Ciao a tutti,

Ho iniziato ad insegnare nel 2009 ed in questi sei anni di esperienza vi posso assicurare che il lavoro mentale più grande non l’ho fatto sui miei giocatori ma sui loro genitori.

Ora, molti genitori di figli tennisti penseranno che tutto quello che leggeranno di qui in avanti non vada applicato a loro. Un consiglio, prendi sul serio questo articolo, rileggilo più volte e sii onesto con te stesso. Se i lacci delle scarpe di vostro figlio iniziano a stringersi un po’ troppo, allentali un pochino, e riprendi in mano l’autorità di essere padre e madre.

Lascia che il coach svolga il proprio lavoro

Il più grande errore che un genitore commette, di solito, è quello di dare troppa voce alle aspettative dei figli. Appena il ragazzo inizia a giocare per ottenere l’approvazione dei suoi genitori oppure per mantenere l’armonia in famiglia, la sua motivazione ed il suo divertimento diminuiranno istantaneamente, non importa quanto talento lui abbia. Molti giovani giocatori di tennis sono stati letteralmente scaraventati fuori da questo gioco a causa dei loro genitori e qualche grande talento è stato distrutto. Sfortunatamente, in giro per i tornei sempre più spesso si sente dire dagli allenatori: “ Questa ragazza ha un super talento, ma i suoi genitori fanno troppa pressione su di lei così che ogni volta diventa troppo rigida e nervosa per poter vincere”.

La pressione dei genitori sui figli può essere esercitata in vari modi. Può dipendere dal “forzare” il figlio ad allenarsi, prendere lezioni con il maestro oppure competere contro la sua volontà. Un’altra insidia nascosta dietro all’atteggiamento dei genitori può anche essere l’eccessiva critica sugli sforzi dei figli. Il ragazzo non deve assolutamente sentire la pressione di ogni suo errore come se qualcuno gli debba lanciare un sasso dietro alla schiena. Per lui è già troppo difficile entrare in campo, imparare a competere ed accettare l’agonia del dover giocare male.

A livello psicologico, l’apprendimento umano migliora in maniera efficiente più dai rinforzi positivi che da quelli negativi. E’ di gran lunga più gratificante dire al ragazzo cosa deve fare bene e suggerirgli cosa fare in futuro piuttosto che concentrarsi su cosa ha sbagliato e cosa deve evitare. Spesso, anche nelle giornate più disastrose qualcosa di positivo può essere sempre detto del tipo: “ So perfettamente che oggi non hai giocato bene, però mi è piaciuto il modo con il quale hai provato a gestire la situazione” piuttosto che dirgli “ hai veramente giocato male oggi”. L’allenatore del ragazzo è principalmente responsabile della crescita tecnica ma i genitori possono contribuire di gran lunga al miglioramento sul piano mentale.

Inoltre: paragonare il vostro ragazzo con gli altri può danneggiare la motivazione e danneggiare l’autostima del giocatore. Ricorda che ogni ragazzo è unico e speciale ed apprende a suo modo. Ogni progresso dell’individuo è totalmente scollegato dal progresso di tutti gli altri: il ragazzo deve essere paragonato solamente con se stesso.

Lo ripeto: tieni in considerazione che ogni ragazzo è differente sia nella mente che nel corpo ed è fondamentale che l’allenatore trovi le differenze e le alleni nel migliore dei modi.

È sempre bene procedere passo dopo passo. Fai tuo il prima possibile il concetto di accettare che ogni ragazzo ha le sue particolarità e che ognuno andrà allenato in un modo diverso. Evita di paragonare tuo figlio con i figli degli altri. Trova un modo sempre migliore e produttivo per far vivere a tuo figlio il gioco del tennis come un’esperienza unica ed indimenticabile.

Buona fortuna!

“Non aspiravo ad essere bravo nello sport.

Essere un campione era abbastanza per me”

Fred Perry

Alla prossima!

Tiziano De Tommaso

Maestro Federazione Italiana Tennis