Alessandra Marzari, presidente del Presidente del Consorzio Vero Volley, è un concentrato di entusiasmo e passione messo al servizio della pallavolo, al fianco di Carlo Magri.
Il suo motto, come quello del resto della squadra, è “Rinnovare nel segno della continuità”.
Ci tiene a raccontarsi e a descriversi in modo che non ci siano dubbi sul suo modo di fare.
“Io sono una persona sincera e leale; non mi siedo ad un tavolo per dire sempre di si. Credo che ci voglia soprattutto coerenza, per questo quando non sono d’accordo con qualcosa esprimo chiaramente il mio dissenso, senza farmi condizionare”.

Cosa la spinge a questa veemente “dichiarazione di intenti” ?
“A costo di alzare una piccola polemica, credo di poter affermare chi ha fatto parte del Consiglio Federale non possa rinnegare tutto, visto che è stato protagonista nelle decisioni. L’affermazione che la Federazione è stata malgovernata è un commento poco credibile se viene fatto da chi ne era all’interno. Penso che le responsabilità di quanto è stato fatto in passato, nel bene e nel male, debbano essere condivise”.
Secondo lei quali sono le priorità che il Consiglio Federale dovrà affrontare una volta eletto?
“La pallavolo oggettivamente è cresciuta anche se ci sono delle aree geografiche che soffrono di ataviche carenze. Possiamo migliorare molte cose. Credo sia necessario dare la possibilità alle società portare le proprie istanze al presidente ed al consiglio federale interagendo direttamente  con i comitati regionali e territoriali. Ritengo poi sia fondamentale migliorare ed approfondire gli aspetti legati al marketing e alla comunicazione. Il nostro è certamente un prodotto di grande appeal ma è necessario saper venderlo meglio. Un altro aspetto riguarda  il tema della formazione, della ricerca e dell’innovazione, soprattutto per quanto attiene alle figure che operano  nell’ambito della Federazione e dei club. Allenatori e dirigenti devono avere gli strumenti per acquisire maggiori professionalità. Sarei molto contenta inoltre se tutte le società, piccole e grandi, avessero un senso di appartenenza più sviluppato “.
Come si crea una maggiore sinergia tra i vertici federali e i club?
“Semplicemente passando attraverso chi lavora nei singoli territori. Chi è delegato a questo deve attivarsi affinchè le cose funzionino meglio. Se un’area ha particolari difficoltà è il delegato che se ne deve occupare, riportando poi le istanze al presidente “.
Sul tema degli impianti, problema annoso, da dove iniziare?
“Faccio molta fatica a capire come possa intervenire una federazione su una problematica così estesa e così grave, drammaticamente acuita dalla crisi economica e politica degli ultimi.
Penso che sia una buon inizio cominciare a sostenere le società sportive attraverso un fondo di garanzia che potrà essere utilizzato per la sistemazione degli impianti già esistenti ma anche per l’acquisto di materiale. Bisognerebbe sviluppare progetti per rendere gli impianti funzionali e accoglienti per il pubblico. Non credo però che esista però una formula capace di soddisfare tutti. Bisogna analizzare caso per caso per le enormi differenze che ci sono fra nord e sud dove le criticità sono molto più marcate”.
Parliamo dei settori giovanili. Cosa c’è da fare per dargli ulteriore impulso?

“La prima cosa riguarda la comunicazione, se verremo eletti daremo vita ad una campagna media dedicata ai ragazzi e alle famiglie.  Per la crescita è necessario lavorare su una generazione di allenatori e dirigenti che conoscano bene l’età evolutiva dei ragazzi a cui si rivolgono, tenendo conto che i giovani hanno come impegno primario lo studio. Ci deve essere naturalmente maggiore attenzione per quegli atleti che hanno talento e che, in prospettiva, possono diventare di interesse per la categorie superiori, ma senza dimenticare la parte ludica dello sport ”.
In conclusione ribadiamo che comunque l’eredità che raccoglierete vi lascia una base importante su cui lavorare?
“I risultati degli ultimi 20 anni sono sotto gli occhi di tutti. In futuro il lavoro dovrà essere più condiviso, una Federazione ha il dovere di recepire le esigenze della base. Ai dirigenti di società il compito di creare aggregazione “.

Ufficio Stampa