Alfredo Ferrandino, storico giocatore dei Warriors Bologna negli anni ‘80 e ‘90, per una strana combinazione di fattori casuali e non, da tre stagioni si ritrova a vestire i panni di presidente delle Aquile Ferrara. Con le debite proporzioni, è un po’ come se Francesco Totti, tra qualche anno, fosse nominato presidente della Lazio. Eppure, vedere “Fred” Ferrandino in veste di dirigente della squadra estense è impressionante più che altro per l’energia e la passione smisurata, le armi con cui affronta i mille problemi quotidiani che la gestione di un team IFL comporta.
Lo incontriamo in una serata tiepida e nebbiosa, mentre giocatori e coaching staff sono impegnati sul campo per un allenamento. Il presidente, tra una domanda e l’altra, non risparmia consigli agli uomini della defensive line, la sua antica (e mai sopita) vocazione.
Ci troviamo alle soglie di un campionato IFL che per le Aquile potrebbe essere importante. Tra l’altro avete appena battuto nettamente in preseason i Seamen campioni in carica, stupendo un po’ tutto l’ambiente del football nostrano. Partiamo subito su quali sensazioni hai e quali ambizioni avete per la stagione…
“Le sensazioni, condivise con tutta la dirigenza ed il coaching staff, sono assolutamente positive. Si è passati da una prova sottotono contro i Saints Padova, a una gara dove abbiamo sbagliato poco e siamo stati bravi nella gestione della palla. Sicuramente abbiamo margini di miglioramento, vedi i calci non trasformati, ma la strada imboccata va nella giusta direzione”.

Parlaci dei due giocatori import, McCulloch e Hansen. Li avete potuti vedere all’opera in amichevole e in allenamento. Che ne pensi?
“Credo che le scelte fatte da Mantovani e Brunetti con la supervisione del GM Pellegrini, siano state precise: sono veramente molto forti. Senza nulla togliere agli americani degli anni precedenti, quelli di oggi rispecchiano lo spirito delle Aquile, in particolar modo umiltà, volontà di crescere, capacità di dare consigli ai compagni più giovani e inesperti. I ragazzi USA hanno dichiarato apertamente che sono qui da noi per migliorarsi, tant’è che quando rientreranno negli States cercheranno nuovamente di approdare nella NFL”.

Le Aquile appaiono rinforzate anche per numerosi innesti di giocatori italiani. Puoi illustrarci chi sono e cosa vi attendete da loro?
“Abbiamo cercato di capire cosa servisse per fare il salto di qualità mancato nel 2015. Il coaching staff ha formulato delle richieste, realizzate con acquisizioni di vitale importanza. Penso a Mattia Sansone Capogrosso, fortissimo ricevitore nel 2015 in forza a Bolzano; il suo caro amico Matteo Zanetti, anche lui ricevitore ex Saints, atleta dotato di un fisico eccezionale unito a eleganza e agilità. Sempre dal Veneto sono approdati due giocatori di linea d’attacco, Lazzaro e Molina, dotati di impressionante forza fisica e tantissima tecnica, oltre al giovane Bushulli che ha talento da vendere. Abbiamo prelevato proprio dai Warriors il forte giocatore di linea di attacco Pellegrino, il quale si è ambientato presto e bene nelle nostre fila. Stesso discorso vale per uno dei veterani del football in Italia, Gianluca Renzi, soprannominato GP, il quale sta dando un grandissimo aiuto nella gestione della linea d’attacco. Infine dai Neptunes Bologna sono arrivati il WR/K Picolella, e il fortissimo DE Mathias Righi. Il contributo che ci attendiamo da loro è quello di cementarsi presto e bene con gli altri giocatori, ma soprattutto che possano dare quella tranquillità e sicurezza che è un po’ mancata negli anni scorsi”.

Lanciati in una previsione: quali saranno i giocatori chiave delle Aquile quest’anno e su quali giovani sei disposto a scommettere?
“L’amichevole di domenica contro i Seamen ha dato una lettura molto importante per il futuro delle Aquile, confermando che il percorso intrapreso, lavorare sulle giovani leve, sta incominciando a dare risultati. Mario Martucci, appena terminata l’Under 19, si è reso protagonista di una splendida partita, coronata con un intercetto; il quarto dei fratelli De Marco (tutti hanno militato nelle Aquile) Giorgio anche lui 20 anni,  ha sfornato una prestazione da veterano. Credo però che la forza sia il gruppo, che si sta plasmando di giorno in giorno agli ordini del coaching staff”.

