Di norma, chi rimonta due set ha l’inerzia a favore nel quinto. Ma la Lardini di quest’anno è poco convenzionale e va decisamente fuori dagli schemi. Per due volte (ad Anagni e Palmi) è stata capace di ripartire (dopo essersi spinta sul 2-0) proprio nel tie-break, stoppando così il recupero avversario; in altre due occasioni (a Caserta e contro Settimo Torinese) ha invece interpretato la parte di chi pregusta la rimonta completa (da 0-2 a 3-2) ma si deve accontentare del punto. Un piccolo passo in classifica che tuttavia si lascia indietro le recriminazioni di una prova sottotono e di un quinto set a fari spenti. “Abbiamo completamente sbagliato l’approccio alla gara – ha analizzato coach Andrea Pistola al termine dell’incontro – e ne è prova il fatto che le nostre avversarie hanno vinto il primo set senza faticare. Il secondo parziale lo abbiamo condotto sempre, ma poi siamo mancati in lucidità e determinazione nel finale. Come a Caserta alla prima difficoltà la squadra si è sciolta ed è una cosa che mi preoccupa. Anche stavolta, come sette giorni fa, non abbiamo praticamente giocato il tie-break”. Tra le pieghe della sconfitta della Lardini ci sono i meriti di una Lilliput “che ha difeso più noi ed è stata più determinata nei momenti importanti. Il problema è che abbiamo degli alti e bassi dal punto di vista mentale che non trovano una giustificazione sulla qualità tecnica degli avversari. A tratti sembriamo una squadra impaurita che non sa reggere la pressione. Guardiamoci in faccia e cerchiamo di capire perché questo avviene”. Davanti la Lardini si ritrova la prospettiva di affrontare due gare da circoletto rosso nei prossimi otto giorni: venerdì il derby di Pesaro, martedì 22 il confronto interno con la Delta Informatica Trentino. Due impegni che finiranno per raccontare molto sulla possibilità di entrare tra le otto squadre che si giocheranno la coppa Italia di A2.