MONTEFALCO: TUTTI IN CAMPO PER IL MEMORIAL LORENZO ATTILI
“Conoscerlo è stata una fortuna, viverlo è stato un privilegio”. Con queste parole Nicola Zampolini ha rotto il ghiaccio su Lorenzo Attili, istruttore e cavaliere del Horses Le Lame (Montefalco), venuto a mancare non ancora trentenne il 28 agosto 2011. Una mancanza ancora fortemente percepibile presso la struttura del centro ippico umbro.
E’ dal 2012 che la famiglia Zampolini dedica un concorso in sua memoria. Concorso che quest’anno conta la quinta edizione.
Lorenzo, per loro, era “uno di famiglia”. Con queste tre parole, Nicola Zampolini etichetta il rapporto tra Attili e la famiglia Zampolini. “Io a quei tempi ero a Roma per gli studi universitari e quando tornavo a casa il venerdì, molto spesso lo trovavo a cena. Era il periodo in cui si progettava di costruire quello che si vede oggi a Le Lame. Si può affermare con certezza che l’intera struttura porti il contributo delle sue idee. Lorenzo partecipava attivamente al progetto con mio padre e, una volta terminati i lavori, sarebbe stato il responsabile dell’intera gestione”.

Il concorso ippico nazionale A 5* Memorial Lorenzo Attili  (29/31 luglio) vuole e deve essere un segnale di eterno affetto verso un ottimo cavaliere e verso un giovane uomo che è da tutti ricordato come un istruttore attento, meticoloso e sempre positivo.

“Dimostrare di non dimenticarlo mai in un contesto che rappresenta la sua più grande passione – ha dichiarato Nicola Zampolini – è una nostra esigenza che si coniuga con la divulgazione di un messaggio educativo, per tutti noi che abbiamo il privilegio di essere ancora qui: il rispetto per la vita”.

Chi lo conosceva, rammenta le sue qualità. Ma chi era Lorenzo Attili?

“Lorenzo è nato con il sorriso – ha dichiarato la sua mamma, Alberta – mai un capriccio, mai un lamento. Lui stava bene ovunque lo portassi. E così è rimasto per tutta la sua vita. Lorenzo trovava sempre la chiave giusta per affrontare la vita con entusiasmo e determinazione. Il suo primo disegno in assoluto, alla scuola materna, è stato un cavallo e nella sua pancia aveva inserito la sua casa. Questa passione ha motivato tutte le scelte più importanti. Prima fra tutte, cominciare a montare i pony all’età di 5 anni. Ricordo che quando aveva 15 anni prendeva l’apetta per salire sui monti e trascorrere il pomeriggio con i cavalli. Tornava a casa e mi diceva “mamma, oggi sei la seconda persona che incontro, dopo la barista”. Lui era felice così, in sella. E per montare, fare esperienza e imparare, era pronto a tutti i sacrifici. Non gli ho mai sentito dire “questo cavallo è un brocco”. Per lui tutti i cavalli meritavano la stessa dedizione. Quando ha scoperto di avere la leucemia non è cambiato di una virgola nel suo amore per la vita e nella sua dedizione verso gli altri, mantenendo quel sorriso di incoraggiamento che faceva sentire tutti noi più forti. Appena usciva dall’ospedale, seppur debilitato dalle terapie, indossava la mascherina e andava a far lezione.

Quando cercavo di ostacolarlo lui mi rispondeva “devo andare dai miei allievi, non posso abbandonare i miei ragazzi”.
Il progetto “Horses Le Lame” era tutto per lui. Un giorno, durante il definitivo ricovero in ospedale, l’ho trovato al telefono con Giovanni Zampolini. Lo aveva chiamato per assicurarsi che avesse scelto i fondi in sabbia francese Quali-Sol Toubin & Clément. “Fidati, Giovanni, è un investimento che ritornerà. Saranno tutti felici di venire a fare i concorsi da noi”, diceva. Per lui Giovanni era un secondo padre ed era entusiasta quando mi ripeteva “mamma, io per Giovanni sono il quarto figlio, me lo dice sempre”.
Sento ancora la mancanza di mio figlio, ma sono al tempo stesso fiera di lui, di quello che è stato per i suoi 28 anni. Lo voglio ricordare da piccino, mentre faceva salto ostacoli con il gioco della Lego, o quando, già adolescente, mi mostrava come fosse riuscito a far saltare la sua capra, e quando riuscì, non si sa come, a partire per l’Irlanda per montare con Conor Swail. Lui era così: umile, entusiasta, positivo e generoso. Spero che il concorso a lui dedicato sia un momento di celebrazione della vita. Lui vorrebbe questo”.