“Vogliamo aprire un nuovo ciclo. Bonucci l’acquisto più affascinante, il rinnovo di Gigio sembrava una missione impossibile”.

“Il Torino sa che osserviamo Belotti. Morata e Sanches possibili ma solo alle nostre condizioni”

Oggi, lunedì 17 luglio 2017, la redazione di “Premium Sport” ha realizzato un’intervista esclusiva al direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli.

Di seguito il virgolettato dell’intervista:
Mirabelli dichiara: “La mia è stata una scelta coraggiosa (di lasciare l’Inter senza avere ancora uno stipendio garantito ndr), però poi l’epilogo positivo mi ha dato ragione. Quando è arrivata la possibilità di fare quello che sto facendo al Milan, non ci ho pensato due volte e ho accettato tranquillamente di correre un grandissimo rischio. I mesi del closing non li ho vissuti benissimo, se non li avete vissuto bene voi, figuratevi noi che eravamo protagonisti fantasma di questo famoso closing. Non è stato facile, dovevamo continuare a lavorare, andare in giro per il mondo sapendo che venivamo guardati con sospetto. Non c’era nessuna certezza, non potevamo parlare per conto del Milan. Nove mesi sono tanti. Più difficile fare il direttore sportivo al Cosenza o al Milan? Sono responsabilità naturalmente differenti, differente è il fascino ma non ho mai avuto la percezione di cambiare il mio modo di fare e di essere. Deve rimanere uguale sapendo che oggi rappresento uno dei club più titolati al mondo. La gavetta è servita tanto, mi sono sempre guadagnato le categorie, nessuno mi ha regalato niente. Ho vinto tutti i campionati, dai dilettanti alla B. Non mi sento impreparato ma padrone del ruolo. Farò errori come tutti ma so giornalmente di cosa parlo e come agisco. I grandi colpi sul mercato? Avevamo necessità di dare subito un’impronta, di prendere un blocco di giocatori per aprire un buon ciclo ma il Milan, come qualsiasi squadra ha il dovere di credere nello scouting perché poi dobbiamo trattare giocatori per milioni di euro: abbiamo il dovere di conoscerli, non di acquisirli per sentito dire come accade in tante società. In questo progetto scouting saremo in tanti a lavorare, dalla prima squadra al settore giovanile: è un metodo ‘nostro’. Contiamo di arrivare prima su alcuni profili per poterli acquistare a prezzi vantaggiosi. L’acquisto più facile? E’ stato Conti, che a voi è sembrato difficilissimo ma in realtà è stato molto facile perché dopo la prima telefonata che gli ho fatto era già con la maglia del Milan: è stato straordinario. Quello più affascinante? Direi Bonucci perché è stato ‘cotto e mangiato’ e quasi non ci rendiamo ancora conto: nel momento in cui abbiamo avuto questa possibilità abbiamo subito affondando il colpo. Bonucci è un giocatore straordinario, insieme a Sergio Ramos è uno dei centrali più forti al mondo, sia a livello tecnico che sotto l’aspetto del carisma. Nel corso degli anni ha imparato a vincere, sa come si vince ed è un acquisto importantissimo. Poi, strapparlo alla Juve, non è stato facilissimo. Abbiamo dato un bel segnale, non trovo le parole per esprimere le sensazioni degli ultimi giorni. L’acquisto più difficile? Il più complicato è un non acquisto, è stato il rinnovo di Donnarumma. Dal primo giorno dopo che ci siamo insediati era la nostra missione impossibile. Ereditare una cosa così complicata come Donnarumam con il contratto in scadenza non è stato facile. L’eccellente management precedente non era riuscito a farlo rinnovare, quindi noi per molti avevamo zero possibilità. Invece è stato molto complicato ma alla fine, con grande soddisfazione, ci siamo riusciti. E’ contata solo la volontà del giocatore e della famiglia e noi abbiamo lavorato su quello. Donnarumma voleva assolutamente il Milan, la famiglia pure: questa è stata la chiave. I rapporti con Lotito? Con Lotito abbiamo ottimi rapporti. Sa fare benissimo il presidente, è un esempio da seguire. Quando chiede una cifra non molla la presa neanche a morire, noi avevamo l’obiettivo Biglia e l’abbiamo portato a casa. Il Torino irritato per Belotti? Ci dispiace se il Torino si è irritato. Noi abbiamo in mente una serie di attaccanti, stiamo chiedendo informazioni. Stiamo parlando col Torino, loro sanno che Belotti è un giocatore che stiamo osservando, così come altri nomi che sono usciti sui giornali e altri che non sono usciti. Il mercato è ancora lungo, abbiamo le idee chiare e stiamo attendendo ma non devono esserci irritazioni, stiamo lavorando con chiarezza e trasparenza, avvisiamo sempre le società prima di parlare con i vari giocatori. Morata ancora impossibile? E’ uno dei giocatori che abbiamo sondato fin dall’inizio e lui ci aveva dato ampia disponibilità. Poi la pista si è complicata, un po’ per la finale di Champions che dovevano giocare, un po’ per la concorrenza di altri club, ma questa pista potrà riscaldarsi in futuro, ma sempre alle nostre condizioni. Renato Saches e Ghezzal? Renato Sanches lo conosco bene fin dai tempi del Benfica. Al Bayern non ha trovato tanto spazio: se ci fosse la necessità di un altro centrocampista potremmo valutarlo ma a determinate condizioni. Ghezzal è un parametro zero, è abbastanza interessante ma ora siamo concentrati su altri fronti. Può anche esserci l’arrivo di una punta esterna: il mercato è lungo. L’obiettivo del Milan? Il Milan è un cantiere aperto. Serve assemblare gli elementi nuovi con quelli vecchi. Vorremmo vincere tutte le partite ma il nostro percorso è lungo, vogliamo aprire un ciclo. Tra 2-3 anni contiamo di diventare una squadra importante. Nella prossima stagione non dobbiamo far perdere ai tifosi l’entusiasmo che abbiamo ricreato. Il gruppo deve lottare in ogni match, con un San Siro di nuovo pieno. Il nostro obiettivo è questo più che collocarci dietro alla Juve o ad altre formazioni anche perché preferisco collocarmi davanti…”

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