Ormai giunti a metà ritiro, coach Paolini racconta questi pochi giorni, passati tra allenamenti, camminate e bagni al fiume, rigorosamente senza televisione, tra Borgo Pace e Lamoli, un paesino di 150 persone.
“Siamo all’inizio, sono passati solo 3 giorni ma sembra sia passato molto più tempo. A livello umano questa settimana è e sarà molto importante. Stare 24 ore al giorno insieme era un obiettivo della società, ed è una cosa opportuna in vista della stagione”, ha commentato Paolini. Rispetto ai progressi della squadra il coach è molto soddisfatto: “Ho notato una grandissima disponibilità al lavoro, sia per gli italiani che per gli americani. E già si vedono i primi segnali di unione e coesione di gruppo. Gli americani cominciano a capire le regole del nostro campionato e ci siamo fatti un’idea di quanto possa essere diverso questo mondo per loro”. Poi, ha ribadito la sua passione per una squadra alta: “Penso che il basket sia razzista: chi è alto ne guadagna. Basta pensare che l’anno scorso la partita decisiva è stata risolta da Ross che aveva un vantaggio fisico”. Parlando dei singoli, il coach è rimasto sorpreso da tutti, soprattutto da Semaj: “Christon mi ha impressionato prima di tutto come persona, per la sua disponibilità e la sua voglia di lavorare. Tecnicamente e atleticamente è superiore, e ha anche una grande potenzialità al tiro, ma nessuno è arrivato a Pesaro con l’intenzione di fare la star e questo è molto positivo”. E poi ancora: “Sono stato molto contento della costruzione della rosa. La società è stata brava a scegliere persone dalle qualità umane eccelse, oltre che di talento”.

Domenica ci sarà la prima amichevole, a Montecchio. “Stiamo lavorando su un pressing game offensivo, ma questo tipo di gioco richiede conoscenza e quindi prevedo un po’ di confusione. Poi allenerò letteralmente con il cronometro in mano per non sovraccaricare. Per il campionato però abbiamo una rosa che ci permette di cambiare faccia durante la partita, la duttilità è una caratteristica tipica di molti giocatori quest’anno”, ha spiegato  Paolini.

Infine, ci teneva a ringraziare tutti coloro che hanno reso questo training camp un’esperienza molto positiva: “L’accoglienza di Borgo Pace è stata memorabile. Posto meraviglioso, struttura eccezionale e disponibilità da parte di tutti a darci il massimo, dal ristorante alle strutture sportive. Voglio ringraziare in modo particolare il sindaco Romina Pierantoni e Claudio Valentini, il proprietario dell’Oasi San Benedetto che ci ha ospitato e coccolato tutta la settimana”.