Senza storia il quinto turno di Pig League contro Lugo. Campioni in carica mai in discussione, il pitcher Bakay è un’arma letale. L’attacco estense salva la serata.
Neppure Di Caprio l’avrebbe scampata, contro orsi come questi. E non c’è formula magica che potesse aiutare i Mandrakes a fermare i pluricampioni in carica della Pig League, né impedire la seconda sconfitta stagionale (5-16) ad una settimana dalla bella prova contro gli Orioles. Il roster dei Bears di Lugo è impressionante, infarcito di stranieri ed ex professionisti e saldamente coperto in tutti i ruoli. Per gli estensi il risultato finale in fondo era atteso, e tuttavia è maturato in maniera non scontata. Il duca si è battuto come poteva con quello che aveva, senza rinunciare allo scontro ad onta della netta disparità di forze, specialmente nel bullpen: di qua ha pesato l’assenza di Abetini, di là c’era l’imbarazzo della scelta, ma tanto per non correre rischi inutili viene schierato partente il filippino Bakay, più che un pitcher un fucile. All’appuntamento col cecchino Ferrara si presenta sotto di tre, dopo il perentorio fuoricampo del cubano Cachi, con l’impressione che sarà già tanto arrivare in prima base. Visto così è un colpaccio, quello che fanno i maghi nel secondo inning: prima chiudono in difesa con uno splendido doppio gioco (Bell Mullen-Benetti-Ventura), poi sporcano il ruolino avversario strappando due punti che fanno morale, grazie a una bella doppia rubata della coppia Marzaduri-Bettoni. Di nuovo Bettoni va a segno nel quarto periodo, spingendo coraggiosamente fino a casa e scivolando sotto il naso del catcher avversario. L’ultimo punto lo strappa “Zio” Ivano, prima che partano i titoli di coda; Bakay sarebbe già a letto da un pezzo, ma la sola differenza fra lui e il rilievo è il numero di maglia, e i prestigiatori non riescono a fare di più. Fil rouge della serata, il corollario di mazzate gentilmente offerte dal lineup ospite, che batte cassa ad ogni turno: per gli esterni estensi è un incubo, la palla arriva corta quando loro sono lontani e li scavalca se giocano a ridosso del diamante. Diventa tattica la scelta di concedere un mare di basi obbligate sperando nel diamante e nel solito Regazzi (per lui due k); gli argini non bastano, anche se arrivano belle cose sparse da Bassi (out in terza su palla tesa), Bell Mullen (due difficili fly arretrando dalla posizione di interbase) e soprattutto da Stocchi, che sigla l’ultima eliminazione al  debutto in campionato nel ruolo di prima base.
“Non si poteva fare di più”, ammette il manager Benetti, “E non sono scontento di quello che ho visto. Eravamo entrati nel film che non avremmo nemmeno visto la palla, invece abbiamo fatto quattro punti, e in difesa nessun errore inevitabile. Stiamo crescendo.”
Segue pausa su tutti i campi, la Pig League riprenderà la seconda settimana di giugno. Per gli orange, prossimi impegni contro Indians, Manigoldi e Dustbins: un ciclo di fuoco, bisognerà crederci.

Ufficio Stampa