Immagini di cinema all’Hospice “Sergio Sugliano”
Fondazione Faro all’Ospedale S.Vito


Dedicato ad Alberto Friedemann

Dall’8 ottobre 2014 l’Hospice “Sergio Sugliano” della Fondazione Faro, al terzo piano dell’Ospedale S.Vito di Torino, è diventato sede di una mostra permanente: 54 immagini, appartenenti alle collezioni del Museo Nazionale del Cinema, raccontano la storia del cinema attraverso i suoi interpreti più importanti. Una iniziativa, questa, unica nel suo genere, nata dalla collaborazione tra il Museo Nazionale del Cinema e la Fondazione Faro e resa possibile grazie al sostegno e al contributo della Reale Mutua Assicurazioni – Agenzia Antonelliana.

La mostra UN MUSEO CON TE è dedicata ad Alberto Friedemann, figura di spicco del mondo cinematografico torinese e non solo, recentemente scomparso. Negli ultimi mesi di vita, trascorsi proprio nell’Hospice “Sergio Sugliano” della Fondazione Faro, ha maturato l’idea di una mostra che potesse in qualche modo interagire con la struttura, creando un confort anche emozionale nell’ambito del progetto di umanizzazione della medicina, di cui le cure palliative costituiscono il paradigma, ponendo la persona al centro dei servizi, nel rispetto delle sue esigenze e dei suoi bisogni di cura.

“Le cure palliative sono una disciplina che valorizza al massimo l’accudimento della persona nella sua globalità – sottolinea il Dott. Alessandro Valle, Responsabile sanitario della Fondazione FARO -, non soltanto nella dimensione della sofferenza fisica che è purtroppo tipica dell’ultima parte della vita. L’approccio palliativo si fa carico infatti anche di tutte le altre dimensioni, psicologica, sociale e spirituale. In questo ambito il rapporto tra le persone assistite, i loro familiari e gli operatori favorisce la costruzione di un legame che va al di là della semplice assistenza di base e porta alla condivisone di storie, di biografie, ed alla loro valorizzazione. Proprio per questo noi operatori siamo molto interessati alla biografia delle persone che curiamo.
Abbiamo condiviso – continua il Dott. Valle – la passione del cinema con Alberto Friedemann, è stata un’esperienza straordinaria e sicuramente molto arricchente. La valorizzazione della persona nella sua globalità, nella sua storia e nella sua cultura, anche nella malattia grave, può sfociare in collaborazioni come queste: al Museo Nazionale del Cinema ed alla Reale Mutua Assicurazioni – Agenzia Antonelliana va tutta la nostra riconoscenza.”

“Il cinema vive ed emoziona – afferma Alberto Barbera, Direttore del Museo Nazionale del Cinema – anche al di fuori della sala cinematografica. L’esperienza della visione, con il suo carico di energia vivificante e catartica, persiste nel tempo e si riflette, amplificandosi, nelle fotografie che ne evocano i protagonisti, le situazioni, le atmosfere costantemente in bilico fra la realtà e l’immaginazione, il mondo oggettivo e la dimensione del sogno. Per questo motivo, la psicanalisi ha da tempo scoperto e utilizzato la funzione terapeutica delle immagini, che assumono un peso sempre più importante nella nostra esistenza. A maggior ragione, quando questa ha bisogno di trovare supporto e compensazioni alla sofferenza che l’età e le malattie portano con sé. Il Museo Nazionale del Cinema è lieto di contribuire con questa iniziativa a un programma di arricchimento dell’assistenza offerta ai pazienti dall’Hospice dell’Ospedale S.Vito”

La mostra rientra all’interno del progetto Un Museo per Tutti, un Museo per Te, che punta a garantire la fruizione delle collezioni del Museo Nazionale del Cinema a pubblici di tutte le condizioni e provenienze, con un concetto di cultura impegnata sul sociale e integrata sul territorio, dove il dialogo tra la cultura e le strutture ospedaliere è volto al miglioramento della qualità di vita nei pazienti.

L’allestimento è stato realizzato dalle Arch. Marida Cravetto e Arch. Federica Pagella dello Studio LL.TT, mentre la grafica è stata curata da Massimiliano Zoggia di SuperMaxiStudio, e tutti loro hanno prestato la loro consulenza gratuitamente.

Nato a Busto Arsizio nel 1941, Alberto Friedemann si è spento a Torino il 16 febbraio 2014. Docente di storia delle arti visive, Friedemann si è dedicato soprattutto a studi di architettura e di storia del cinema, indagandone gli aspetti relativamente meno indagati, quello tecnologico ed industriale, e pubblicando numerosi lavori in riviste e monografie; fra questi, Le case di vetro. Stabilimenti cinematografici e teatri di posa a Torino (2002), Celluloide e argento. Le società tecniche torinesi (2003), I brevetti del cinema muto torinese. 1897-1928 (2005), Dizionario dei brevetti di cinema e fotografia rilasciati in Italia. 1894-1945 (2006), Fert. Storia di un nome, di due società e di tre stabilimenti (2008), Cines e Cines Seta Artificiale. Appunti per una storia d’impresa, in «Le culture della tecnica», 2007 / n. 18. Negli ultimi anni ha lavorato in archivi e biblioteche su testi dimenticati, ricercando gli elementi culturali comuni nella produzione di immagini e i rapporti fra ideazione, strumenti e tecniche.
La famiglia ha deciso di conferire al Museo Nazionale del Cinema la biblioteca personale dello studioso, frutto di anni di lunghe ed esemplari ricerche.