Duro lavoro e tanta applicazione. Ecco la ricetta di Olivera Kostic: “Vogliamo giocare sempre ad alto livello”

Intense sedute di allenamento tecnico ed atletico per farsi trovare pronte quando inizierà la stagione vera e propria e per esprimersi al meglio lungo tutto l’arco della stessa. Ha le idee chiare una delle nuove arrivate in casa Liu•Jo Modena, la serba Olivera Kostic che in questo mese e mezzo agli ordini dello staff tecnico bianconero ha già tratto importanti insegnamenti: “Abbiamo lavorato tanto in questo periodo sia con Guazzaloca che con Beltrami, questo è molto buono perché dobbiamo prepararci ad una lunga stagione. Sono molto soddisfatta di quanto fatto finora, ho imparato tante cose in questo periodo e penso che per ora le cose non possano andare meglio. Vogliamo giocare ad alto livello dall’inizio alla fine e per farlo ci stiamo tutte preparando molto bene, dalla prima all’ultima. Stiamo aspettando anche le altre che arriveranno dal Mondiale, ma so che appena lo faranno tutto andrà per il meglio da subito”.

Un piccolo contrattempo ha rallentato il lavoro dell’opposta serba nelle ultime ore, ma nessuna paura come spiega lei stessa: “Ho rimediato una piccola contrattura, dovrò stare a riposo un paio di giorni e poi potrò riprendere il normale lavoro come prima”.

Manca ancora, visto anche l’organico ridotto, un primo vero test amichevole, ma comunque gli allenamenti congiunti con Bolzano e Scandicci hanno regalato indicazioni importanti come conferma Olivera: “Abbiamo disputato questi due allenamenti per controllare a che punto siamo arrivati sul campo e per vedere su cosa dobbiamo ancora lavorare. La comunicazione fra di noi è già buona, abbiamo cercato sempre di aiutarci al massimo e tutto va ogni giorno meglio. Il mio feeling con le palleggiatrici? Credo sia già buono, loro hanno dimostrato da subito di credere in me e di questo sono contenta”.

Al secondo anno in Italia, inoltre, le cose sono molto più facili per Olivera che racconta così le principali differenze fra il nostro paese e la Serbia: “Lo scorso anno per me era tutto nuovo, mentre ora conosco già la cultura italiana. In Serbia lavoravamo sul campo, gli allenamenti erano lunghi, ma c’è una leggera differenza a livello tecnico ed inoltre le sedute di allenamento erano solamente una al giorno e non due come succede qui per diversi giorni durante la settimana”.

Andrea Lolli

Ufficio Stampa L•J Volley