“Devi prendere la pallina un po’ più avanti!” , “Così sei in ritardo non te ne accorgi?” , “ Come mai oggi non arrivi in tempo sulla pallina?”. Queste sono solo alcune delle frasi che i maestri rivolgono ai propri giocatori nell’intento di riuscire a migliorare una particolare fase del movimento:

LA FASE DELL’IMPATTO.

Buon tennis a tutti, maestri!

Oggi sono qua per parlarvi dei principali problemi di questa parte importantissima del movimento e di come, pochissimi accorgimenti, possano risultare utili al miglioramento di esso.

Prima di entrare nel “vivo” del discorso, occorre sapere che la FASE DI ACCELERAZIONE E la FASE DI IMPATTO fanno parte del cosi detto TIMING RELATIVO. Esso rappresenta la STRUTTURA PROFONDA del movimento ossia, quella parte del gesto che, una volta appresa, è difficilmente modificabile. Ovviamente, il timing relativo, rispetto all’intero timing del movimento, dura molto meno e varia dai 350/400 millisecondi per un colpo al rimbalzo fino ai 250 millisecondi per una volée. Esso risulta essere, quindi, la parte più rapida dell’intero movimento.

Da questi dati risulta più facile comprendere come un’errata preparazione del colpo porti, tramite un effetto domino, ad imperfezioni in tutte le successive fasi, fino al momento più importante in assoluto: il punto nel quale la pallina colpisce il centro delle corde. Ad ogni modo, l’obiettivo di questo post non è quello di spiegare e correggere i più comuni errori che si riscontrano durante le fasi precedenti a quella dell’impatto bensì quello di soffermarci su questa determinata fase al fine di poter chiarire alcuni concetti essenziali.

Analizzando nello specifico i colpi al rimbalzo, tutti i maestri sanno ed insegnano che l’impatto corretto è quello DAVANTI AL CORPO. Questa considerazione, considerando il tennis moderno, è vera a metà.

Come ci dimostrano questi due grandissimi campioni, infatti, è vero che la pallina viene colpita davanti al corpo del giocatore ma non così eccessivamente davanti. Se ci soffermiamo attentamente sulle foto, notiamo come ci sia poca profondità (30-40 cm) e una OTTIMA DISTANZA LATERALE.

Immagine 1: Impatto Murray e Djokovic a confronto

E’ proprio la corretta distanza laterale la chiave di un corretto impatto nel tennis moderno.

Il secondo punto sul quale intendevo soffermare l’attenzione è la distribuzione del PESO DEL CORPO durante questa fase. In questi due casi sia Djokovic che Murray stanno eseguendo un diritto in open stance.

Notiamo come , per un diritto destrimane, il peso del corpo sia quasi completamente concentrato sulla gamba destra e la solida postura del tronco, in questa fase, supporta lo squilibrio che si viene a creare nell’utilizzo della posizione aperta. Soffermandoci su questi due aspetti appena citati, osserviamo come la schiena sia diritta e il piede sinistro sia leggermente alzato dal terreno.

Come nella maggior parte dei professionisti, l’impatto è contenuto all’interno della STRIKE ZONE, ovvero quella zona tra anche e spalle all’interno della quale il giocatore riesce ad esprimere le più elevate velocità da imprimere sulla pallina.

Altro punto da osservare con particolare importanza è l’INCLINAZIONE DEL PIATTOCORDE. Di fatto, quando la pallina incontra le corde, esse sono parallele alla rete. Durante il percorso, il piatto-corde descrive una traiettoria curvilinea, che si appiattisce solamente al momento dell’impatto, per poi curvare nuovamente sulla prima e sulla seconda fase del finale.

Un fondamentale ruolo è svolto anche dall’ARTO NON DOMINANTE che, come spiegato nel post precedente, in questa fase è in RITRAZIONE: si avvicina alla linea mediana del corpo, riducendo il momento d’inerzia ed aumentando la rotazione del tronco attorno all’asse longitudinale.

E se tutto ciò è stato eseguito alla perfezione….

OK…. L’IMPATTO E’ GIUSTO!

Non rimane altro che osservare se l’allievo continua a fissare il punto dell’impatto anche DOPO aver colpito la pallina.

Come Federer ci insegna, questo piccolo “trucchetto” è di fondamentale importanza per non perdere l’equilibrio e mantenere il centro di gravità all’interno della base d’appoggio. Ricordatevi quello che abbiamo detto prima: il timing relativo è il momento più breve di tutto il gesto tecnico e quindi anche il più veloce! Se si perde equilibrio in questa fase tutto quello che è stato svolto precedentemente può essere perfetto ma il risultato sarà quello di vedere la pallina del vostro giocatore andare miseramente in tribuna! La FISSAZIONE OCULARE sull’impatto, anche dopo di esso, è di fondamentale importanza, consente di mantenere l’anca posteriore leggermente arretrata rispetto a quella anteriore, garantendo appunto la corretta direzione al colpo!

Immagine 2: Fissazione oculare

L’errore più frequente che riscontro quotidianamente nei ragazzi durante la fase d’impatto è proprio questo: lo sguardo viene immediatamente rivolto verso il campo con un’ eccessiva rotazione dell’anca posteriore rispetto a quella anteriore. Molto spesso gli atleti che riscontrano questo problema tendono a giocare principalmente diagonale e poco lungolinea. Agli occhi dei meno esperti, questo errore può sembrare tattico, ma come abbiamo visto, esso è di natura prettamente tecnica.

Concludo descrivendo in poche righe gli elementi principali per un impatto eccellente:

OTTIMA DISTANZA LATERALE

DISCRETA PROFONDITA’

ALTEZZA DELL’IMPATTO

ANGOLAZIONE DELL’ATTREZZO

POSIZIONE DELL’ARTO NON DOMINANTE

POSIZIONE DELLA TESTA/FISSAZIONE OCULARE

TRASFERIMENTO DEL PESO DEL CORPO

Dopo tutti questi “ingredienti” la pallina uscirà dalle corde dei vostri allievi con un suono mai sentito prima, “tuonando” letteralmente dall’altra parte del campo.

“Non aspiravo ad essere bravo nello sport.

Essere un campione era abbastanza per me”

Fred Perry

Tiziano De Tommaso

Maestro FIT