Torna “Matti per il calcio” Uisp a Montalto di Castro (Viterbo), da giovedì 17 sino a sabato 19 settembre. Si tratta di una delle più significative Rassegne di calcio sociale e per tutti nel nostro paese che quest’anno giunge alla IX edizione.

Fischio d’inizio alle 15.30 di      giovedì 17 settembre presso lo stadio comunale A. Martelli di    Montalto di Castro (loc. Arcipretura), la cittadina del viterbese    che si trova sull’Aurelia ad un centinaio di chilometri da Roma. Le    prime formazioni a scendere in campo saranno Mediterraneo (Livorno)    e Real…Mente (Roma) nel campo A e Asd Sportinsieme (Foligno) contro    Misericordia Pieve a Nievole (Pistoia) nel campo B.

Le partite si susseguiranno e saranno complessivamente 40, con il    coinvolgimento di circa 400 giocatori. Sabato 19 settembre,    in mattinata, sono previste le semifinali e le finali. Le partite    dureranno 60 minuti, con due tempi di 30 minuti ciascuno.    Scenderanno in campo 16 squadre di calcio a 7 formate da persone con    disagio mentale, operatori e medici dei Centri e dei Dipartimenti di    salute mentale di tutta Italia.

Ecco le storie di alcuni di loro.
Max gioca nell’Araba felice di Rovigo, ha 45 anni e un    passato calcistico importante, nei campionati di promozione. Poi ha    vissuto una brutta depressione che l’ha portato in cura da qualche    anno con un centro di salute mentale. Dal suo tocco di palla si nota    la differenza rispetto agli altri, e lui è stato subito vissuto come    un leader, non lo è ufficialmente ma i ragazzi lo vedono come una    guida. Anche Paolo, giocatore de La triglia di Livorno, ha    un passato calcistico: è conosciuto da tutti in città, e tutti lo    chiamano Schuster, perché ricorda il calciatore tedesco famoso negli    anni ‘80. Paolo ha poco meno di 50 anni ma corre come un ragazzo di    venti, gli avversari non riescono a saltarlo. Giovanni è    arrivato all’Asd Misericordia Pieve a Nievole di Pistoia, dopo    vent’anni passati in casa, nel chiuso del suo ambiente familiare,    con passioni molto semplici, tra cui quella per il calcio seguendo    in televisione la sua squadra del cuore, l’Inter. Ha vissuto tutti i    limiti e le difficoltà di una persona che è stata per molto tempo    inattiva, scarsa preparazione fisica, riflessi rallentati, però ci    ha messo un impegno da premio, non è mai mancato agli allenamenti,    diventando un riferimento per la squadra. Biagio ha    trent’anni, vive con i nonni in un quartiere degradato a nord di    Napoli, quando ha saputo che andrà a giocare il torneo a Montalto ha    cominciato ad andare più volentieri agli allenamenti, si impegna    molto di più, per lui è una sorta di premio. Giuseppe fa    parte dei Delfini dello Ionio, di Taranto, il suo ruolo è stato da    subito quello di portiere, non per attitudini particolari ma proprio    per le sue difficoltà: ha fragilità psichiche che lo spingono al    ritiro sociale e attraverso il calcio ha fatto grandi passi avanti    che lo hanno portato a socializzare con gli altri partecipanti al    progetto, rafforzando la sua fiducia. Francesco ha 37 anni    fa parte della squadra torinese Colpi di testa: aveva una vita    normale, relazioni, lavoro, poi una serie di difficoltà lo hanno    fatto entrare in depressione. Con l’Uisp ha iniziato un percorso che    lo ha portato a ricevere crescenti responsabilità, assimilabili a    quelle di un operatore: è diventato una sorta di allenatore in    campo, dimostrando buon senso ed equilibrio.

Che cos’è “Matti per il calcio”? Un calcio diverso, che    agisce come strumento di relazione, per superare l’isolamento, per    socializzare e riconquistare un equilibrio con il proprio corpo.    Questo calcio è partecipazione e relazione: la    manifestazione di Montalto di Castro è l’occasione per incontrarne i    protagonisti e ciò che hanno da raccontare.

Ivano Maiorella
Responsabile Ufficio stampa e comunicazione Uisp