Di Franco e una storia bellissima: “Vi racconto il bambino che sogna”
Il libro del centrale della Conad sarà premiato lunedì dal presidente del Coni Malagò: “Voglio farne un film”

Questa è la storia di un bambino che dalla sua Sicilia sogna di diventare un giocatore di pallavolo.
Un bambino che prega ogni sera che la sua letterina scritta alla Sisley Treviso riceva risposta per compiere il primo, grande salto verso la realizzazione del proprio sogno.
E così sarà, per “Il bambino che sogna”, la storia vera di Max Di Franco, che il centrale della Conad ha deciso di far diventare un cortometraggio, un libro e, nello step finale del progetto, addirittura un film.

Un libro, scritto assieme a Lillo Cafieri, che lunedì prossimo riceverà dal Coni il premio per il secondo posto ottenuto nel concorso letterario 2014 dell’organo che gestisce lo sport italiano.
Sarà proprio il presidente Giovanni Malagò a premiare il giocatore giallorosso, per quella che Max non ama definire la propria biografia. “Non ho vinto Olimpiadi o Mondiali, per questo mi piace definirla la storia di un bambino che cresce come se l’avessi vissuta da fuori. C’è un pò di tutto, le mie emozioni, una storia d’amore, consigli per i ragazzi e temi sociali. Credo infatti che soprattutto in un periodo del genere, dove per i giovani credere nei sogni diventa difficile, la mia storia possa essere un incentivo per tutti loro”.
Una storia, “Il bambino che sogna”, che ha vinto il premio della critica all’International Sport Film Festival (“una grande emozione – racconta Max – in mezzo a produzioni di ogni tipo e nazionalità”), e che non finisce certo qua (sul sito www.maxdifranco.it tutte le info per prenotare il libro).
“Sì, il progetto è partito tre anni fa ma da una semplice biografia vorremmo realizzare qualcosa in più. Abbiamo già proposto la sceneggiatura a varie case cinematografiche e lo step finale è proprio quello di realizzare un film. La cosa più bella è il riscontro dei lettori, mi dà grandi stimoli a proseguire in questo progetto”.
La storia del bambino che sogna non finisce certo qua.

Ufficio Stampa