Domenica 4 maggio il presidente della Lega Pro Boxe Carlo Nori è stato  ospite del programma “Diretta Stadio… ed è subito goal” trasmesso  dalle 14.00 alle 18.00 dal circuito nazionale 7 Gold. Il presidente Nori  ha parlato della situazione del pugilato professionistico italiano, dei  risultati raggiunti dalla Lega Pro Boxe in quasi tre anni di attività  (fondata nell’ottobre 2010 è operativa dal 1° luglio 2011) e degli  obiettivi che si pone. Incalzato dagli ospiti che ricordavano i tempi in  cui Muhammad Ali era l’unico campione dei pesi massimi e il pubblico lo  idolatrava proprio per questo, Nori ha spiegato a loro ed ai telespettatori la situazione attuale delle sigle mondiali e dei loro  campioni: “Ammetto che è difficile per una persona che non segue  quotidianamente la boxe districarsi tra le varie sigle, ognuna delle  quali ha un suo campione del mondo ed è quasi utopistico sperare che una  sola federazione gestisca l’intero movimento (anche perché il movimento  è talmente vasto che una sola entità non potrebbe assorbirlo tutto). 
Esistono, però, dei campioni nettamente superiori agli altri che sono  riconosciuti come gli indiscussi dominatori della loro categoria di peso  sia dal grande pubblico che dalla stampa. Floyd Mayweather, ad esempio,  è l’indiscusso campione dei pesi welter. A nessuno importa che sia  riconosciuto campione del mondo solo dal WBC e dalla WBA e che esistano  altre due federazioni (la IBF e la WBO). Inoltre, si fanno spesso match  fra campioni di sigle diverse allo scopo di avere un solo campione per  categoria di peso. Quindi, è possibile avere un campione indiscusso pur  in presenza di diverse federazioni mondiali.”

Nori ha anche parlato dell’attenzione che i media italiani riservano al  pugilato: “I media non si occupano abbastanza del nostro sport. Uno dei  motivi per cui nasce la Lega Pro Boxe è proprio rilanciare la boxe sui  media. Siamo riusciti a coinvolgere diverse reti televisive nella  trasmissione in diretta o in differita delle manifestazioni. Alcuni  network — è il caso di 7 Gold — non si erano mai avventurati prima nella diffusione di match di pugilato. Ora vogliamo coinvolgere anche la  stampa cartacea e online, i conduttori di talk show, vogliamo ridare  alla nobile arte l’importanza mediatica che aveva negli anni Ottanta del  secolo scorso.”

Ufficio Stampa