomi qui, grazie al rapporto di amicizia e stima professionale sia con Mauro Milanese che con Massimo Pavanel”.

Billy torna in alabardato dopo tanti anni e con un ruolo di grande responsabilità, per il quale la sua pluriennale esperienza sembra calzare a pennello:“Sono qui per portare il mio vissuto, occupandomi del lavoro di recupero dei giocatori infortunati della prima squadra e supervisionando la parte atletica. Sono felice di essere qui, per permettere con il mio lavoro di alleggerire e rendere più specifico l’operato di collaboratori giovani, preparati e che conosco già. Penso a Luca Bossi, a Stefano Lotti, a Nicola Princivalli con il quale collaborerò nella formazione Berretti”.
Quasi un mese e mezzo dopo l’inizio del ritiro precampionato, il Prof. ci dice la sua riguardo la Triestina 2018/2019:”Numericamente ci manca probabilmente qualcosa, ma sia Mauro che Massimo Pavanel sanno dove e come agire per rendere ancor più competitiva una rosa già molto interessante. Il gruppo che abbiamo iniziato a costruire sin dal ritiro di Piancavallo è composto da persone sane, bravissimi ragazzi oltre che giocatori con indiscusse qualità tecniche. Con questo non mi riferisco solo a quelli che potremmo definire senatori- prosegue il Prof. -ma anche a giovani come Hidalgo, Procaccio, Marzola e De Panfilis, per fare degli esempi. Chiaramente devono conoscere bene la categoria, crescere sotto tutti i punti di vista, ma sicuramente saranno utili alla causa sia tecnicamente che come spirito d’appartenenza. Con Pavanel, che reputo ottimo maestro di calcio, non potranno che migliorare e crescere. Nel complesso direi senza dubbio che ci sono tutte le premesse per fare molto bene, spinti dall’ulteriore grande motivazione rappresentata dall’anno del Centenario. Certo, servirà anche quel pizzico di fortuna che è parte fondamentale delle stagioni di successo, ma sono molto fiducioso”.
E accanto a tutte queste componenti il Prof. non fa tanti giri di parole, il pubblico dovrà rappresentarne un’altra fondamentale:“Servirà anche se non soprattutto l’apporto del pubblico. Spero che i triestini, ancor più ora che il caldo sarà destinato a diminuire, si ricordino di avere una squadra per la quale hanno sempre lottato. Quest’anno con un allenatore che tutta la città conosce e stima per il grande ricordo lasciato da giocatore e da Mister, con una rosa assolutamente competitiva e più che mai motivata a dare tutto per la maglia, con una società seria e solida, da triestino spero che questo connubio riporti entusiasmo nei tifosi, nei quali noto una disaffezione che sorprende in negativo, ancor più considerando i presupposti citati poco fa”.

Le alte sfere del calcio professionistico non stanno dando grande lustro al movimento in generale ma Billy non cambia opinione ed anzi, rilancia:“La gestione generale del movimento calcio con il caos legato alle date di inizio campionato, alla composizione dei gironi e del calendario non aiuta gli indecisi ma ai triestini, da triestino legato indissolubilmente alla causa alabardata, voglio dire una cosa: abbiate fiducia nella proprietà, abbiate fiducia nella squadra. Il gruppo sicuramente avrà il compito di trascinare il pubblico con prestazioni e risultati, però allo stesso pubblico dico siate vicini alla squadra anche voi, perché ci sono tutti i presupposti per far bene e perché no, anche per sognare, in un’annata da affrontare non solo con grande umiltà ma anche altrettanta ambizione”.
Una stagione che francamente tutto l’ambiente non vede l’ora di iniziare:“C’è tanta voglia davvero, siamo curiosi di vedere finalmente la composizione dei gironi e dei calendari, carichi e vogliosi di iniziare la stagione ufficiale. Vedo questo stadio il cui rinnovamento sta sempre più prendendo forma, vedo questa curva, la mia curva, e mi emoziono. Ho vissuto all’estero situazioni di grande calore, di grande passione, ma casa mia è casa mia e non ha eguali. Spero per il nostro esordio casalingo che lo stadio sia colorato e pieno di gente e di iniziare subito con i tre punti, generando entusiasmo, ricalcando quello che abbiamo visto negli ultimi due anni con la pallacanestro. Anche loro hanno avuto un percorso difficile negli anni, però poi sono riusciti a ricreare entusiasmo in città. So come sono i tifosi della Triestina, li conosco benissimo e so quanto vicini siano alla squadra. Non posso dimenticare gli anni in cui l’Unione lottava per posizioni di vertice al “Grezar” così come al “Rocco”, e non posso allo stesso modo pensare che tutta quella gente che veniva allo stadio si sia dimenticata dell’alabarda. Sono fiducioso perché conosco le qualità di un gruppo che darà tutto ogni partita e la passione di una città che ama la propria squadra di calcio. Guardo al futuro con fiducia e con una grande speranza: ritrovarci tra otto-nove mesi per festeggiare tutti insieme qualcosa di grande”.

Ufficio Stampa