Di derby marchigiani giocati in serie A, Sara Giuliodori è una che se ne intende. Sa come affrontarli, sa anche come vincerli. Il tredicesimo della sua carriera è uno di quei derby da custodire nell’album dei ricordi, ma la simbologia numerica in questo caso c’entra poco. “Anche perché – dice lei – a queste cose nemmeno ci penso”. C’entra eccome, invece, la rabbiosa reazione con cui la Lardini ha sovvertito l’esito della sfida di Pesaro e si è andata a prendere un successo che vale tanto al quinto set, nel terzo tie-break consecutivo, nel quarto affrontato nelle ultime cinque giornate. C’entra eccome, la miccia che Sara Giuliodori ha acceso nel momento più complicato del quarto parziale, facendo detonare l’idea di una serata tutt’altro che felice. “E’ stato un derby sofferto – ammette la centrale osimana – ma che abbiamo voluto vincere a tutti i costi, giocando di squadra, una partita nella quale ognuna di noi ci ha messo del suo, come Cristina (Coppi, ndr) che è subentrata in corsa. Per noi questa era una gara importante, al di là che fosse un derby: poteva esserci chiunque dall’altra parte della rete, ma volevamo ritrovare l’energia di squadra e il cuore per affrontare una partita così complicata”. Un confronto che ha preso la strada di Filottrano sui giri in battuta (conditi da tre ace) di Giuliodori, nel quarto (break di 0-8 dal 19-14) e quinto set (break di 0-5 dal 6-5), tanto efficaci quanto determinanti. “Ho solamente cercato di dare continuità alla battuta per richiamare la concentrazione della squadra”. Un concetto, quello di gruppo, che la giocatrice della Lardini ripete spesso, un po’ come quello di lavoro. “I quindici muri di squadra rappresentano il segnale che stiamo lavorando tanto e bene in allenamento. Credo molto in quello che con Andrea (Pistola, ndr) facciamo durante la settimana, prima o poi i risultati si vedono. E se continuiamo a lavorare duro possiamo solo migliorare. L’avvio in salita? Ci sta capitando di partire un po’ contratte, ma non è una questione di sufficienza. Questa è una squadra che ci tiene alla maglia che indossa”. Come testimonia il coro insieme ai tifosi a fine partita. “Loro sono la nostra benzina, la nostra energia. La vittoria nel derby la volevamo per noi come squadra e per loro, perché sappiamo i sacrifici che fanno per seguirci ovunque. E quel coro era un modo per ringraziarli. Partita della svolta? A dire il vero io già penso alla partita di martedì. Affrontiamo Trento, poi magari ne riparliamo…”.
Ufficio Stampa