La crescita del Comitato Paralimpico, un’organizzazione che cambia!
SEMPRE PIÙ INTEGRATI
Intensificare i rapporti con l’unità spinale di Cagliari, elaborare nuove idee per una presenza assidua e produttiva nel mondo della scuola.
A sei mesi dal suo insediamento, il nuovo organico del Comitato Italiano Paralimpico Sardegna, coordinato dal Presidente Paolo Poddighe mostra di avere le idee chiare su quali saranno gli interventi più importanti da adottare. E la visita del Presidente Nazionale Luca Pancalli è servita a dare maggiore impulso ai contatti già ben avviati con le istituzioni alla luce anche della nuova struttura giuridica assunta dal Comitato. Dopo una due giorni densa di appuntamenti, si sono gettate le basi per divulgare capillarmente l’attività sportiva e sociale su tutto il territorio della Sardegna.
Nella giornata di mercoledì sono stati consolidati i rapporti con la Presidenza del Consiglio Regionale, la municipalità di Cagliari, l’Assessorato Regionale allo Sport e alla Pubblica Istruzione, il Coni Sardegna e soprattutto con la direzione regionale dell’Inail e i vertici dell’Ospedale Marino di Cagliari che coordinano il presidio specializzato nelle cure al midollo osseo. E l’indomani attraverso il Convegno “Il CIP Cresce…” la folta platea presente all’Hotel Holiday Inn di Cagliari ha recepito come il Comitato Paralimpico per dirla alla maniera del suo presidente nazionale Luca Pancalli “ha aiutato a cambiare il modo di pensare, al punto che la nostra mission è diventata d’interesse per tutta la nazione”.
UN INCONTRO RICCO DI SPUNTI
Non a caso la data del Convegno è stata fatta coincidere con Giornata Internazionale delle persone con Disabilità. Un importante momento di dialogo che ha coinvolto atleti, genitori, studenti e anche diversi presidenti e rappresentanti di diverse federazioni sportive regionali. Ha partecipato anche una delegazione dell’Istituto Scolastico ad Indirizzo Sportivo Porcu – Satta di Quartu S. Elena che tramite le alunne Anna e Alice ha voluto salutare i presenti con dei contributi poetici: “Dalla mia sedia a ruote spuntano le ali – è stato letto- faccio capriole nella mente, mi piace e capisco che è meglio avere un corpo senza un corpo, che una testa senza testa”.
Nella sua introduzione il moderatore Andrea Contini, ex arbitro e opinionista televisivo, ribadisce i concetti cardine che ruotano intorno al paralimpismo rimarcando come “lo sport sia salute fisica, integrazione sociale e inclusione della disabilità che dà opportunità alle persone di confrontarsi con gli altri”.
In rappresentanza del Comune di Cagliari l’assessore allo sport Yuri Marcialis focalizza l’attenzione sulla volontà di intensificare gli sforzi per tutelare al meglio le pratiche sportive d’eccellenza: E non manca di ricordare che nel percorso per far assurgere Cagliari a Città Europea dello Sport nel 2017, sia necessario anche il supporto del CIP.
“C’è un nuovo modo di vedere le cose – sottolinea il Presidente del Coni Sardegna Gianfranco Fara, perché si è instaurato un rapporto ottimale con il nuovo gruppo dirigente”.
Consapevole del fatto che la Sardegna abbia raggiunto un livello di maturità eccellente per quanto riguarda l’integrazione, l’Assessore Regionale allo Sport e Pubblica Istruzione Claudia Firino evidenzia la valenza importantissima dello sport in questo contesto, rimarcando come si stiano registrando risultati interessanti a livello agonistico. “Con il riconoscimento del CIP come ente pubblico non può che esserci un ulteriore impulso a questa azione che ha il pieno sostegno della Regione Sardegna – ha esternato Firino – e dobbiamo abituarci a considerare gli atleti con disabilità come parte integrante e paritaria rispetto agli atleti normodotati del movimento sportivo”. Poi ha aggiunto: “La Regione vuole essere accanto a questo movimento, e il primo atto concreto sarà l’adattamento della normativa al riconoscimento che a livello nazionale ha avuto il CIP. Nella programmazione del prossimo triennio il movimento dello sport di persone con disabilità deve sicuramente acquisire un peso e un’importanza maggiore. Faremo una proposta che veda incrementare i fondi destinati al movimento per la prossima finanziaria”.
