Ai Campionati Mondiali Paralimpici di Atletica di Doha e l’Italia si deve accontentare di due soli piazzamenti.
Il campione dei campioniAlvise De Vidi supera agilmente la semifinale dei 100 T51 e si catapulta quattro ore dopo in una finale molto competitiva dove gareggiano i più forti atleti in cazzorrina della sua categoria.

La tempra e l’esperienza del capitano azzurro non lo abbandona mai quando è in pista tanto da riuscire a piazzarsi al sesto posto (23.67) nonostante gli avversari molto più giovani di lui. De Vidi, classe 1966, non conferma l’argento delle Paralimpiadi di Londra 2012 od il bronzo mondiale di Lione ma rappresenta la storia di un atleta vincente che ha ancora molto da raccontare dal punto di vista sportivo. Il plurimedagliato iridato e paralimpico però non cerca scuse: “Erano troppo forti. Ho fatto una brutta gara, ho sbagliato tanti colpi ed il sesto posto è il mio valore attuale contro di loro. Potevo fare di più, pensavo di potermela giocare con il messicano (Edgar Navarro Sanchez, quinto) ma poi ho fatto una serie di errori e lui se n’è andato”.
Il titolo va al belga Peter Genyn (20.93) che lascia alle spalle il finlandeseToni Piispanen, campione mondiale uscente.
Emanuele Di Marino conclude i 400 T43/44 occupando la settima posizione con57.08 nella finale vinta dal tedescoDavid Behre che stabilisce il record T43 dei Campionati (48.42): “Sono contento di aver finito la gara, siamo stati un po’ troppo sui blocchi e ho avuto fastidio al ginocchio sinistro. È pur sempre il mio primo Mondiale e ho corso con i giganti della categoria. Il tempo è superiore di due secondi rispetto al mio personale ma in queste condizioni oggi era difficile fare meglio”. Il velocista salernitano sarà alla partenza delle semifinali dei 100 T43/44 giovedì 29 ottobre.

Purtroppo invece per Oney Tapia ildisco ha ancora tanti segreti da scoprire. Al suo primo Mondiale il recordman italianoF11 non è riuscito a ripetere le prestazioni di ottimo livello che aveva fatto vedere nel corso della stagione, ma i suoi lanci sono stati trattenuti dalla gabbia delle emozioni. L’atleta 39enne, già tredicesimo nel peso F11/12, piazza solo la misura di 8,73 dopo un rimbalzo sulla rete, e con gli altri due tentativi, risultati nulli, resta a fondo classifica.

Niente da fare in mattinata perArjola Dedaj e la sua guida Sara Leidi. Nelle batterie dei100 T11 la sprinter azzurra ferma il cronometro a 14:20, tempo che non le garantisce il passaggio alle semifinali. L’argento degli Europei di Swansea 2014 non è sorpresa dopo aver saltato in via precauzionale la prova dei 200 a causa di un riacutizzarsi di un problema al piede: “Sapevo che potevamo fare solo questo e sapevo quello che c’era da aspettarsi dalle altre ragazze in gara. Abbiamo fatto una buona partenza, ci è mancato il finale”. La giovane Leidi era alla prima esperienza internazionale nel ruolo di guida per corridori non vedenti: “Ero l’unica donna del nostro turno. Le altre concorrenti avevano tutte guide di sesso maschile e ai blocchi mi sono fatta prendere un po’ dal panico. Siamo partite bene, ma poi ci siamo scoordinate alla fine”. Anche Arjola Dedaj si ripresenterà in gara il 29 ottobre, ma questa volta sulla pedana del lungo.

Foto di Mauro Ficerai

Giuliana Grillo
FISPES Ufficio Stampa