Per avere prove concrete di quanto sia forte il “mito” della Ferrari basta guardare le ultime notizie sul Web: non passa giorno, infatti, che da tutto il mondo non arrivi qualche nuova curiosità sulle vetture del Cavallino Rampante, ormai entrata nell’immaginario collettivo come auto da sogno per gli appassionati di motori e non solo.

Ritorno alla vittoria in F1
E se quest’anno sembra finalmente tornato il sereno anche sul comparto sportivo, con la monoposto di Vettel che ha conquistato il GP di Melbourne (tornando a vincere il primo GP dell’anno dopo ben 8 stagioni, da quel lontano 2007 in cui Raikkonen vinse poi il titolo piloti), sul marchio a ben vedere non ci sono mai state ombre, al punto che il Cavallino Rampante continua a primeggiare nelle classifiche di popolarità dei brand, anche via social.

Al volante della Ferrari
E anche se il fattore “esclusività” continua a essere uno dei marchi di fabbrica dell’azienda italiana, negli ultimi grazie ai servizi offerti da Rse Italia è possibile accorciare la distanza con il mito: acquistando uno dei pacchetti presenti sul portale, infatti, si può per un giorno guidare una Ferrari in una delle piste presenti in catalogo, vivendo in prima persona una esperienza da sogno al volante di un bolide di lusso.

 

Anche dei flop
Eppure, non tutte le notizie che riguardano il Cavallino Rampante sono positive: un esempio arriva da una recente indagine su alcuni dei peggiori “flop” del mercato in Italia degli ultimi quarant’anni. Una classifica particolare, in cui compaiono ben due modelli prodotti a Maranello, ovvero la Ferrari Mondial nella sua prima versione del 1980, che come scritto non convinse per l’immagine poco consona a una sportiva di lusso e per prestazioni considerate non ottimali, e la Ferrari Dino GT4 del 1974, dedicata al giovane rampollo della famiglia Ferrari scomparso prematuramente.

La Ferrari di Trump all’asta

E inferiore alle attese è stato anche il risultato dell’asta che in Florida ha avuto protagonista la Ferrari F430 che era stata proprietà dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: nonostante il tanto parlare delle scorse settimane, infatti, la vendita all’incanto non ha raggiunto il prezzo di riserva né ha avvicinato, di conseguenza, la stima più ottimistica di 350 mila dollari. Alla fine delle contrattazioni, infatti, il lotto è stato scambiato a 270 mila dollari, mentre le previsioni parlavano di almeno 350 mila dollari.

Acquirente segreto
La Ferrari F430 era stata comprata dal magnate americano nel 2007 e rimasta nelle sue disponibilità fino al 2011, anche se in realtà usata molto poco, visto che al momento della vendita il contachilometri segnava “appena” 6 mila miglia, ovvero poco meno di 10 mila chilometri. L’identità dell’acquirente finale è rimasta ignota, ma gli organizzatori hanno rivelato che l’offerta finale è arrivata dopo una successiva contrattazione privata.

Fortune diverse per le altre auto di Trump
Per la cronaca, altre auto appartenute a Trump hanno avuto sorti decisamente più “fortunate”: l’anno scorso una Cadillac ha sfiorato i 70 mila dollari a un’asta nel Regno Unito, valore quattro volte superiore rispetto alla media raggiunta da modelli paragonabili, mentre una Lamborghini Diablo a settembre ha raggiunto i 460 mila dollari, ovvero il 75% in più rispetto alla media della supercar di Sant’Agata Bolognese.

Un caso edificante?
Diverso invece il destino di una Ferrari 458 spider sequestrata alla criminalità organizzata dalla Direzione distrettuale antimafia: dopo un periodo di attesa, questo bolide è stato affidato temporaneamente alla Polizia Locale di Milano, che lo utilizzerà (almeno) fino a quando l’inchiesta che ha portato al sequestro non arriverà in Cassazione. Per la cronaca, se il proprietario imputato si dimostrasse innocente e avesse diritto alla restituzione, la Ferrari gli sarà riconsegnata senza oneri per il Comune.

Per maggiori approfondimenti:
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Ufficio Stampa

A. Capuano