Non ultimo d’importanza anche il rapporto dello sport con la pubblica istruzione. “Lo sport nelle scuole va rafforzato, è un elemento importante contro la dispersione”.
Il segretario vicario dell’Istituto Nazionale per l’assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro Michele Pintus, ha speso poche parole per richiamare l’attenzione sul ruolo del suo ente che ha a cuore le sorti di chi ha subito un infortunio e che lo metterà nelle condizioni di vivere una vita simile a quella condotta prima dell’incidente. “L’Inail Sardegna – ha concluso Pintus – è a disposizione delle federazioni per avviare dei progetti insieme”.
La voce delle scuole ha il timbro di Vincenzo Pisano, dirigente del Porcu-Satta di Quartu: “Il nostro istituto si caratterizza molto per l’inclusione, e lo sport è soltanto un modo. La disabilità è una caratteristica della vita umana, è un modo di essere della persona umana”.
Anche dall’ateneo cagliaritano arrivano parole di sostegno: “Siamo convinti dell’importanza di una nuova cultura della disabilità. L’Università di Cagliari conferma la disponibilità a collaborare, anche perché già rivolge un’attenzione particolare di carattere culturale su queste tematiche che va al di là delle norme vigenti in materia”.
Il padrone di casa Paolo Poddighe mette l’accento sull’importanza di educare le famiglie ad una maggiore sensibilità verso le politiche del CIP. Consapevole che il suo mandato gli porterà un notevole carico di responsabilità, si impegnerà ad assolverlo nei migliori dei modi. Ma ha anche un sogno da realizzare: coinvolgere le scuole delle zone più decentrate, grazie anche ad un progetto in via di approvazione con la Fondazione Banco di Sardegna.
Viene il turno di Laura Pinna, Presidente Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani. Ricorda che le scienze pedagogiche danno una mano a comprendere come deve svolgersi una buona educazione nella vita. “Lo sport è importante per tutti e non solo per i disabili – ha detto – perché mette in gioco noi stessi e aiuta a stare con gli altri. Penso che la disabilità sia un altro modo di essere al mondo”.
Un ospite gradito e importante è stato Oscar De Pellegrin oro alle Paralimpiadi di Londra 2012, 70 titoli italiani con il Tiro con l’Arco e Carabina e ora impegnato come dirigente sportivo: “Siamo persone come tutte le altre, è importante non discriminare nessuno e mettere in condizione ognuno di esprimere il proprio potenziale. Lo sport unisce questi due mondi”.
Tra un intervento e l’altro sono stati consegnati dei riconoscimenti agli atleti paralimpici Sara Spanu, Simone Nieddu e Gianbattista Pinna. I primi due per le medaglie conquistate ai mondiali IAADS in Sudafrica nell’atletica e il terzo per il bronzo a squadre ai mondiali di calcio a 5 per ipovedenti di Seoul.
Trascinante l’intervento di Raffaele Farigu fondatore dell’Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale (IERFOP). Il suo ente si impegna per far si che l’università e la scuola tutta, abbia la piena consapevolezza dei suoi compiti nel processo formativo ed educativo, per mettere gli allievi nella condizione di piena partecipazione non solo alla classe e alla scuola ma anche di piena integrazione nella società. “Lo sport è un elemento di riabilitazione e di formazione fondamentale – ha aggiunto – com’è l’istruzione in senso tecnico”
L’interessante incontro è stato chiuso dall’ospite più illustre. Luca Pancalli è l’atleta paralimpico più medagliato del secolo scorso e da quindici anni la sua esperienza personale la sta mettendo a disposizione per la crescita di un movimento che ha fatto passi da gigante. “Non ho mai rinunciato alla famiglia Paralimpica – dice – quello che ho trovato nel nostro movimento non l’ho mai trovato in nessun altra parte. La gratificazione più grande è vedere il sorriso dei nostri atleti”. Ora la mission del CIP è diventata d’interesse per tutta la nazione, aspetto che lo riempie d’orgoglio: “Quello che facciamo non è promuovere sport o campioni, noi rappresentiamo un pezzo di welfare, produciamo un percorso virtuoso che sia la metafora della vita; mettiamo nelle condizioni i nostri ragazzi di esprimere al massimo le loro potenzialità ricercando le pari opportunità in tutti gli aspetti della vita. Vogliamo rappresentare uno strumento di buona prassi, un modo di pensare”.
