MAROTTA: “Cavalcata straordinaria. Rinnovo Allegri questa settimana o la prossima. Pogba può rimanere a lungo. Su Cuadrado, Morata, Cavani, Benatia, Andre Gomes, Lapadula e Totti…”
L’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, è intervenuto in diretta nella trasmissione di Sportitalia, Calcio Today, condotta da Gabriele Schiavi e Giada Giacalone. Ecco le sue considerazioni.

Nonostante qualche handicap all’inizio, la Juve è riuscita a conquistare uno Scudetto importantissimo, frutto anche del lavoro societario e tecnico…
“Sì, quella che abbiamo compiuto è stata una cavalcata straordinaria, merito soprattutto della squadra, dell’allenatore, ben supportati dalla società. Questo credo sia il modello più importante”.
Il protagonista principale forse è stato Massimiliano Allegri, che rappresenta il presente e il futuro. Quando il rinnovo?
“Questo ciclo è iniziato e ha ancora tutti i presupposti per continuare ad esistere, perchè chiaramente entrambe le posizioni sono di grande sintonia. Quindi il fatto che lui prosegua con noi è un dato scontato. Per quanto riguarda l’aspetto contrattuale si tratta di una formalità, ma lo faremo quanto prima. Adesso sono stati concessi dei giorni di riposo alla squadra e quindi anche Massimiliano si sta riposando. Credo che nel corso di questa settimana, se non la prossima, arriveremo ad una sigla su questo contratto”.

Lei ha detto che l’intenzione è quella di rendere la Juventus ancora più forte. Vogliamo fare anche una promessa ai tifosi? Promette un grande colpo anche a livello internazionale?
“Fare promesse del genere no, io dico che la Juventus da sempre deve cercare di migliorarsi, quindi questo è il nostro obiettivo. Cercando di diventare ancora più competitivi sfruttando quelle che sono le possibilità che questo mercato offre, quindi staremo attenti, vigili, sapendo comunque già oggi di poter contare su un gruppo invidiabile, fatto di grandi valori, di grandi qualità, non facilmente migliorabile, perchè i giocatori che fanno al caso nostro sono ben pochi e non sempre disponibili, perchè giustamente sono di proprietà di altri club importanti. E quindi, da questo punto di vista, riconosciamo il valore di questo gruppo e dall’altro anche il fatto che noi vogliamo comunque cogliere eventuali opportunità, se ci saranno”.

La Juventus vuole blindare Pogba e respingere anche un’ipotetica offerta? E’ il giocatore del presente e del futuro per la squadra bianconera?
“Io credo di sì. Lo è nel senso che dall’alto della sua gioventù ha dimostrato di essere un giocatore ormai completo, un giocatore che sicuramente può incidere nell’autonomia di gioco delle singole partite, quindi è normale che una società come la Juventus cercherà sempre di tenerselo stretto. Con lui abbiamo creato un rapporto molto importante, lui stesso ha detto più di una volta che in Juventus ha trovato un habitat naturale, quindi ci sono tutti i presupposti perché Pogba possa rimanere ancora a lungo con noi”.
C’è stato un momento in questa annata in cui avete temuto che potesse non essere una stagione positiva? Quando avete capito che la stagione stava andando nella maniera giusta e c’era la possibilità di vincere ancora?
“Se di fondo dobbiamo parlare, abbiamo toccato il fondo dopo la partita di Sassuolo, quando avevamo disputato ben 10 partite ottenendo solo la miseria di 12 punti. Poi da quel momento c’è stata la svolta, una svolta motivata sicuramente dal fatto che mister Allegri ha potuto contare su un organico non condizionato in quel momento da tanti infortuni in un settore specifico che era il centrocampo. Quindi abbiamo inanellato una serie di risultati positivi, direi anche di vittorie consecutive. Consideriamo che oggi, da quella partita, abbiamo disputato ben 25 partite, con 24 vittorie e un pareggio. Eravamo consapevoli delle difficoltà iniziali ed altrettanto consapevoli di riproporci ai vertici della classifica. Non immaginavamo di essere vittoriosi a tre domeniche dalla fine del campionato e avere dodici punti di vantaggio nei confronti della seconda, però l’ottimismo regnava in modo molto consistente. E direi la consapevolezza di arrivare al capolinea, sul podio, sotto lo striscione dell’arrivo, è arrivata con la partita e la vittoria conseguita a San Siro contro il Milan”.

Sabato, nella partita tra Inter e Udinese, c’erano zero italiani in campo. Possiamo dire che la Juventus non scenderà mai in campo con zero italiani? La base italiana rimarrà sia oggi che nel futuro un elemento chiave?
“Io credo che lo sia per qualsiasi club italiano che intende vincere lo Scudetto. La rappresentanza italiana è fondamentale, noi abbiamo uno zoccolo duro di campioni italiani che sono Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli, per parlare di quelli meno giovani, che capiscono benissimo cosa significa andare per esempio a Carpi e lottare contro una squadra importante e vincere, cosa significa andare a Sassuolo e magari sottovalutare la partita e perdere. Queste sono situazioni che solo chi gioca in Italia capisce, quindi la capacità e l’obiettivo della Juventus, ma secondo me di tanti altri club, deve essere quello di reperire sul mercato i migliori giovani in circolazione per creare poi lo zoccolo duro del futuro. Questa è una prerogativa a mio giudizio indispensabile per ottenere dei grandi risultati”.
Questa Juventus di Agnelli, Marotta, Paratici, e Allegri, è più forte di quella della Triade?
“No, penso che i paragoni non si possano fare perchè sono passati anche diversi anni da quel calcio, anche in termini di dinamiche, di spettacolo, i valori espressi sono differenti. Io dico che quella Juventus era forte tanto quanto questa Juventus. Parliamo sempre di una società che nel corso della storia, nei suoi 100 anni, ha dimostrato di rincorrere la vittoria, presupposto importante che quello è un obiettivo da sempre ricercato. Non a caso la Juventus ha vinto per la quinta volta il titolo di campione d’Italia consecutivamente ed è l’unica società che per ben due volte nella sua storia è riuscita a conseguire un risultato così straordinario. Lo ha fatto nel periodo 1930-35 e lo ha ripetuto oggi. Questa è la dimostrazione che sono passati quasi 100 anni, ma la voglia di vincere della Juventus era ed è assolutamente la stessa di quasi 100 anni fa”.

