Intervista al DS Giacchetta: “Questa stagione è un ulteriore passo in avanti nel percorso di crescita“.
A seguito della sconfitta patita contro la FeralpiSalò, che ha concluso il cammino della Prima Squadra bluceleste per l’annata 2017/2018, abbiamo tirato le somme sulla stagione intervistando in esclusiva per www.albinoleffe.com il direttore sportivo bluceleste Simone Giacchetta.
Buongiorno Direttore, apriamo subito l’intervista chiedendole di tracciare un bilancio di questa stagione.
“E’ un bilancio sicuramente positivo perché l’AlbinoLeffe è arrivato quinto in campionato ed ha avuto la possibilità di fare i play-off in una posizione di classifica privilegiata che le ha consentito di superare il primo turno. Peccato soltanto per l’esito della partita con la FeralpiSalò. La posizione di classifica è merito di un recupero che ha dello straordinario. Si è passati dall’undicesimo al quinto posto e ciò ha richiesto grandi sforzi fisici e mentali. S’è vissuto uno stato di sovratensione importante pagato a caro prezzo contro un avversario di alto livello, perché quando affronti compagini del genere tutte le componenti devono essere al loro posto. Forse siamo arrivati un po’ stanchi e ciò ci ha un poco penalizzato, anche se a mio avviso non si è vista una grande differenza con i gardesani. L’obiettivo che ci eravamo posti ad inizio anno era quello di provare a migliorare la stagione passata e a conti fatti direi che ci siamo riusciti”.
Qual è stato secondo lei il momento più bello vissuto dalla squadra e quale il più difficile?
“Ce ne sono stati tanti in entrambi in casi. Credo però che questa stagione non debba essere banalizzata così, ma deve essere vista come un ulteriore passo in avanti nel percorso di crescita dei calciatori, della società e di tutti quanti noi che siamo arrivati qui da due anni. Avevamo trovato il nulla come patrimonio calciatori ed un ambiente con il morale a terra. Le scelte fatte hanno avuto il merito di ricreare un gruppo che ha portato risultati gratificanti per tutte le componenti e da qui si è ripartiti per migliorarlo. E’ sempre importante la mentalità, il modo in cui concepisci e arrivi all’obiettivo e tante altre piccole ma fondamentali cose che la squadra ed il suo allenatore hanno dimostrato di possedere. In quest’ottica anche le sconfitte ed il lungo periodo negativo possono essere stati di aiuto visto l’incredibile filotto di risultati positivi accompagnato pure da un bel gioco, merito di un’intuizione tattica moderna e aggressiva del nostro tecnico che ha coinvolto tutti i giocatori e portato a buone trame di gioco, valorizzando gli effettivi a disposizione”.
Gli importanti risultati raggiunti in questa stagione possono fungere da catalizzatore per ulteriori miglioramenti nella prossima?
“Il miglioramento è da vedersi sotto tanti aspetti. L’obiettivo è sempre quello di allestire una squadra competitiva, ma se uno si ferma solamente ad analizzare le posizioni di classifica allora il compito è difficilissimo per una realtà come la nostra che fa dell’oculatezza, del ragionamento e della lotta per la sostenibilità attraverso l’utilizzo di molti giovani di proprietà i propri capisaldi. Se parliamo invece di tutti questi fattori, allora si, siamo nelle condizioni di crescere ancora. Oggi nei nostri confronti c’è stima e rispetto da parte di tutti gli addetti ai lavori per le idee e la programmazione societaria. Sotto questo punto di vista siamo un esempio da seguire. Il giusto miglioramento quindi potrebbe essere mantenersi a questi livelli sempre tenendo fede a quelli che sono i nostri principi. Non saremo mai una società che spende cinque o sei milioni l’anno per vincere il campionato. La nostra intenzione è quella di arrivarci attraverso la forza delle idee e della qualità dei calciatori, oltre che dell’ambiente bluceleste. Ripeto essere riusciti a migliorare il risultato dell’anno scorso non era semplice soprattutto considerando il budget inferiore rispetto a molte altre realtà del girone. La risposta più importante è stata la conferma del valore dei calciatori e del patrimonio tecnico a disposizione, perché poi da lì si può sempre aggiungere qualcosa attraverso il lavoro quotidiano e scavando dentro ognuno di noi per dare sempre di più”.
Ci sveli il suo pronostico su questi play-off. Chi vede come favorita per il salto in serie B?
“I play-off sono aperti a qualsiasi risultato. La classifica del campionato ha un valore indicativo ma non assoluto perché ci sono partite di livello ed il risultato non è mai scontato. La condizione fisica con cui si arriva alla manifestazione può rivelarsi decisiva”.
Chiudiamo con una domanda di carattere generale relativamente al momento attuale del movimento calcistico italiano. Qual è la sua considerazione sulla prossima introduzione delle squadre ‘B’ e che impatto potranno avere sulla categoria?
“Le squadre B per le società di serie A sono una risorsa importante. Danno loro la possibilità di far crescere i propri giovani in casa ed in una competizione che li costringe a confrontarsi con adulti. E’ positivo perché in questo modo hanno una gestione diretta dei giocatori che così possono conoscere il peso della classifica. Per i club di Lega Pro rappresenta invece un grosso spunto di riflessione perché la categoria ad oggi è molto eterogenea. Al suo interno hai compagini con possibilità molto diverse tra loro, sia a livello di strutture che di settore giovanile. Da una parte ci sono società per cui la creazione di squadre B andrà ad incidere sul bilancio, dato che toglierà o comunque ridurrà gli incassi per le eventuali valorizzazioni, dall’altra ci sono club che invece, grazie a ragazzi di proprietà ed un vivaio curato, potranno confrontarsi ad armi pari contro Under 21 e 23. Chi ne guadagnerà sarà forse la LND perché tante società saranno costrette ad attingere dai dilettanti, ma anche questa situazione ha dei contro perché non tutti i club possono permettersi di sopportare il peso economico della stipula di ulteriori contratti”.
Ufficio Stampa