IL DOPO CONVEGNO: L’UNITÁ SPINALE NEI PENSIERI DI TUTTI
Luca Pancalli (Presidente Nazionale CIP): “Il movimento sardo è vivo, si sta rinnovando con un nuovo gruppo dirigente, ma soprattutto con le idee molto chiare su quello che c’è da fare, rafforzati dalla nuova veste giuridica che il CIP ha assunto di recente. Ho riscontrato tanta disponibilità nei nostri confronti, di quello che rappresentiamo non soltanto sotto il profilo sportivo, ma soprattutto sotto il profilo sociale, “politico” nel senso più importante del termine. Sono certo che a fronte di questa disponibilità, ci siano pure dei riscontri concreti. Perché il nostro è un movimento che deve saper sopravvivere. Le nostre società ubicate sul territorio vivono grandi difficoltà, per cui un’attenzione in più da parte degli enti locali nei confronti del mondo sportivo paralimpico e di quello che rappresenta sarà sempre un qualcosa di ben gradito, soprattutto per quelli che sono i nostri obiettivi. È un piacere venire in Sardegna e constatare che sia sempre vitale, però una cosa che voglio assolutamente portare avanti e che ieri ho avuto conferma di quanto sia importante poterlo fare, è il rapporto con l’unità spinale a Cagliari. E’ un luogo di sofferenza dove passano tutti i ragazzi incidentati della Sardegna con lesioni midollari gravi. Riuscire a partire da là dando loro una prospettiva anche in termini di opportunità, di divertimento, di riuscire a fare qualcosa che sia affiancabile alla terapia, alla riabilitazione per poter star bene, è qualcosa che certamente regala un risultato positivo dal punto di vista concreto, ma anche in termini di sorriso e di speranza dei giovani ragazzi”.
Paolo Poddighe (Presidente Regionale CIP): “Siamo riusciti a centrare l’obiettivo, cioè a far parlare del nuovo status del CIP e la sua nuova organizzazione, quali le aspettative e il nostro obiettivo. Operiamo per far riconoscere a pieno titolo lo sport paralimpico come lo sport olimpico e credo che Luca Pancalli l’abbia evidenziato molto bene. Sono molto fiducioso perché tutta l’organizzazione dell’evento è andata secondo quanto pianificato. Da questi due giorni tutti prendiamo atto e coscienza che il movimento è ripartito secondo quelle che sono le aspettative del mondo paralimpico nazionale. Le istituzioni sono entusiaste di questo nuovo corso, già personalmente avevamo riallacciato i rapporti che sono stati rafforzati dall’intervento del Presidente Nazionale CIP. Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau è molto sensibile a questo tipo di attività, e ha dato pieno sostegno. Come anche l’Inail e l’unità spinale con la quale avvieremo un progetto a partire dal 2016. Sarà il nostro bacino d’utenza per riportare l’individuo ad una rinascita sociale e sportiva. Grande intervento sulla scuola.
Oscar De Pellegrin: “Ho apprezzato molto questa iniziativa, e poi ritornare in Sardegna fa piacere perché ho vissuto delle esperienze sportive fantastiche. Ai ragazzi presenti abbiamo lanciato tantissimi messaggi sulla integrazione, la non discriminazione di nessun essere umano. Attraverso lo sport si possono scoprire delle abilità e anche avere la voglia di andare a scoprire i propri limiti. Se avranno la voglia di coltivare questi grandi messaggi, un domani potranno diventare dei cittadini migliori. D’ora in poi porterò il mio contributo alla causa facendo il dirigente sportivo, ma mantenendo lo status di atleta al centro di ogni aggregazione sportiva, perché senza gli atleti non esisterebbero le federazioni sportive.
I ragazzi che hanno toccato con mano la disabilità, non l’hanno voluta loro, è il destino che gliel’ha attribuita. La pratica sportiva può essere un elemento di integrazione sociale, di autonomia personale, e che dà tanta motivazione. Se uno ha voglia di coltivarla e impegnarsi si può diventare grandi campioni. Però prima di tutto bisogna dare l’opportunità di uscire dalla fase critica del post incidente, attraverso l’attività sportiva. Ci sono già dei progetti posti in essere ma da portare avanti. Rafforzeremo le unità spinali in tutta Italia. Da un’altra parte vogliamo affermarci, avere i nostri diritti, vogliamo essere calcolati atleti e basta”.