“Lo Stadium è unico. Nuova legge? Acqua fresca. Bisogna sburocratizzare pratiche. Auguro alla Roma di velocizzare tempi, ma…”
L’architetto Gino Zavanella, progettista dello Juventus Stadium, è intervenuto a “SI Today”, trasmissione di Sportitalia condotta da Angelo Battisti. Ecco le sue considerazioni:
Quali sono i segreti dello Juventus Stadium, roccaforte della Juventus?”Segreti non ce ne sono, se non aver fatto un’analisi attenta di quelle che erano le necessità della Juventus, di Torino, del territorio e quindi abbiamo fatto uno stadio come un sarto può fare un abito su misura”.
Vi siete ispirati ad un modello per la nascita dello Juventus Stadium?”No, è una domanda che mi fanno sempre: lo Juventus Stadium è unico. Noi abbiamo studiato una settantina di stadi ed è uscito lo Juventus Stadium. Io spero che sia lo Juventus Stadium un modello per altri”. Quali sono le caratteristiche che deve avere un nuovo impianto, di nuova generazione?”Che sia usato sempre dalla città, deve essere uno stadio che nasce all’interno di un territorio e che tenga presente non soltanto le esigenze della squadra che lo promuove, ma anche la città in cui lo stadio viene inserito. Questo è fondamentale perchè abbia una sua vita propria e perchè non venga sentito dalla città come un intruso”.
In Italia ci sono delle difficoltà per ristrutturare o creare un nuovo stadio. Quali difficoltà ha trovato lei dal punto di vista urbanistico e legale nel progetto Juventus Stadium?”Guardi, faccio un esempio: io sto progettando – e siamo praticamente alla conclusione – lo stadio di Rijeka, di Fiume: è un progetto estremamente interessante perchè comprende uno stadio, un hotel, un centro commerciale e il museo dello sport. Abbiamo iniziato il progetto ai primi di marzo e siamo alla conclusione, i lavori dovrebbero iniziare ai primi di quest’anno. La Juventus aveva impiegato 6-7 anni. Allora vuol dire che la burocrazia in Italia o la superiamo o di stadi se ne fanno veramente molto pochi. Io sto progettando sia lo stadio di Palermo che quello di Lanciano e le difficoltà burocratiche sono quelle che, indipendentemente dalla volontà degli amministratori, rallentano moltissimo le operazioni. Quindi si rischia di fare un progetto che quando è pronto e deve partire, è un progetto che è invecchiato nel tempo, molte cose sono cambiate. Anche questo è uno stimolo, fare progetti che non invecchiano, che hanno la possibilità di mutare e di essere gestiti nel tempo”.
Per quanto riguarda lo stadio del Palermo, lei disse che tre anni fa stava progettando prima il centro commerciale per poi riuscire a fare l’impianto vero e proprio. Intanto sono passati tre anni e adesso deve rimettere mano al progetto per renderlo credibile e sostenibile…”Sicuramente sì, anche perchè sono cambiate le persone, sono cambiati gli amministratori, sono cambiate molte esigenze. Però diciamo che la struttura progettuale secondo me deve restare quella, cambiano alcune funzioni, alcune caratteristiche interne. La caratteristica del progetto deve essere quella di poter variare in base alle esigenze stesse”.
La legge sugli stadi che è stata approvata ultimamente: crede che possa aiutare a produrre più velocemente gli stadi in Italia?”Devo essere sincero o fare il politico?”.Sia sincero…”E’ assolutamente acqua fresca”.
Infatti nella legge di stabilità non è stato messo nessun intervento per gli impianti.”Appunto. Il problema è che, o noi sburocratizziamo queste pratiche e cerchiamo veramente di capire quello che vogliamo fare da grandi, altrimenti di stadi ne vedremo pochissimi realizzati in Italia. Io auguro alla Roma di velocizzare al massimo il suo, perchè sarebbe un esempio molto importante, però se tanto mi dà tanto, con vivo l’Avvocato e vivo il Dottor Umberto Agnelli, la Juve ha impiegato sette anni… Boh, non lo so…”.
I problemi burocratici limitano anche i flussi di denaro di investitori esteri.”Ma è logico, è evidente che servono i supporti economici, perchè fare uno stadio oggi è un impegno economico notevolissimo, che credo nessuna squadra da sola sarebbe in grado di fare. Pertanto servono delle sinergie importanti e per creare delle sinergie servono delle certezze per chi investe. E se queste certezze non ci sono è difficile…”.

Ha iniziato la Juventus, tra qualche mese l’Udinese avrà il suo nuovo stadio e poi toccherà – si spera – a Roma e Milan. Siamo vicini ad una svolta in Italia.”Lo spero, ma non dimentichiamoci Palermo e Lanciano che sono partiti già da un paio di anni. Io spero che ci sia questa svolta. Lavoro all’estero ed è vero che all’estero i tempi di progettazione e di realizzazione sono molto più rapidi. Spero che anche in Italia si arrivi davvero a questa determinazione”.

Ufficio Stampa Sportitalia