Luana Merli, attaccante classe 1987, nonostante le varie richieste provenienti anche dalla serie A, rinnova ancora per un altro anno con il sodalizio bergamasco. Raggiunta la quota di 30 reti nello scorso campionato, il bomber di Cenate Sotto si appresta a vivere un’altra stagione con i colori rossoblù. L’abbiamo incontrata pochi giorni prima del ritiro di Serina.

Ciao Luana e grazie per la disponibilità.
Di solito le interviste iniziano con altre domande, voglio andare controcorrente e chiederti degli obiettivi che ti prefiggi per la prossima stagione.

Hai segnato 30 reti lo scorso anno, che difficoltà ulteriori pensi di incontrare nel nuovo campionato visto che i difensori cercheranno di marcarti con più attenzione viste le tue realizzazioni?
Nel prossimo campionato i difensori, visto che ormai mi conoscono,  cercheranno  di fermarmi sfruttando i miei punti deboli, quindi sarà più difficile  ma io lavorerò su di essi per migliorarli.

Quindi quali obiettivi pensi di perseguire sia personali che di squadra?
L’obbiettivo personale ovviamente sarà quello di ripetermi come capocannoniere e segnare più gol rispetto all’anno passato, mentre quello di squadra è di crescere insieme, di vincere il campionato, e di essere una squadra sempre più valida e meritevole di attenzione.

Veniamo a te, come hai iniziato a giocare a calcio?
Ho iniziato a giocare all’età di 6 anni nella squadra dell’oratorio del mio paese con i maschi, per poi all’età di 13 anni far parte di una squadra femminile l’Almennese, poi diventata Atalanta. Successivamente ho avuto uno stop di 8 anni per motivi di lavoro per poi riprendere in serie C con il Villa Valle. L’approdo all’Orobica è avvenuto tre anni fa con la serie A e spero di rimanere a lungo.

Quali sono stati gli aspetti più importanti che ti hanno portato ad essere la calciatrice che sei oggi?
Prima di tutto far parte di una società completa come l’Orobica che ha creato un modello in cui tutto è fatto con cura e con lo scopo di far stare bene le giocatrici sia dentro che fuori dal campo. I grandi valori che ci sono qui vengono trasmessi dalla prima squadra alle più piccole e viceversa passando per gli allenatori e i dirigenti per cui tutto diventa tutto più semplice: ti trasmette il senso di appartenenza, la condivisione e l’identificazione di una maglia, quella dell’Orobica.

Chi è Luana Merli al di fuori del rettangolo di gioco, quali sono i tuoi interessi al di là del calcio?
I miei interessi al di là del calcio si concentrano sul mio lavoro che è quello di barista, che ho ritrovato nell’ ultimo periodo e che mi porta via parecchio tempo. In futuro mi piacerebbe frequentare un corso di barman e da lì, lavorare fare delle stagioni all’estero e magari aprire un locale tutto mio.
Quindi la prossima domanda sorge spontanea. Come riesci a conciliare gli allenamenti con il tuo lavoro?
Fortunatamente quest’anno il lavoro di barista mi tiene impegnata la mattina e qualche ora il pomeriggio, quindi direi che riesco a gestire allenamenti e lavoro nel migliore dei modi.

Hai appena rinnovato con l’Orobica che negli ultimi anni ha avuto una crescita costante a livello societario ma anche a livello tecnico soprattutto giovanile. Quali sono stati i motivi che ti hanno indotto anni fa ad entrare ed oggi a rimanere in questa squadra?
Come ho detto prima il progetto di crescita, infatti l’Orobica è una società che si è evoluta e lo sta facendo tuttora soprattutto con il settore giovanile, dalle pulcine alla juniores, fino ad arrivare alla prima squadra.  C’è molto lavoro dietro e penso che nei prossimi anni crescerà ancora di più. Inoltre mi trovo bene con le compagne e mi sento in ogni momento tutelata dalla società. Questi sono i motivi per cui ho firmato anche quest’anno.

Tre anni fa hai giocato in serie A, quali sono le differenze più evidenti tra le due categorie?
Direi la tecnica individuale in primis, decisamente più alta nelle giocatrici di A e la presenza di atlete con un approccio mentale molto più forte che nella serie cadetta, oltre alla normale differenza sia fisica che tattica.

Hai avuto o hai tuttora una giocatrice o un giocatore di ispirazione o comunque a cui ti sei riferita?
Non ho molto tempo per seguire il calcio in TV sia femminile che maschile, ma il mio idolo è sempre stato e sarà Leonardo Bonucci.

Secondo te di cosa ha bisogno il calcio femminile per ottenere quella visibilità e considerazione che merita?
In italia, rispetto al calcio femminile estero, purtroppo non c’è stata la svolta decisiva. Diciamo che si potrebbe lavorare di più sulla diffusione delle partite per esempio tramite dirette tv, servizi televisivi nei tg sportivi, articoli pubblicati quotidianamente su giornali, promozione sul territorio, sviluppo di progetti formativi ecc. Questo permetterebbe non solo la crescita di tutto il movimento calcistico femminile ma darebbe la possibilità alle giocatrici più giovani di me di avere un futuro calcistico migliore.
Quindi idee chiare per Luana che ancora una volta dimostra non solo di saper segnare tanti goal ma di cavarsela anche in questa intervista.
La ringraziamo per il tempo concessoci e le facciamo un grosso in bocca al lupo per la stagione che sta per arrrivare.

Ufficio Comunicazione