Altro capitolo importante è appunto il coaching staff, che quest’anno è tutto italiano. Anche su questa “scelta progettuale” vorremmo le tue impressioni di prima mano…
“Un gruppo di giocatori forti necessita di attenzioni e cura nei fondamentali: seguire 50 ragazzi suddivisi per ruoli senza potersi  appartare in gruppi per curare i fondamentali non genera nulla di positivo. L’innesto di altri quattro coaches (il rientro di Borra a curare i WR, l’arrivo di Ladson ex Aquile a curare i RB, Degli Esposti già coaches degli special team della nazione Italiana, ed infine il rientro di Zucchelli anche lui ex Aquile che seguirà i DB) che si vanno ad aggiungere a Mantovani HC, Brunetti DC, Petix OC,  Guio per i QB, Ferrarresi per OL, ed il sottoscritto per i DL, danno sicuramente la serenità di poter lavorare con uno dei migliori coaching staff italiani”.

Lasciamo per un momento da parte il tema IFL. Raccontaci la tua esperienza da dirigente delle Aquile, squadra storicamente rivale dei tuoi Warriors in tanti derby emiliani. Com’è l’ambiente del football ferrarese rispetto a quello bolognese? Punti di forza e cose da migliorare…
“È difficile paragonare le società, sia per la distanza di anni di militanza sia per il ruolo ricoperto dal sottoscritto. Quando giocavo nei Warriors, dal 1982 al 1994, l’ambiente era assolutamente simile a quello delle Aquile oggi, ed è infatti per questa ragione che mi sono avvicinato a questa società. Lo spirito del gruppo è stato fondamentale, ed è oggi un nostro punto di forza, oltre ovvio ad avere un coaching staff molto importante, e uno dei fari del FA ferrarese, l’attuale GM Raffaello Pellegrini, senza il quale probabilmente le Aquile non avrebbero mai avuto i mezzi e la capacità di fare il salto di categoria. Le cose da migliorare nascono di giorno in giorno e fanno parte degli imprevisti che sono il costante corollario dell’attività”.

Le Aquile sono impegnate su tantissimi fronti: IFL, Terza Divisione (con il farm team dei Bucanners Comacchio), Under, Flag football, tackle femminile. Come fate a gestire tante iniziative, e quali piani avete per il prossimo futuro?
“Il piano più ambizioso è quello di portare il Flag all’interno di più scuole possibili sul territorio. Solo cosi facendo genereremo nuove leve per il tackle e per le categorie superiori (U19 e serie A1). Mi preme precisare l’ottimo lavoro che stanno svolgendo i coach Golfieri e Zanardi: abbiamo circa 25 ragazzini tra U13, U15 e U17. Numeri importanti, che ci hanno spinto ad aggiungere altri elementi per migliorare la qualità della formazione a questa disciplina: Valentina Wonder Rizzuti, giocatrice e capitana delle Fenici, e Davide PEZ Sarto, WR delle Aquile. In ultima analisi, dopo aver ampliato il coaching staff, portandolo a livelli di eccellenza, a fine campionato proveremo a effettuare la stessa operazione con il consiglio direttivo, attualmente composto da 13 dirigenti, con lo scopo di suddividere con più ratio i compiti che ognuno di noi affronta, nel tempo libero, per la missione della società”.

Proprio la prima uscita in campionato dei Bucanners di Comacchio, domenica scorsa, ha lasciato qualche coda polemica. Qual è la posizione della società in merito?
“Abbiamo provveduto a scrivere una lettera ufficiale in federazione ed una al presidente della squadra avversaria. In breve, la polemica era nata dall’utilizzo delle radio tra coaching staff e persona in tribuna, utilizzo consentito dall’art. 12 del regolamento. In una fase di esultanza al termine gara uno dei nostri giocatori ha danneggiato una rete di protezione per la quale ci siamo resi disponibili al risarcimento. Quello che conta maggiormente è la vittoria, ottenuta da Comacchio nella prima uscita dopo 30 anni di inattività”.

Fred ti vediamo ogni maledetta domenica sulla sideline delle Aquile a fremere come un indemoniato. Dì la verità, a volte pagheresti qualsiasi cifra per metterti casco e spalliera e scendere in campo. Lasciamoci con un’ultima, intima domanda: come si vivono le partite da presidente?
“La considerazione calza come una scarpa… È vero, fremo come un indemoniato per la squadra e i ragazzi, vorrei che non sbagliassero mai e che tutto andasse per il verso giusto. È altrettanto vero che pagherei non so cosa per poter nuovamente indossare casco e spalliera per calcare nuovamente i campi di gioco. Ma ogni cosa ha il suo tempo ed il mio scopo è quello di provare a far grande questa società della quale mi sono innamorato. Il desiderio del sottoscritto in qualità di presidente è quello che ‘ogni maledetta domenica’ i miei ragazzi siano soddisfatti del loro operato e si siano veramente divertiti”.

Si allegano foto di Alfredo Ferrandino da giocatore dei Warriors

Ufficio Stampa