E’ tempo di bilanci di fine stagione in casa Virtus Trapani, a pochi giorni dalla conclusione del campionato di C Regionale che sabato scorso ha vissuto il suo ultimo atto con la 10° giornata della seconda fase che ha visto i gialloblu trapanesi sconfitti per 70-57 sul parquet del BASKET CLUB Paternò.

 

Una sconfitta che ha relegato i trapanesi all’ultimo posto del girone in compagnia della Mia Basket Messina ma che difficilmente avrà conseguenze per il prossimo campionato di C regionale vista la rinuncia già da tempo del Paceco Basket che aveva di fatto sancito l’unica possibile retrocessione prevista.

Un campionato in cui il roster dei trapanesi, ricordiamo interamente composto dai migliori atleti classe 95-96-97 appartenenti alle società della Virtus e della Pallacanestro Trapani, si è comportato in maniera più che dignitosa, raccogliendo cinque successi e sfiorandone tanti altri, palesando un buon grado di crescita nel lungo campionato disputato.

Abbiamo fatto un primo bilancio sul campionato disputato con il Coach della squadra Nino Colomba, quest’anno alla sua prima esperienza da head coach.

Coach, facciamo un primo bilancio della stagione appena conclusa: come valuti in generale il rendimento della tua squadra soprattutto in relazione alle aspettative della vigilia?

Mi trovo veramente in difficoltà nel valutare con una sola parola il nostro cammino: da un lato siamo andati ben oltre le mie aspettative. Ad agosto pensavo che avremmo dovuto lottare in tutti i modi per ottenere almeno una vittoria e che avremmo subito spesso le cosiddette “imbarcate” da parte degli avversari. I fatti dicono che abbiamo raccolto 5 vittorie e che ci siamo giocati molte altre partite, perdendo non di rado con divari inferiori ai 10 punti. D’altro canto, però, una volta visto il livello del campionato, sia del nostro girone che di quello retrocessione, c’è rammarico per non essere riusciti ad evitare quello che, simpaticamente, possiamo chiamare “cucchiaio di legno”. Classifica alla mano, con solo una o due vittorie in più, avremmo chiuso più in alto. Il risultato è anche una conseguenza di tutti i problemi e le sfortune patite durante l’arco della stagione. Del quintetto previsto ai nastri di partenza è rimasto veramente poco, perdendo pedine già dopo la seconda giornata, e la squadra ha dovuto “mutare forma” mese dopo mese, con tutte le difficoltà di gioco che ne conseguono. Mi riferisco ad atleti come Vallone, Scimemi, Massa e, man mano nel corso della stagione, Nicosia (rientrato dopo uno stop di un anno, e infortunatosi dopo 3 partite), oltre alle assenze di Bellomo, Schifano e Felice, assenti in alcune gare decisive a causa dei loro impegni con l’under 19 della pallacanestro Trapani. A questi vanno aggiunti altri giocatori che han saltato periodi per i motivi più disparati. Non a caso, nel corso delle 28 partite, abbiamo dovuto per forza di cose schierare ben 26 giocatori diversi e, anche con ciò, ci siamo spesso trovati a giocare gare con soli 7-8 giocatori a referto.

Se lasciamo però da parte punteggi e classifiche e prendiamo come riferimento l’obiettivo principe della stagione, cioè la crescita dei giovani, credo ci si possa ritenere decisamente più soddisfatti. Mi spiace solo che tutte le defezioni che ho prima elencato, oltre a costituire un problema numerico per gli allenamenti, abbiano avuto un forte impatto mentale, in negativo, su chi rimaneva e questo ha fatto sì che nella seconda metà della stagione non abbia potuto svolgere al 100% quello che avrei voluto. Ciò non toglie che potrei indicare numerosi giocatori cui ho visto fare passi da gigante.

Che campionato è stato quello appena concluso, ha risentito della crisi economica che sta attraversando anche il mondo del Basket?

