«Felice per le mie prime 100 presenze in maglia azzurra»
Cento presenze con la maglia del Portici, un traguardo importante per Francesco Ragosta, che al 29’ della ripresa di Portici – Afragolese, vinta dagli azzurri per 3-1, entra di diritto nella storia del club vesuviano. Poteva essere una festa con gol per Ragosta, che è andato vicino alla rete in due occasioni, ma per il centrocampista classe ’94 c’è la soddisfazione di aver vestito la maglia azzurra, quella della squadra sua città, per ben 100 volte. Dalla Promozione all’Eccellenza, passando per Coppa Italia e playoff, Ragosta ha accompagnato la sua squadra nella scalata del calcio regionale, con il sogno di calcare la platea nazionale, la Serie D, sempre vivo, a maggior ragione dopo la convincente vittoria sull’Afragolese. «Sono contento per questo traguardo – spiega Ragosta – perché l’ho raggiunto con la squadra della mia città e non scambierei questa soddisfazione con nulla al mondo. Credo che a Portici ci siano tanti ragazzini che sognano di giocare in maglia azzurra, ma sono pochi quelli che ci riescono. Mi sento un po’ portavoce dei sogni di tanti ragazzi». Ragosta ripercorre le tappe della sua avventura in azzurro: «Sono arrivato l’anno della vittoria dei playoff in Promozione, dopo un anno con la juniores della Sibilla. Giocavamo al San Ciro, mi chiamò mister Sarnataro e della prima delle 100 presenze ricordo che battemmo il Pimonte in casa. All’epoca giocavo in attacco, poi dall’anno scorso, con mister Borrelli, che mi vede mezzala, ho arretrato fino a centrocampo il mio raggio d’azione». Sono 13 le reti di Ragosta con la maglia del Portici, ma il più bello per il classe ’94 è quello realizzato lo scorso anno al Giraud contro il Savoia, con la numero 10 sulle spalle: «Senza dubbio il gol che ricordo con più piacere. Prima della partita fui oggetto di sfottò da parte di Scielzo e Murolo, in particolare, perché diciamo che non sono proprio un numero 10. Ma più che fare gol a me interessa il collettivo. Preferisco che la squadra vinca piuttosto che segnare un gol». La partita più bella non può non essere quella che sancì la promozione in Eccellenza del Portici, la finale playoff col Teggiano: «Eravamo in sette uomini, sembrava finita per noi al 120’, ma incredibilmente riuscimmo a vincere quella partita. Al ritorno a Portici ci fu una grande festa, la città bloccata e piazza San Ciro che esplodeva di gioia. Spero di rivedere quella scena un giorno». Il sogno di Ragosta infatti è quello di scendere in campo con la maglia azzurra in Serie D: «È il mio piccolo sogno. Sono di Portici e vesto con orgoglio la magia della squadra della mia città. La categoria non m’interessa, tra l’altro gioco a calcio per passione. Spero di continuare a difendere i colori biancazzurri ancora per tanto tempo».
Vincenzo Tanzillo
Ufficio stampa ASD Portici 1906