Cavani è realmente il vostro obiettivo?
“Noi non abbiamo un elemento preciso. Di Cavani si è parlato molto, ma si è parlato molto a livello mediatico. Io ho sempre esaltato le qualità di questo giocatore, ho sempre dovuto riconoscere il suo grande valore. Poi è un giocatore del Paris Saint-Germain, noi non abbiamo mai aperto una trattativa con il club francese ed io ho sempre confermato che si parla di un giocatore che sicuramente farebbe al caso non solo della Juventus ma di tanti club. Non dimentichiamo però che noi abbiamo un reparto offensivo che è costituito da tre giovani, Morata, Dybala e Zaza, e da un giocatore più esperto che è Mandzukic, i quali ci hanno regalato non solo delle belle prestazioni ma anche un grappolo di marcature”.

Cuadrado e Morata due nodi spinosi da risolvere? E le facciamo due nomi in entrata: Andrè Gomes e Benatia: sono due profili che possono interessare?
“Posso semplicemente dire, come ho detto per Cavani, che sono giocatori importanti, ma rispettivamente di altri club. Quindi vale il discorso di prima, noi valutiamo con molta prudenza consapevoli di avere già oggi una rosa molto competitiva. Non posso parlare di stravolgimenti in questa stagione, noi andremo a cogliere delle opportunità se ci saranno delle opportunità. Cuadrado e Morata sono due giocatori che fanno parte della nostra rosa e non nascondo che da parte nostra c’è la grande volontà di poterli confermare al nostro interno. Ci sono delle difficoltà da superare, cercheremo di farlo e vedremo anche quale sarà la disponibilità della società Chelsea nel caso di Cuadrado, che ne detiene i diritti sportivi, e che cosa succederà invece col Real Madrid per questo diritto di recompra”.
Secondo lei come si fa a non far diventare la Champions League un’ossessione?
“Innanzitutto bisogna sempre giocarsela, quindi ottenendo il diritto di farlo arrivando tra i primi tre. E questo è già il primo traguardo che la Juventus si deve porre ad ogni occasione. Poi non dimentichiamo che si tratta di un torneo differente rispetto al campionato, nel senso che la Champions è condizionata da episodi favorevoli e sfavorevoli, giocando soprattutto turni andata e ritorno in 180 minuti ti giochi tutto, mentre in campionato questo non avviene. Non a caso, per esempio, noi abbiamo battuto due volte il Manchester City, sia in casa loro che in casa nostra, e oggi il Manchester City è tra le quattro semifinaliste; non a caso bisogna ricordare che noi abbiamo disputato un’ottima partita a Monaco contro il Bayern, a 90 secondi dalla fine eravamo qualificati, al termine della partita eravamo eliminati. Quindi questi sono aspetti che di anno in anno cambiano, che ti possono facilitare o meno”.
E’ vero che ci potrebbe essere un interesse per Lapadula?
“Noi stiamo monitorando tutti i giocatori di interesse che giocano nei campionati italiani. Abbiamo acquisito una giovane promessa come Mandragora del Pescara, abbiamo diversi giovani in giro per l’Italia molto interessanti, per cui questo è un obiettivo che noi perseguiremo anche più avanti, cioè quello di andare a trovare giocatori interessanti, di prospettiva, nei campionati minori. Lapadula è un giocatore che sta facendo molto bene, un giocatore che curiosamente è nato nella Juventus, a Torino, ma dobbiamo fare delle operazioni che sono anche congeniali a quello che è il nostro progetto di rafforzamento”.

Lei come avrebbe gestito il caso Totti?
“Ho grande rispetto per la Roma, per i miei colleghi, quindi non posso esprimermi più di tanto. Dico semplicemente che innanzitutto non è un caso facile da gestire, perchè Totti rappresenta qualcosa di straordinario e di speciale, quindi il coinvolgimento emotivo tocca tutte le sfere, dalla tifoseria, ai giornalisti alla società. Poi credo che tra persone intelligenti si arriverà a una conclusione soddisfacente per tutti, me lo auguro per la Roma e me lo auguro anche per il bene del calcio nazionale”.

Un aggettivo per Buffon?
“Buffon è un giocatore insuperabile da tutti i punti di vista, non lo è solo come portiere, ma lo è anche come uomo, come professionista. Non credo  ci siano oggi dei professionisti, dei calciatori che lo possono superare anche considerando le qualità indiscusse di leader che lui ha”.