Nonostante i suoi guanti non siano bianchi, sta trattando la Serie A con rispetto, cura e devozione. Giuseppina Di Bari è la custode dei pali biancorossi fin dal 2005, e incarna l’ultimo baluardo assoluto dei sogni di salvezza, da cullare con una coperta rivelatasi troppo corta sabato scorso, alla luce del doppio zero nelle caselle dei gol subiti e siglati maturato nei 90 minuti contro il San Zaccaria.

«Cardone un giorno mi disse: “Se il portiere para, le partite non si perdono!”. Io continuerò a fare del mio meglio affinché questo sia possibile, ma da sola non si gioca a calcio, quindi ho bisogno del supporto delle mie compagne», spiega l’estremo difensore, “Peppa” per tutto l’ambiente biancorosso.

Quello di Como è una sorta di spareggio anticipato: «Non dobbiamo e non possiamo sbagliare, l’imperativo è vincere. Lo si può fare con la voglia di andare su ogni pallone, non dando respiro alle avversarie. Devono sentire il nostro fiato sul collo. E soprattutto dobbiamo calciare in porta non appena si aprirà uno spiraglio, come se fosse una finale».

Il domani della Pink non è solo la sfida salvezza in Lombardia: «Ho appreso con felicità della convocazione di Francesca Sforza in Under 17, sono molto contenta per lei. Penso possa essere una bellissima esperienza, sarebbe piaciuto anche a me poter vivere qualcosa di simile alla sua età, purtroppo ho iniziato tardi (sorride, ndr)».

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