PAROLA ALLA DIFESA, COACH CESARI: “STUDIO LE AVVERSARIE E INSEGNO LA CULTURA DEL LAVORO”
Dopo Antonio Pollice, Head Coach del Sanga nelle prime due giornate di campionato, è ora la volta di Luigi Cesari, l’altro assistente di Franz Pinotti, uomo di grande carisma, laureato in Fisica e con grande esperienza lavorativa da ingegnere nel mondo della Computer Science, la moderna cibernetica. Una lunga militanza in parquet maschili e femminili e tanta esperienza accumulata in America e molti risultati positivi in giro per l’Italia (Montichiari, Broni, Piacenza, Alba Adriatica con una promozione dalla C2 alla C1 in campo maschile) culminati di recente con il tricolore Under 16 maschile a Carpi.
Quest’anno il ritorno al Sanga dove aveva già collaborato qualche anno fa conquistando una storica salvezza e disputando poi un campionato di alto livello.
Ritorno al Sanga perché?
Ho fatto un’esperienza da capo allenatore a Carugate e poi l’anno scorso ho vinto con Under 16 il campionato maschile a Carpi. Avevo voglia di tornare nel mondo professionistico e cercavo qualcosa nell’A2 femminile, un torneo di buon livello, dove si fanno le cose appunto in maniera molto professionale. Io abito a Salsomaggiore e cercavo qualcosa vicino a casa magari da capo allenatore, anche perché mia figlia lavora a Parma e spesso faccio il nonno di un nipotino di 2 anni che è già alto 98 cm.
Se non fa basket guai a lui!! Non ho trovato niente di soddisfacente e allora ho chiamato Franz con il quale avevo lavorato bene in passato e
abbiamo trovato subito quello che fa al caso mio. Mi piace molto il
progetto Sanga con un settore giovanile di oltre 500 bambini e questo mi
rende meno pesante i viaggi due o tre volte alla settimana da
Salsomaggiore a Milano e ritorno (ride).
Di cosa ti occupi nello specifico?
Franz è Head Coach, io invece mi dedico anima e corpo al Sanga Lab, dove
analizzo tutto quello che si fa e si dovrebbe fare in campo. Guardo e
studio attentamente i filmati delle squadre avversarie, il loro gioco
d’attacco e preparo le contromisure difensive per la partita successiva.
In palestra organizzo poi la fese difensiva.
Per lavoro sei stato anche negli Usa, patria della pallacanestro, cosa
hai imparato?
Ancora oggi guardo tantissimo basket americano, in tutte le salse e lo
studio bene. Le loro metodologie sono un punto di riferimento e a volte
purtroppo in Italia sono difficili da applicare per mancanza di
infrastrutture e tempo, visto che molte volte si deve lasciare la
palestra ad altri sport.
Su cosa ti soffermi di più nel tuo lavoro sul parquet?
Insisto molto sull’intensità, sul ritmo, sulla volontà e avendo lavorato
in America ho imparato la loro cultura del lavoro che anche nello sport
serve tantissimo. Alle ragazze e ai ragazzi cerco di trasmettere proprio
questo, come del resto faccio anche con i più piccoli, perché spesso
siamo noi allenatori ad avere un ruolo importante, oltre ai genitori,
insegnando la serietà, la disciplina e i valori dello sport. Lo sport è
una scuola di vita e a volte lo stare in panchina come riserva può
essere uno stimolo a fare meglio. Quando c’è rispetto reciproco fra
allenatore e giocatori e giocatrici i risultati arrivano.
Ultima domanda, che campionato sarà quello del Sanga?
Abbiamo fatto una scommessa puntando sulle nostre giovani e non sulla
straniera. Negli ultimi anni abbiamo sempre disputato ottimi campionati,
vogliamo riconfermarci. Siamo un bel gruppo e abbiamo tutte le carte in
regola per fare bene. Puntiamo ad arrivare nelle prime quattro per fare
la Coppa Italia e sicuramente nei playoff. Le tante giovani promettenti
che abbiamo aggiunto al nucleo storico di giocatrici insieme alla
continuità dello staff tecnico possono rappresentare il valore aggiunto
di questa squadra. Mi sbilancio? Dai, arriviamo fra le prime sei.
Ufficio Stampa