… SINONIMO DI VALORI NELLA VITA

Lo sport e la politica sono stati il filo conduttore del Convegno dal titolo “Luciano Gigliotti, mi chiamavano Professor Fatica” che si è tenuto nella Sala stampa della Regione Piemonte.

Un incontro voluto dal Presidente della Turin Marathon, Luigi Chiabrera, che ha raccontato della grande amicizia che lo lega a Gigliotti e che si può essere politicamente in due schieramenti opposti, ma accomunati dalla stessa passione e dagli stessi valori.

E’ stato poi Gigliotti, l’allenatore che ha portato all’Italia le uniche due medaglie d’oro, ottenute alle Olimpiadi con Bordin e Baldini e autore del testo che ha dato il titolo al Convegno a prendere la parola “E’ un libro che non avrei voluto scrivere, perché ero convinto, che in fondo, non avrebbe interessato a nessuno la storia di un allenatore. Ma in tanti mi hanno sollecitato e il titolo è nato per caso, anche perché uno dei miei compiti è quello di gestire e allenare la fatica. Ho avuto la fortuna – ha proseguito il tecnico – di allenare grandi uomini, che al di là delle medaglie attraverso l’impegno sportivo sono cresciuti e maturati”.

Per Claudio Rinaldi, Caporedattore della Gazzetta di Parma, che ha scritto a quattro mani la biografia con l’autore “E’ stato un gran divertimento e la stesura del testo è nata da lunghe chiacchierate, raccogliendo le testimonianze”. E il giornalista ha evidenziato le doti di competenza, autorevolezza e psicologia del tecnico, che ha sempre portato gli atleti in forma il giorno della gara e mai né prima e nè dopo.

Gianni Oliva, storico e autore di molti libri sul Conflitto mondiale, ha ricordato l’origine istriana di Gigliotti, che ha vissuto la drammaticità delle foibe, perdendo il padre. Attraverso un excursus storico, Oliva ha spiegato i drammi di quegli anni causati dai silenzi internazionali, responsabilità soggettive e dal silenzio di stato.

Stefano Tallia, giornalista Rai, ha illustrato la sua esperienza di inviato ai Balcani ed ha evidenziato quanto siano tuttora profonde le ferite del conflitto e che alla fine in quella zona abbiano vinto i peggiori, per affermare i propri interessi personali.

Il colonnello Vincenzo Perrinello, Vice Presidente Fidal Nazionale, si è soffermato sul fatto che le regole date dallo sport, aiutino a superare le barriere anche tra atleti di diversa nazionalità, perché i ruoli sono chiari ed è un dovere muoversi nella massima integrazione.

Angelo Conti in rappresentanza della Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi ha fatto il punto sul legame di chi corre e vuole fare del bene e lo stretto rapporto tra sport e charity.

Domenico Quirico, maratoneta e cronista di guerra de La Stampa, ha chiuso gli interventi, raccontando come durante la prigionia lunga 152 giorni, abbia tentato due volte di fuggire, sollecitato da una forte motivazione, il desiderio di camminare e correre nella campagna, come ultimo atto della vita. Un gesto, ha concluso, così semplice e normale, che in una parte del mondo non esiste.

Turin Marathon – Ufficio stampa