Siamo costretti a commentare una sconfitta coach, ma soprattutto gli 89 punti subiti al PalAuriga. Considerato, comunque, l’innegabile enorme talento offensivo di Forlì, cosa non è andato nella nostra metà campo?

“E’ chiaro che subire 89 punti in casa non è, e non deve essere, nel nostro DNA difensivo. Penso che sia saltato agli occhi di tutti che Forlì è da considerare una squadra molto forte, con uno spiccato talento offensivo, per di più interpretato da diversi giocatori di valore e di provata esperienza. Noi non siamo riusciti ad arginare questo potenziale, e neanche la straordinaria precisione al tiro che Forlì ha tenuto per tutto l’arco della partita. La nostra intensità difensiva è stata buona, così come l’impegno profuso dai miei giocatori: a mancare è stata quella cattiveria agonistica che, insieme ad alcuni errori tattici nella nostra metà campo, ha fatto pendere l’ago della bilancia a favore dei nostri avversari”.

Questa squadra ha mostrato di saper vincere con merito a Ferentino e Agrigento, ma anche di perdere con Trieste e Forlì in casa. Domanda da un milione di dollari: cosa succede nella nostra testa?

“Manca la continuità di rendimento durante ogni partita, manca la capacità di riconoscere quali sono le scelte giuste da attuare nei diversi momenti della gara, mancano ancora concentrazione e applicazione totale nel gioco di squadra, che solo a tratti la mia squadra è stata in grado di attuare. Perciò c’è molto lavoro da fare, ma contemporaneamente è chiaro che le quattro vittorie ottenute sul campo ci dimostrano che dobbiamo avere fiducia nel nostro lavoro, incrementando, però, l’intensità e la qualità del nostro gioco”.

Domenica prossima arriva secondo derby in tre giornate. Partita dura, ma, contemporaneamente, l’occasione perfetta di riscattarci. Come affrontiamo questa settimana di lavoro?

“Come sempre lavoro, lavoro e lavoro, pensando a migliorare tutti gli aspetti che ho menzionato”.

Non possiamo che congedarci con il solito pensiero a piacere a te riservato…

“Si parla del prossimo derby, e vorrei potesse essere un’altra bella giornata di sport come è stata quella di due settimane fa ad Agrigento e come quella di domenica scorsa nell’attesissima partita fra il Trapani Calcio e il Catania. Sono stato allo stadio e ho assistito ad uno spettacolo che non è usuale vivere sui campi di calcio, con tifoserie che cantavano e inneggiavano agli avversari in un clima veramente denso dei valori più puri dello sport. Come sempre, l’esempio deve arrivare anche dai protagonisti sul campo, che con i loro comportamenti devono trasmettere la corretta etica sportiva. Mi permetto di dire anche che da quando sono a Trapani ho potuto notare con grande piacere la grande correttezza e passione sia dei nostri tifosi, che quelli del Trapani Calcio”.

Fabio Tartamella – Ufficio Stampa Pallacanestro Trapani