“E’ stato un incubo, ringrazio Calvisi. Ora voglio giocare”
Cinque mesi senza pallone, fuori dal parquet e dallo spogliatoio. Un incubo da cui si è svegliato lunedì scorso, quando il Cobra, Cristian Titì Borruto, è tornato finalmente in mezzo ai suoi compagni con il suo sorriso e il fare vulcanico di sempre. Il talento argentino si allena da quasi una settimana agli ordini di Bellarte, Aiello e Galici a pieno regime. Sta bene, e si vede: corre, calcia, sgomma. Come ha sempre fatto, fino a quel maledetto momento del 17 marzo, durante la finalissima di Coppa Italia, in cui i legamenti del ginocchio destro fecero crack.

“Provo un po’ di fastidio, ma è normale visto che stiamo facendo allenamenti molto duri in questi giorni. Ma mi sento bene. Ho vissuto dei mesi bruttissimi, avevo una voglia incredibile di tornare in campo e non vedevo l’ora di essere di nuovo assieme ai miei compagni”.

Merito del professor Calvisi, luminare dell’ortopedia, che lo ha operato quattro mesi fa a Civitanova. “Lui mi conosce, aveva già operato il mio ginocchio sinistro in passato. Ha fatto un lavoro eccezionale e lo ringrazio di cuore. Mi ha sempre tranquillizzato e rassicurato, dicendomi che sarei tornato al cento per cento”.

Borruto è il capitale di Bellarte in zona gol. Assieme ai nuovi Cavinato, De Oliveira e Schiochet. “I due arrivati dall’Asti li conoscevo, mi sono sempre piaciuti come giocatori, sono fortissimi. Schiochet è giovane, ma mi ha già impressionato: è bravo ed ha un bel tiro. Loro tre, uniti al gruppo che ha già lavorato assieme l’anno scorso, possono aiutare questa squadra a migliorare ancora di più. Il mio rapporto con Bellarte? Molto bello: lui conosce i miei lati positivi e quelli negativi, sa come prendermi”.

Lo conosce bene anche Diego Giustozzi, il ct dell’Argentina che lo aspetta a braccia aperte. “L’ho sentito, mi ha detto di stare sereno perché lui conta su di me e, quando sarò al top, mi convocherà. La maglia dell’Argentina mi manca, mi auguro di reindossarla presto. In Kuwait? Se avrò l’onore di essere convocato, spero proprio di sì”.

Ufficio stampa e comunicazione