È tempo di referendum. Anche sulle modifiche costituzionali imposte dal Governo Renzi e sul nuovo sistema elettorale. L’esito inciderà profondamente sulle regole della democrazia e sulla vita quotidiana dei cittadini.
«Dire No» è un esercizio di sovranità consapevole, un gesto di resistenza contro l’autoritarismo, la prevaricazione, l’attacco ai diritti di tutti. È una scelta per una società migliore.
I quattro autori, quattro esponenti della società civile analizzano quali sono, fuori dagli slogan del governo, le vere implicazioni della riforma e quali sarebbero le conseguenze, nel lungo e nel breve periodo, sulla vita politica e sociale del Paese.
«Secondo gli slogan diffusi a piene mani nella società degli spot e dei tweet, “dire no” è una forma di conservatorismo un po’ ottuso di chi ha paura del cambiamento. La storia dell’umanità mostra esattamente il contrario. I mutamenti politici e sociali più importanti hanno avuto alla loro base la resistenza di chi ha saputo dire no all’autoritarismo, alle prevaricazioni, all’ingiustizia»

Le riflessioni di Alessandra Algostino, Luigi Ciotti, Tomaso Montanari e Livio Pepino sono puntuali ed esaustive, anche e soprattutto per i non addetti ai lavori, per quel popolo, cioè, che dovrà esprimere in sede di referendum la propria sovranità.

Gli interventi:

Un progetto contro la democrazia di Alessandra Algostino (docente di Diritto costituzionale presso l’Università di Torino)
Falsi e verità su Italicum e Costituzione di Livio Pepino (già magistrato, presidente del Controsservatorio Val Susa)
Ladri di sovranità di Tomaso Montanari (docente di Storia dell’arte presso l’Università Federico II di Napoli)
Dal “no” a un impegno collettivo di Luigi Ciotti (presidente del Gruppo Abele e di Libera)

Quali sono le motivazioni del no?
I quattro autori, esponenti della società civile si espongono analizzando quali sono, fuori dagli slogan, le vere implicazioni della riforma e quali sarebbero, in caso di vittoria del “si” le conseguenze, nel lungo e nel breve periodo, sulla vita politica e sociale del Paese.
Perché è proprio la sovranità popolare il fondamento costituzionale della nostra Costituzione e allora, come si chiede Montanari «Quale idea ha della sovranità popolare chi disegna un sistema in cui un partito che ha preso, al primo turno, il 20 per cento può riuscire ad accaparrarsi tutto: Governo, Presidente della Repubblica, Corte costituzionale?». 
Italicum e riforma costituzionale sono il frutto di un percorso di accentramento dei poteri verso l’esecutivo, minano la base della nostra democrazia, dove «elemento imprescindibile per l’esistenza della democrazia è il riconoscimento del pluralismo e del conflitto, a livello sociale così come politico e parlamentare – come dice Alessandra Algostino. E ancora – Cosa resta di una democrazia che ha nella sua essenza la partecipazione e il pluralismo? La democrazia postula il conflitto, ne regola l’espressione, si fonda sulla discussione e sul confronto».
Ed ecco l’importanza del NO, perché, come ricorda Livio Pepino «Secondo gli slogan diffusi a piene mani nella società degli spot e dei tweet, “dire no” è una forma di conservatorismo un po’ ottuso di chi ha paura del cambiamento. La storia dell’umanità mostra esattamente il contrario. I mutamenti politici e sociali più importanti hanno avuto alla loro base la resistenza di chi ha saputo dire no all’autoritarismo, alle prevaricazioni, all’ingiustizia».

Gli interventi:
Un progetto contro la democrazia di Alessandra Algostino
Falsi e verità su Italicum e Costituzione di Livio Pepino
Ladri di sovranità di Tomaso Montanari
Dal “no” a un impegno collettivo di Luigi Ciotti

AUTORI: ALESSANDRA ALGOSTINO LUIGI CIOTTI
TOMASO MONTANARI LIVIO PEPINO
PAGINE: 80
PREZZO DI COPERTINA: 5 €

La democrazia postula il conflitto, ne regola l’espressione, si fonda sulla discussione e sul confronto.

Alessandra Algostino

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Ufficio stampa Edizioni Gruppo Abele