Bilanci, obiettivi, pensieri personali e non: Mirco Petrella si racconta a 360°

Con le sue prestazioni ha conquistato l’affetto dei tifosi rossoalabardati, rivelandosi pedina preziosa nel reparto avanzato, con la sua rapidità ed un mancino al veleno: Mirco Petrella traccia un bilancio personale e complessivo dopo il secondo giorno di allenamenti, mostrando di essere più che mai smanioso di ricominciare a fare sul serio.
Innanzitutto le condizioni fisiche, viste le contusioni rimediate nelle trasferte di San Benedetto e Reggio Emilia: “Mi sento molto bene, dispiaciuto per non aver potuto dare tutto il mio contributo nelle due precedenti partite complice una forte botta vicina all’articolazione del ginocchio. Il punto un po’ delicato ha portato dolore e gonfiore, ora però sto riprendendo al meglio e in allenamento non sento alcun problema. Ancora un lievissimo dolore nel punto di massima estensione c’è, ma in confronto a un paio di settimane fa posso dire di sentirmi ristabilito, pronto a dare il massimo per la causa”.

Una preparazione che, pur se appena iniziata, sta procedendo al meglio anche per ciò che concerne il resto dei compagni. La situazione complessiva e le problematiche che hanno costretto l’Unione a un girone d’andata spesso in condizioni d’emergenza nel pensiero di Mirco, che con orgoglio sottolinea il positivo rendimento alabardato: “Le condizioni del gruppo sono buone, c’è grande voglia di lavorare e tornare a fare sul serio. Vero che abbiamo ancora alcuni indisponibili, ma sia Daniele Mori che Ivan (Castiglia, ndr) hanno ripreso a lavorare in gruppo e mi sembrano in buone condizioni. La speranza è di averli a disposizione per la partita in casa del 20 gennaio – auspica Mirco – ma in ogni caso nella peggiore delle ipotesi credo saranno a tutti gli effetti disponibili per il match successivo. Purtroppo il nostro girone d’andata è stato segnato da tanta sfortuna sul fronte infortuni, anche per il fatto che si sono verificati più o meno tutti nello stesso reparto. Siamo consapevoli che la squadra nonostante le tante defezioni avrebbe potuto ottenere qualcosa in più, ma allo stesso tempo siamo orgogliosi di quanto mostrato e conquistato sul campo. Sono convinto che qualsiasi altra squadra – prosegue l’attaccante alabardato – con un intero quartetto difensivo perennemente indisponibile, non sarebbe riuscita a fare quello che abbiamo fatto noi. Dobbiamo far tesoro anche di questo pensiero, per ripartire ancor più carichi e comunque consapevoli di dover e poter fare meglio. Sappiamo dove dobbiamo migliorare e l’ambiente, il gruppo, ha grande voglia di ottenere i migliori risultati possibili”.

Girone di ritorno che, come detto anche da mister Sannino, sarà più difficile rispetto all’andata. Le squadre si conoscono meglio, qualcuna cambierà qualche pedina, ma l’equilibrio complessivo secondo Mirco comunque rimarrà: “Abbiamo visto già nel girone d’andata quanto questo sia un campionato difficile, equilibrato, dove il singolo episodio può fare la differenza. A titolo personale penso a una partita come quella di Reggio Emilia dove abbiamo concesso poco o nulla, recriminando legittimamente per almeno un rigore non concesso sul punteggio di parità e tornando poi a casa con una sconfitta che ci ha fatto tanta rabbia. Penso anche a squadre in difficoltà di classifica come il Fano, che comunque se la sono sempre giocata alla pari con tutte, vendendo cara la pelle ogni partita. Non è un campionato semplice, non ci sono squadre morbide da affrontare, questo dobbiamo tenerlo bene a mente in vista del ritorno. Il mercato? Credo che toccare equilibri già creati in precedenza possa portare meno benefici di quanto si creda – spiega Mirco – oltretutto a stagione in corso è complesso andare a trovare giocatori adatti al progetto. C’è poi da considerare anche il discorso dei rispettivi obiettivi, condizionati dalle difficoltà di squadre come il Modena e, in questo periodo, Vicenza. Fattori che potrebbero eliminare in via definitiva il pericolo di retrocedere rendendo meno necessario, oggettivamente, il bisogno di alcune squadre di rinforzarsi a tutti i costi. Quello che non cambierà sarà comunque il grado difficoltà di ogni singola partita, in un torneo dove puoi vincere contro chiunque ma anche tornare a casa a mani vuote contro chiunque”.

Le difficoltà di Modena e Vicenza sono per Mirco uno spunto per dedicare un pensiero a queste e ad altre piazze storiche, estendendo il concetto ai risultati del movimento calcio: “Il Modena è già stato escluso dal campionato e il Vicenza naviga in acque molto cattive. E’ una cosa a dir poco spiacevole, ancor più pensando al fatto che pochi anni fa si trovavano ai vertici del nostro calcio. Penso alla semifinale di Coppa Coppe dei berici contro il Chelsea, alla Coppa Italia, all’exploit del Modena che nel 2002-2003 tornò in Serie A giocandosela alla grande. Mi vengono in mente altre situazioni di grande difficioltà e realtà che, con alterne fortune, sono state costrette a ricominciare tutto da capo come Parma, Mantova, Ancona e via dicendo. Sono cose che fanno riflettere e che secondo me non possono non essere collegate anche ai risultati non certo trionfali del nostro calcio da un po’ di anni a questa parte, basti pensare alla mancata qualificazione ai prossimi mondiali della nostra Nazionale”.

Chiusura tornando alla stagione di Mirco in maglia alabardata, ritagliandosi uno spazio importante e con la voglia di crescere ancora, a livello personale e di squadra: “Non sono solito fare promesse e guardare troppo avanti, cerco di dare sempre il meglio di me stesso per imparare e diventare più forte. L’obiettivo non può che essere questo, lavorare sempre con impegno, dare il meglio per poter migliorare, ottenere risultati sempre più importanti e vivere esperienze che mi permettano di salire costantemente di livello. L’auspicio è quello di farlo con questa maglia, in una realtà nella quale mi trovo benissimo”.

Ultima battuta sulla sua ormai celebre esultanza, chiara tanto quanto la spiegazione di Mirco e la fragorosa risata che l’aneddoto genera: “Ogni volta che segno viene spontaneo aggiungere due spanne sopra la mia testa. Il concetto mi sembra piuttosto chiaro ma tolgo ogni dubbio. Cosa può significare? Facile. Pensate quanti gol farei se fossi alto due spanne in più..”.

Ufficio Stampa