Mele a Mel: gusto e tradizione ai piedi delle Dolomiti bellunesi
Una mostra mercato alla riscoperta dei sapori e delle tradizioni dell’autunno

Per tre giorni, da venerdì 7 a domenica 9 ottobre, Mel piccolo centro che sorge ai piedi delle Prealpi bellunesi, si anima di banchetti e artigiani, sapori tipici, gruppi folklorici e teatrali, attività per bambini, balli all’aperto, pranzi da sagra sotto l’ultimo sole quasi estivo con Mele a Mel, manifestazione ormai storica, mostra mercato e appuntamento fisso su antichi mestieri e tradizioni.

Le mele dei Comuni del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi sono state catalogate e sono tantissime, decine e decine, di tutti i tipi, le paste, le colorazioni, gli aromi: a seconda delle zone e delle tradizioni contadine, ci sono il pón de l’acqua e il pón prussian, il pón de la segala, la renetta, il pón musét o il fèro vècio. Per vederle tutte assieme, ogni anno a inizio autunno si va a Mel, un borgo antico abbarbicato su una collina lungo la sinistra Piave, tra il capoluogo di Provincia e Feltre (altro centro assolutamente da vedere, alle porte del Parco), per Mele a Mel, manifestazione ormai storica, mostra mercato e appuntamento fisso su antichi mestieri e tradizioni più o meno locali.

Mel è uno splendido centro di origine paleoveneta, placidamente raccolto al cospetto delle Prealpi Bellunesi, delle Vette Feltrine e delle Dolomiti, che sbucano aguzze dietro i monti della Valbelluna. È uno dei paesi bandiera arancione del Touring Club Italiano, un intrico elegante di ville e corti interne, splendide facciate affrescate e una bellissima piazza centrale (piazza Luciani).
Tutti gli angoli del centro storico, compresi i cortili privati di solito chiusi al pubblico, vengono vissuti e valorizzati durante Mele a Mel. La manifestazione si sviluppa proprio così, di corte in corte, e oltre ai prodotti esposti – dalle mele alla lana cotta, dalle marmellate agli oggetti in legno all’antiquariato – i visitatori si sorprendono incantati a guardare gli antichi palazzi del centro, i balconi ariosi, le linee eleganti delle facciate, le viste spettacolari sulla valle del Piave e le tante attività organizzate.

Mele a Mel è l’occasione per scoprire molto, della tipicità bellunese: dalla coltivazione resistente di canapa e vino alla mungitura delle mucche, dall’arte dell’apicoltura alla micologia, dalla battitura della falce alla lavorazione della lana, dal far la sgnapa (fare la grappa) alla creazione in ferro battuto…

Tra sedie in paglia, formaggi, botteghe artigiane improvvisate e piccoli animali, la protagonista della tre giorni resta comunque ovviamente la mela. In particolare in Cortile Guarnieri – la corte di palazzo Fulcis, che si affaccia sulla piazza principale del paese – è allestita una mostra pomologica con oltre 100 varietà del frutto proibito. La mela poi si gusta, in tutti i modi, in forma di succo o con i ravioli di farina di castagne, nel risotto o con le scaloppine, nelle frittelle, nelle kodinze, nella torta zumela…

La frustrazione, per chi partecipa a Mele a Mel, è scoprire che l’offerta è di gran lunga superiore alla capacità di qualunque stomaco. Il menu in fondo al programma della manifestazione è una pagina intera di specialità locali, dalla polenta ai fiori di zucca. L’autunno è il periodo ideale per gli amanti della buona tavola e dei sapori a chilometro zero. Nel Bellunese è il tempo felice dei fagioli e della zucca, delle mele, dell’uva, dei funghi, delle castagne… Quasi in ogni cortile a Mel c’è una cucina, o perlomeno un banchetto dove assaggiare qualcosa, e per i davvero affamati ci sono zuppe d’orzo e cosce di bue, baccalà, s’cios (lumache) o formai schiz.

Per chi, oltre a vagabondare tra cortili e banchetti, spettacoli di danza o teatrini, volesse conoscere di più e meglio, di Mel o dei suoi dintorni, consigliamo di dare un’occhiata al programma e farsi ispirare dall’interessante offerta di visite guidate al centro storico del borgo bandiera arancione e ai regni d’acqua e bosco poco lontano.

Ufficio Stampa