Siamo stati poco attenti sulla burocrazia chedovevamo svolgere ”.
A poche ore dai titolidi giornale “Atletica dopata”, ecco il racconto di uno dei protagonisti dellavicenda.
Filippo Campioli, atletacresciuto nella Fratellanza 1874, poi passato all’Esercito nel 2004 al 2014, spiegail perché il suo nome è nell’elenco nell’inchiesta Olimpia.
Campioli: la mia colpa è un ritardo burocratico. “ Da quando sonodiventato un atleta di interesse internazionale, sono sempre stato sottoposto acontrolli antidoping da parte della Wada, e ho sempre dimostrato di esserepulito. Io, come altri cento atleti (non solo di atletica leggera!) abbiamocommesso un peccato di ingenuità.”

Il Whereabouts non aggiornato. “Quando tra il 2011 edil 2012 ho calato la mia attività agonistica, uscendo di fatto dal ritenermiatleta di interesse internazionale, ho sottovalutato l’importanza del Whereabotus(metodo utilizzato per la reperibilità quotidiani degli atleti). Mi ricordo diuna volta che ho mandato il file in ritardo.”

Io un disorganizzato e incauto, ma non ho mai saltatoun antidoping. “Qui nasce la mia colpa. Non ho sempre segnalato con costanza e precisione dovefossi. Per fare chiarezza va sottolineatoche non si tratta di missed test (mancato controllo) ma di filling failure(mancata comunicazione).

Ècomunque incredibile come non sia stata comminata alcuna sanzione in occasionedelle prime infrazioni, cosa che, probabilmente, avrebbe fatto capire a tuttiquanto grave fosse l’inadempienza.

Iole mie responsabilità le prendo, ma la gestione dei file tra gli atleti e lafederazione non era sempre collaudata bene.

Elisa Cusma e MatteoVillani: un esempio di errore. 

ElisaCusma e Matteo Villani sono stati scagionati nell’inchiesta Olimpia. Entrambihanno dimostrato che erano nel giusto.

Elisa,dal 2004 al 2014 è stata per 10 anni sottoposta a decine di controlliantidoping. In questi 10 anni di carriera, solo una volta nel 2007 ed una nel2013 si era dimenticata di dichiarare la reperibilità. Per questo la legge leha dato ragione, dato che si è in torto solo alla terza volta che si commettequesto tipo di infrazione.

MatteoVillani invece era stato richiamato per un omesso Whereabouts del 2011. Peccatoche lui fosse già da qualche mese uscito dall’elenco Wada perché aveva smessoattività agonistica e quindi la procura ha riconosciuto l’errore del Coni edella Federazione.

La verità? Tantadisinformazione. A conclusione delle parole di Filippo Campioli,e degli episodi capitati ad Elisa Cusma e Matteo Villani, è chiaro come inquesto caso la disinformazione abbia vinto. Perché la differenza tra chi assumesostanze dopanti, e chi invece ritarda l’invio di una email, credo sia abissale.
Certodi errori ce ne sono stati tanti, dagli atleti alla Federazione, ma prima discrivere che un atleta è deferito per doping, forse è meglio leggere qualcheriga in più.

Fabio Spezzani
Responsabile della Comunicazione
A.S.D. La Fratellanza 1874