Sabato 10 giugno la Itala Pechino-Parigi e le due vetture a vapore Trinci del 1879 e Pecori del 1891 saranno esposte in piazza Vittorio Veneto e apriranno il Gran Premio Parco del Valentino

Non solo supercar mozzafiato e le ultime novità delle grandi case automobilistiche: anche quest’anno il Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli”, custode e testimone della creatività artigiana e industriale legata al mondo dei motori, torna al Salone dell’Auto Parco Valentino con tre vetture straordinarie che hanno segnato l’evoluzione della cultura automobilistica. Sabato 10 giugno la mitica Itala Pechino-Parigi e due vetture a vapore recentemente restaurate, la carrozza Trinci del 1879 e il triciclo Pecori del 1891, saranno esposte dalle 10 alle 15 in piazza Vittorio Veneto e parteciperanno, per un breve tratto, al Gran Premio Parco del Valentino, che partirà nel pomeriggio per concludersi alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Il fascino e la storia dei veicoli d’epoca saranno ancora una volta protagonisti del grande appuntamento dedicato agli appassionati delle quattro ruote, che potranno vedere da vicino tre vetture-simbolo della collezione del museo torinese, assolutamente innovative per l’epoca in cui sono state concepite. Con la partecipazione al Salone dell’Auto Torino il MAUTO – progetto in costante evoluzione, luogo di memoria prestigioso e unico nel suo genere – vuole ancora una volta ribadire la sua mission non solo conservativa ma anche didattica: lo stile deve essere coniugato alla funzionalità e ogni vettura pensata e disegnata per muoversi in un contesto e di quel contesto farsi interprete.

CARROZZA A VAPORE “ENRICO TRINCI E FIGLIO” – ITALIA 1879
Nella prima metà dell’Ottocento ci furono numerosi inventori che applicarono il motore a vapore alle carrozze originalmente ippotrainate. A partire dalla seconda metà del secolo, si iniziarono a studiare motori sempre più piccoli capaci di poter far muovere mezzi sempre più compatti e alla portata di tutti. È il caso di questo singolare mezzo che poteva raggiungere i 18 km/h, costruito nel 1879 dal rinomato costruttore di carrozze pistoiese Enrico Trinci ed è l’unico superstite di una serie di pochissimi esemplari destinati alle famiglie nobili toscane. La carrozza apparteneva alla Famiglia Milani, proprietari della Tenuta “La Gigliola” a Montespertoli, nel Chianti.
Il veicolo è composto da un generatore di vapore tipo locomotiva che lavora ad una pressione di 8 atmosfere. Un motore a due cilindri orizzontali, con distribuzione del vapore a cassetto inclinato e glifo di Stephenson per l’inversione del moto, trasmette il movimento alla ruota anteriore mediante due catene.  Il motore e la caldaia sono imbullonati su di un telaio in legno rinforzato con lame di ferro e le ruote sono montate su ammortizzatori a balestra e molloni. La direzionalità del veicolo era data mediante un’asta ricurva con maniglia che agiva sulle ruote posteriori. È previsto anche un particolare freno in legno sulla ruota motrice azionato da un pistone mosso dal vapore generato dalla caldaia. Al veicolo era inoltre abbinata una carrozza passeggeri tipo “Duc de Dame”.
Collezione dell’Ing. Davide Lorenzone
TRICICLO A VAPORE “PECORI” – ITALIA 1891
Alla fine dell’Ottocento il futuro dell’automobile può essere a scoppio, elettrico o a vapore, e la storia ancora non ha deciso quale delle soluzioni prenderà il sopravvento. Enrico Pecori, di nobile famiglia Toscana, uno dei primi velocipedisti a circolare per le strade della Lombardia, socio fondatore dell’Unione Velocipedisti Italiani e del Touring, ci prova con un bicilindrico alimentato da un generatore di vapore cilindrico verticale a tubi da fumo che equipaggia uno snello triciclo. La trasmissione sull’asse posteriore è a catena e l’impostazione piuttosto avanzata: nonostante i vari tentativi, solo qualche anno dopo le caldaie sarebbero state definitivamente abbandonate e per l’esperimento non ci sarà un seguito. Di notevole interesse è il differenziale che unisce le due ruote posteriori e sul quale scorre la catena che prende il moto dall’albero motore. Pecori opta per l’applicazione del differenziale e la direzionalità sulla singola ruota anteriore in questo modo si evita la progettazione del sistema di inversione del moto. Il triciclo ha solo un senso di marcia che viene invertito grazie al raggio di curvatura della ruota anteriore (prossimo ai 90 Gradi) e l’uso del differenziale che mettendosi in funzione fa sì che una ruota posteriore agisca da perno mentre l’altra ruota posteriore percorrerà la circonferenza invertendo il senso di marcia.

Dono di A. Pecori, Caslino d’Erba (Como)

ITALA MOD. 35/45 HP (PECHINO – PARIGI) – ITALIA 1907

È la storica vettura che nel 1907, con l’equipaggio composto dal principe Scipione Borghese, il meccanico Ettore Guizzardi e Luigi Barzini, inviato speciale del Corriere della Sera, vinse in 60 giorni il raid Pechino-Parigi, promosso dal quotidiano francese “Le Matin”. La macchina italiana precedette le più vicine avversarie di ben 20 giorni, dopo aver superato insidie naturali e ostacoli di ogni genere disseminati lungo i 16.000 chilometri percorsi in 60 giorni, in un’epoca ed in luoghi in cui un’automobile non si era mai vista prima, in cui trovare il carburante era un’impresa ed in cui anche piccoli inconvenienti richiedevano grandi imprese. Appositamente attrezzata per la gara, dotata di due enormi serbatoi laterali per la benzina, la Itala (in seguito chiamata Pechino-Parigi) era azionata da un motore di oltre 7 litri di cilindrata con un cambio a 4 marce. Nel 2007 l’Itala, per festeggiare i suoi “primi” cento anni dalla grande impresa ripercorse insieme al team Overland il percorso opposto da Parigi a Pechino.