Credo proprio di sì. Seguo la C regionale da 4 anni e il livello tecnico delle squadre si è notevolmente abbassato. Le squadre “strutturate”, ricche di giocatori di categoria (o addirittura di categorie superiori) sono rimaste ben poche e spesso si vedono formazioni piene di giovani, condotte solamente da 1 o 2 senior. Questo ovviamente ha anche un risvolto positivo, nell’ottica della crescita dei giovani siciliani. Ovviamente non si vede più la qualità dei diversi stranieri che popolavano la serie C e degli italiani che man mano si son ritirati o son passati a giocare in altre categorie.

Come hanno risposto i tuoi giovani che dai campionati giovanili sono stati proiettati alla ribalta di un campionato maggiore?

Per i miei ragazzi è stato un anno veramente ricco. Tutti impegnati su 2 campionati (in certi casi anche 3!), di cui uno, quello senior, lungo ben oltre le loro abitudini. Questo ha fatto sì che siano arrivati abbastanza stanchi, soprattutto mentalmente, al finale della stagione, ma questo è fisiologico e non mi sento di rimproverar loro nulla. Mi ha stupito invece la mancanza di timore nei confronti di avversari più grandi. Spesso ho visto i miei ragazzi fare a gare per chi doveva marcarsi il giocatore “famoso” di turno della squadra avversaria, e non si sono mai intimoriti per qualche legnata subita di troppo e che, anzi, erano subito pronti a restituire. Sempre, ovviamente, nei limiti della correttezza e della lealtà sportiva. Non vorrei sembrare un vittimista, ma in molte partite, invece, son rimasto scontento degli arbitri che hanno avuto atteggiamenti nettamente differenti con i miei “ragazzini”, rispetto a quelli che avevano con gli avversari con un po’ di barba in più.

Andando nel dettaglio, quali aspetti tattici pensi che la tua squadra abbia bene sviluppato nel corso della stagione e quali, invece, quelli in cui che avete fatto maggiormente fatica?

Qui rispondo con più facilità. Durante la preparazione molti miei giocatori avevano visto collaborazioni come, giusto per citarne una, il pick&roll (sia offensivamente che difensivamente) solo da spettatori. Pian piano, sistemando qualcosa in itinere, ho visto un miglioramento nella qualità di gioco d’attacco, al di la’ del canestro. Spesso è mancato solo quello: mi ricordo molte partite in cui costruivamo una grande quantità di tiri “aperti”, anche da 2 punti, che non venivano concretizzati in canestri. Una cosa che credo abbia funzionato molto bene è la difesa. Spesso difendendo a tutto campo a uomo, o con qualche zone-press, siamo riusciti a creare difficoltà ai nostri avversari. Ciò è testimoniato anche dal bilancio quasi sempre nettamente positivo delle palle recuperate. E dire che, una delle cose negative, per entrare sull’argomento, son stati proprio i palloni persi, spesso in maniera veramente banale per non dire stupida e, molte volte, in momenti decisivi. Ma purtroppo questa è una caratteristica fisiologica per ragazzi di 17-18 anni. Per rendere l’idea, mi riferisco ad esempio a palloni finiti in tribuna su un passaggio guardia-guardia, eseguito senza pressione difensiva, solo perché due dei miei giocatori non si guardavano.

La difficoltà più enorme è stata comunque contro le difese a zona che, soprattutto nel girone retrocessione, ci siamo trovati costantemente contro. Anche questa è una cosa fisiologica, vista l’età dei nostri atleti.

Chiudiamo la chiacchierata con Nino Colomba con un pensiero a piacere ….

Il mio cruccio più grande è la consapevolezza che molti elementi del gruppo l’anno prossimo non potranno essere schierati a causa del loro trasferimento fuori sede per poter studiare all’università. Credo che questi ragazzi, nel giro di 2-3 anni, sarebbero potuti diventare competitivi continuando a stare insieme e integrando qualche elemento. Voglio chiudere con un pensiero positivo comunque: in ogni caso credo che molti di loro continueranno a giocare e porteranno con sé il bagaglio di esperienza acquisita in questi 8 mesi. Spero anche che, per tutta la loro vita, si porteranno dietro il ricordo di una bella avventura, che ha visto sì anche momenti di difficoltà, ma che credo sia stata una parentesi intensa della loro vita, visti anche i bei rapporti in spogliatoio.

Ufficio Stampa