Sei degli otto Under 26 iscritti hanno già  partecipato all’incontro che ha dato il via al piano di formazione lanciato da Porsche Italia: sono stati seguiti da un gruppo di specialisti che ne curerà  la preparazione psico-fisica con dei piani individuali. In due giorni di intenso lavoro hanno avuto modo di conoscersi, formando un bel gruppo.

La Carrera Cup Italia 2015 non è ancora partita, ma i piloti Under 26 che partecipano allo Scholarship Programme hanno già iniziato a seguire il piano di valorizzazione promosso da Porsche Italia, che l’anno scorso ha permesso a Matteo Cairoli di essere selezionato da Porsche AG per
partecipare alla Mobil 1 Supercup. Il programma di formazione dei giovani talenti si affianca alle gare del monomarca riservato alla 911 GT3 Cup che farà il suo debutto in pista nel weekend a Monza. Il primo assessment si è già svolto a Padova (prima nella sede di Porsche Italia e poi al Forum Wellness Center): dopo l’introduzione di Marta Gasparin, responsabile di Porsche Italia Motorsport, che
ha spiegato il programma, Mauro Gentile, direttore PR, ha avviato la simulazione di interviste e talk show per scoprire qual è l’atteggiamento che i giovani piloti devono tenere di fronte a giornalisti e telecamere, correggendo gli inevitabili errori frutto della mancanza d’esperienza. I sei partecipanti poi sono stati seguiti dall’equipe del Driver Program Center, il centro multidisciplinare forlivese specializzato
nella preparazione atletica e mentale dei piloti, che hanno sottoposto i ragazzi a una serie di test fisici, psico-attitudinali e posturali.

Mancavano il francese Côme Ledogar (Tsunami RT), 23enne campione in carica della Carrera Cup France, che effettuerà  i test di valutazione a Forlì e Takashi Kasai, (Antonelli Motorsport – Centro
Porsche Padova), il giapponese di 19 anni che non ha potuto interrompere gli studi in vista della
maturità, mentre c’era Da Sheng Zang (LEM Racing – Centri Porsche di Milano) che ha già  vissuto
l’esperienza in Cina ed è rimasto sorpreso della cura con cui sono seguiti i piloti. Questa nidiata di giovani talenti è parsa subito più preparata di quella dello scorso anno, anche perché diversi piloti già  vantano un’esperienza di corse internazionale. Soddisfatto Riccardo Agostini (Antonelli Motorsport
– Centro Porsche Padova): “Sono rimasto impressionato dalla professionalità con cui è stata portata avanti ogni attività. Credevo di avere già  una buona formazione e, invece, devo ammettere di aver
capito quanto sia importante curare alcuni aspetti nel rapporto con i media che avevo sempre trascurato“.

Stefano Colombo (LEM Racing – Centri Porsche di Milano), 24enne di Borgomanero, è rimasto colpito dalla specializzazione degli esperti: “I preparatori ci hanno valutato nei test per poi costruire una tabella di lavoro individuale. Ho scoperto che il mal di schiena di cui soffro ogni tanto è dovuto ad un problema di postura che ora potrò cercare di correggere“. Più o meno sulla stessa linea del piemontese è il compagno di squadra, Aku Pellinen. Il finlandese non si aspettava tanta attenzione: “Ho scoperto alcuni
reazioni del mio corpo che non conoscevo. Pensavo di avere una buona condizione fisica e, invece, ho capito che ci sono diversi aspetti sui quali potrò migliorare il mio rendimento“. Mattia Drudi (Dinamic Motorsport – Centro Porsche Bologna) è  il più  giovane di tutti con i suoi 16 anni: “L’organizzazzione è fantastica, curata in ogni dettaglio, ma rispetto ad altri programmi simili mi piace molto il clima amichevole che si è creato fra di noi. Saremo rivali in pista, ma possiamo essere amici al di fuori. L’assessment ci ha permesso di conoscerci meglio: me lo avevano detto Matteo Cairoli e Edoardo Liberati che l’ambiente sarebbe stato piacevole e ho constatato che è  proprio vero“.

Andrea Fontana (Ghinzani Arco Motorsport – Centri Porsche di Roma), bellunese di 19 anni, è convinto: “Mi sono proprio divertito, non credevo che si potesse formare un bel gruppo mentre si stava lavorando in modo serrato. L’esperienza sarà utile al miglior approccio propedeutico del mondo Porsche: credo che lo Scholarschip Programme potrà incidere sulla nostra preparazione nel gestire al meglio i week end di gara. Sono felice di farne parte perché ho l’occasione per diventare un vero pilota professionista e non voglio sprecarla…“.

Ufficio Stampa