Prima di cominciare questa intervista, Le chiediamo come sta Chiara Pastore e quali sono i tempi di recupero.
Questo è certamente l’argomento che ci sta più a cuore in questo momento, da tutti i punti di vista. Chiara si è operata lunedì scorso e l’esito è stato quello sperato. In considerazione anche della tempestività dell’intervento e della qualità dell’equipe medica di Villa Stuart che lo ha realizzato, già tra un mese Chiara comincerà il lavoro per il recupero. Ma, poiché l’intendimento comune è quello di una perfetta riabilitazione, l’obiettivo non è più traguardato su questa stagione, ma già in prospettiva futura. Chiara era e rimane un elemento chiave per il programma della Dike, l’avremo ancora più forte di prima, ma con i tempi giusti.
Ed allora, le chiediamo, approfittando della pausa del campionato, di esprimere  una prima valutazione sulla stagione in corso, obiettivamente in chiaro scuro,  attraverso la fatidica domanda: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Quando mi viene posta questa domanda, di solito rispondo che, molto banalmente, tutto dipende da come era all’inizio il bicchiere, se vuoto o pieno. In questo caso, pertanto, la difficoltà sta proprio lì, nel giudicare con l’obiettività e la franchezza (tutta quella ovviamente possibile) che ci ha sempre contraddistinto da quale condizione siamo partiti ad inizio anno. Se consideriamo le nostre ambizioni e le nostre conseguenti dichiarazioni, naturalmente non possiamo considerare la stagione soddisfacente; ma se vediamo tutto ciò che ci è accaduto, nemmeno possiamo pensarla negativa.
Si riferisce agli infortuni, primo fra tutti proprio quello della Pastore?
No, non solo a quelli, ovviamente. Noi non siamo abituati a rifugiarci negli alibi, per cui preferiamo guardare in primo luogo alle nostre responsabilità, che indubbiamente ci sono; anche perché sono quelle su cui è più diretto e, di conseguenza, facile agire. Le scelte tecniche e gestionali dipendono solo da noi, mentre gli infortuni dipendono da altre cause, e per quelle non ci rimane che un pellegrinaggio a qualche Santuario!. Infatti, non possiamo non considerare che se è vero che gli infortuni sono una componente che inevitabilmente condiziona tutte le squadre, facendo la mera lista di quelli che ci sono capitati quest’anno, credo che non abbiamo rivali in un’ipotetica classifica della mala sorte, e non solo a livello nazionale! L’elenco sarebbe, infatti, troppo lungo, e, si badi bene, quasi tutti gli infortuni sono di natura traumatica. Con l’aggravante che, purtroppo, ci hanno tolto per l’intera stagione due delle principali atlete su cui avevamo puntato, Pastore e Achowna. A tutto questo, si deve poi aggiungere l’impatto della Coppa europea, che, però, ci ha fornito un’esperienza fondamentale per la crescita della nostra società.
A questo punto, quali sono i programmi della Dike?
Naturalmente dobbiamo in un certo senso mitigare le ambizioni dichiarate a inizio campionato. Il che non si traduce con l’aver ammainato la bandiera. Tutt’altro. Noi sappiamo di poter contare su uno staff tecnico di prim’ordine e su un gruppo di ragazze eccezionali, per cui ci aspettiamo un finale di stagione intenso e senza risparmiarsi, per portare a casa il massimo risultato possibile. Tra l’altro, ci sarà l’occasione per molte atlete di mettersi in luce, dimostrando tutto il loro effettivo valore. Stiamo già programmando il futuro, con la necessaria lucidità e con entusiasmo e fiducia se possibile fortificati proprio dalle innumerevoli avversità di questo anno ineffabile.

Qual è, quindi,  il messaggio lanciato ai tifosi?
Che non rimarranno delusi perché, anche se forse le ambizioni per quest’anno dovranno essere probabilmente rinviate, la Dike non mollerà mai di un centimetro.

Ufficio Stampa