L’irlandese Shane Lowry (269 – 70 66 67 66, -11) ha vinto un po’ a sorpresa, ma meritatamente il WGC-Bridgestone Invitational, terzo dei quattro tornei stagionali del World Golf Championships (mini circuito mondiale), svoltosi sul percorso South (par 70) del Firestone CC, ad Akron nell’Ohio. Ha concluso in retrovia Francesco Molinari, 61° con 290 colpi (69 74 74 73, +10).
Lowry ha superato Bubba Watson, secondo con 271 (-9), Jim Furyk e l’inglese Justin Rose, terzi con 273 (-7) e che, leader entrambi dopo 54 buche con due colpi di margine sul vincitore, hanno ceduto nell’ultimo turno. In quinta posizione con 274 (-6) Robert Streb, in sesta con 275 (-5) Brooks Koepka, il neozelandese Danny Lee e gli svedesi Henrik Stenson e David Lingmerth e solo in decima con 276 (-4) Jordan Spieth, che non è riuscito per la seconda volta consecutiva a farsi lasciare il trono mondiale dal nordirlandese Rory McIlroy, campione uscente del torneo e fermo per un infortunio alla caviglia. Stesso score anche per Rickie Fowler.
In tornei di questo tipo, dove per i migliori del lotto l’importante è solo vincere, la lista dei delusi è lunga. Hanno comunqueterminato in buona classifica l’australiano Jason Day, 12° con 277 (-3), Patrick Reed, 15° con 278 (-2), Keegan Bradley, il nordirlandese Graeme McDowell e gli inglesi Ian Poulter, Paul Casey e Lee Westwood, 17.i con 279 (-1). Mai in partita, e decisamente tutti sotto tono, il sudafricano Charl Schwartzel, 31° con 281 (+1), Zach Johnson, 33° con 282 (+2), lo spagnolo Sergio Garcia, 37° con 283 (+3), il sudafricano Louis Oosthuizen, 42° con 284 (+4), l’australiano Adam Scott, 45° con 285 (+5), e Dustin Johnson, 53° con 287 (+7), che sembra ancora non essersi ripreso dal contraccolpo psicologico seguito al modo incredibile con cui ha perso l’US Open. Sta invece destando seri dubbi Phil Mickelson, 63° con 291 (+11), se non abbia imboccato il viale del tramonto dopo una grande carriera alquanto dispendiosa.
Lowry, 28enne di Mullingar, ha colto il terzo titolo in carriera, dopo i due ottenuti nell’European Tour. Essendo la gara valida anche per il PGA Tour ha ricevuto un’esenzione di tre anni per il circuito americano. Per lui anche 1.570.000 dollari, su un montepremi di ben 9.250.000 dollari.
Ha messo a tacere gli avversari con un 66 (-6), dovuto a quattro birdie senza bogey, eseguendo ottimi colpi, qualcuno fortunato, ed evitando un possibile play off, dopo il drive tra gli alberi alla buca 18, grazie a un secondo tiro di estrema difficoltà per mandare la palla in bandiera. Lowry c’è riuscito con una traiettoria tra gli alberi e ha trasformato un probabile bogey in un birdie che ha legittimato il successo. Watson ha provato a metterlo in difficoltà, ma ha ottenuto lo stesso score con sei birdie e due bogey.
Molinari dopo un bel primo giro in 69 (-1) colpi e il 14° posto, è andato via via perdendo terreno. Quattro bogey, prima dell’unico birdie, hanno siglato il 73 (+3) con cui ha preso commiato.
Appuntamento all’US PGA Championship con Rory McIlroy e Francesco Molinari – Ora appuntamento a Sheboygan (Wisconsin) per l’US PGA Championship (13-16 agosto) che sul percorso del Whistling Straits, chiuderà la serie dei quattro major stagionali. Ci sarà Francesco Molinari e farà il suo ritorno alle gare Rory McIlroy.

PGA TOUR: NELLA STABLEFORD J.J. HENRY S’IMPONE NELLO SPAREGGIO – J.J. Henry ha realizzato 47 punti stableford (13 11 17 6) e si è imposto nel Barracuda Championship (PGA Tour) sul percorso del Montreux Golf & Country Club, a Reno in Nevada. Raggiunto nel giro finale da Kyle Reifers (47 – 9 14 2 22) lo ha poi superato con un eagle alla seconda buca di spareggio. La gara si è giocata con una inconsueta formula stableford modificata, dove si assegnavano cinque punti per l’eagle, due per il birdie, nessuno per il par e si perdeva un punto per un bogey e tre per un doppio bogey e altro di peggio.
Alle spalle dei due protagonisti Patrick Rodgers, terzo con 46, Andres Gonzales, quarto con 43, David Toms, quinto con 42, e il sudafricano Retief Goosen sesto con 41.
Henry, 40enne di Fairfield (Texas), ha raccolto solamente sei punti a chiudere (cinque birdie e quattro bogey), ma sono stati sufficienti per andare allo spareggio sebbene Reifers ne abbia collezionati 22 realizzando ben tre eagle insieme a quattro birdie e a un bogey. L’eagle nel playoff ha permesso a Henry di cogliere il terzo titolo sul circuito e il secondo in questo evento (2012, quando si chiamava Reno Tahoe Open). Ha percepito un assegno di 558.000 dollari su un montepremi di 3.100.000 dollari, ma soprattutto ha ottenuto l’esenzione fino al 2017, una manna per lui che era rientrato in questa stagione nel PGA Tour dopo il purgatorio del Web.com Tour.

LORETTO SCOTTISH: CORBI SECONDA, BOVARI TERZO – Pietro Bovari, terzo con 72 (+1) colpi, ha ben iniziato il Loretto Scottish Boys U14 Open Amateur Stroke Play Championship, in svolgimento sul percorso del  Glenbervie Golf Club (par 71 ragazzi, par 72 ragazze), a Larbert in Scozia, che si articola sulla distanza di 36 buche.
Due francesi al proscenio: Tom Gueant, leader con 68 (-3), e Marius Cara, secondo con 71 (par). Bovari ha la compagnia dell’irlandese Aaron Marshall, degli inglesi Charlie Hilton e Dominic Clemons e degli scozzesi Harry Austin e Connor McKinney. Buona prova anche di Dylan De Prosperis, 13° con 74 (+3), quindi al 36° posto con 77 (+6) Gianmarco Manfredi, al 76° con 81 (+10) Filippo Buzzi e Gabriele Schirinzi e al 92° con 85 (+14) Matteo Cristoni e Tommaso Rossin. Antonello Bovari accompagna il quartetto azzurro, composto da Bovari, De Prosperis, Manfredi e Buzzi.
Nel torneo femminile Maria Vittoria Corbi del Parco di Roma, unica italiana in gara, è in seconda posizione con 76 (+4) colpi, alla pari con l’inglese Caitlin Whitehead e con la spagnola Marta Lopez Echevarria. In vetta con 73 (+1) anche in questo caso una francese, Lois Lau.