Il tecnico Oranges: “Meriti non solo miei. Questi ragazzi mi hanno contagiato. Mio figlio Claudio? Ha vinto come tutti gli altri”

Ventisei vittorie consecutive. Dal primo match della stagione alle Finalissima Scudetto, la DHS Napoli Allievi non ha lasciato neppure le briciole ad i suoi avversari. Gli Invincibili – mai come in questo caso l’epiteto è azzeccato – hanno riportato lo scudetto all’ombra del Vesuvio. Sconfitta, in una finale decisamente da categorie senior, una Roma Torrino arcigna, capace di resistere alla pressione spasmodica dei ragazzi terribili della DHS Napoli che per buona parte del match hanno avanzato la linea offensiva fin dentro l’area di rigore della squadra capitolina. Ci sono volute due grandi giocate, firmate da Caputo e capitan Virenti per rompere il castello difensivo degli avversari e regalare agli azzurrini uno scudetto che è il frutto di una programmazione lunga e scrupolosa. Per apprezzare il grado di maturazione dei canterani napoletani, basti pensare che il portiere Juryi Bellobuono e il laterale Christian Varriale, ancora in età da Allievi, hanno disputato la Final Eight Juniores, passando in poco più di due ore dalla delusione atroce di una finale persa all’emozione indelebile del titolo di Campioni d’Italia. Nel condensato di gioia dei giovani atleti azzurri, spiccava il sorriso soddisfatto di Ivan Oranges. Il tecnico della DHS Napoli, dopo una stagione logorante con la prima squadra, ha accettato una nuova sfida. Ha preso per mano i migliori talenti azzurri e li ha condotti allo Scudetto. “Non mi prendo meriti che non siano i miei – esordisce il tecnico napoletano – perché questa vittoria appartiene alle persone che curano con entusiasmo e passione il settore giovanile ed appartiene a mister Occhino che ha seguito il percorso di crescita di questi ragazzi per buona parte della stagione. Io ho solo cercato di prepararli alle Final Eight, trasferendogli carica ed entusiasmo. Alla fine però sono stati loro a contagiarmi e regalarmi delle emozioni uniche, tra le più belle da quando alleno. Rappresentano un patrimonio importante per la nostra società e sono sicuro che il loro percorso di sviluppo continuerà senza intoppi. Grazie a Stefano Salviati, Federico De Candia, i tecnici e i dirigenti che quotidianamente si occupano di loro, possono crescere senza pressioni, sia dal punto di vista umano che sportivo”. Tra i campioni anche suo figlio Claudio, che ha già mostrato una certa personalità in mezzo al campo. “Claudio sa che questo è il momento di divertirsi e crescere. Sono felice per lui, perché ha meritato come gli altri di vincere, al termine di un anno in cui ha seguito con applicazione ed impegno i consigli di dirigenti e tecnici. Quello che deve migliorare tatticamente e caratterialmente glielo dico in privato…”.

UFFICIO STAMPA DHS NAPOLI