A pensarci ci sarebbe da perdere la testa sentendosi già i vincitori morali di uno scudetto, mai così vicino e mai così assurdamente improbabile. Eppure la settimana in casa Ferelle è ripresa tranquilla e serena come se nulla fosse successo, come se la festa del “Di Vittorio” al triplice fischio di gara-1 non fosse mai accaduta o meglio che si limitasse alla conquista di tre punti validi per una qualsivoglia classifica di un girone di campionato. Insomma, nessuna esaltazione perché si sa, lo sport è bello ma a volte anche duro quanto la vita.

E gara-2 potrebbe significare anche un brutto risveglio perché davanti non si ha ovviamente una squadra normale, ma una di quelle a cui bastano pochi minuti per infilarti quattro o cinque reti. Certo, lo scudetto ormai è a un passo e di questo tutte le ragazze e il mister ne sono consapevoli; basterebbe addirittura un pareggio (come in quel di Statte) per cucire sulla maglia rossoverde il primo storico scudetto della città. Ma volare basso è il motto di uno Shindler mai così attento e teso nel lavoro settimanale: ieri a fine allenamento ha addirittura stretto la squadra intorno a sé per rimproverarla e per farle capire che non si è vinto ancora nulla ed è proprio ora il momento di dimostrare che tutto questo non è avvenuto per caso o per fortuna. Tra il vincere o il pareggiare, ma soprattutto anche il perdere, c’è un confine sottile e lo decreta il calcio a 5, uno sport in cui devi partire sempre per il massimo risultato perché se pensi di gestire la partita allora ti sbagli e il “Dio della palla a rimbalzo controllato” ti punirà severamente. Per questo, contrariamente a quello che sarebbe più naturale, in quest’ultima settimana di lavoro dell’intera stagione gli allenamenti e le sedute video si sono moltiplicati e allungati. Video e campo, studio e tattica, palla e sudore nel caldo asfissiante della Conca, quel caldo dal sapore però lontanamente dolciastro e che potrebbe risultare molto amaro se l’impegno di lunedì venisse a mancare. Si è parlato d’impresa, forse di miracolo per questa Ternana Femminile in grado di eliminare prima tutte le capoliste dei due gironi, nord e sud, ed ora di battere anche la Lazio, autentico squadrone pluridecorato che lo scorso anno aveva schiantato le rossoverdi nelle due finali di coppa e campionato. Ma le imprese e i miracoli avvengono una sola volta proprio perché straordinari, non ripetibili. Questa sarà l’ennesima sfida di mister Shindler e delle sue ragazze, che dovranno rendere l’anormale in normale e il normale in anormale. Un po’ come nella storia greca della battaglia delle Termopili, quando 300 spartani furono in grado di tenere in scacco l’esercito di Serse, dominatore incontrastato di quel periodo non solo in Medio Oriente. Immortalato dal film dall’omonimo titolo in cui Leonida, re degli Spartani, in un dialogo con l’imperatore Serse esclamò che prima della fine della guerra il mondo intero seppe che dei semplici uomini furono in grado di far sanguinare persino un Dio Re. Metafora perfetta per dire che questa Ternana Femminile, in fondo, il proprio scudetto lo ha già vinto e da tempo.

Ufficio Stampa Ternana Futsal Femminile