Una vita per la pallavolo: frase trita e ritrita ma francamente non ci sono altre parole per sintetizzare la figura di Cristina Sartori, direttore sportivo del Neruda Volksbank Sudtirol che dopo 30 anni passati nelle palestre dell’Alto Adige ha deciso di smettere. Insegnante di educazione fisica, docente nazionale Fipav, è diventata allenatrice nel lontano 1981 e …

 

come coach è stata attiva fino al 2000, con tre anni di pausa. Poi ha cominciato ad assumere ruoli di supervisore, sempre nell’area tecnica, e infine  quando il Neruda ha iniziato la scalata alla serie A  è passata a funzioni più dirigenziali. E partiamo proprio dagli ultimi 6 anni di Cristina Sartori, persona dal carattere squisito e dalle eccezionali doti umane oltre che tecniche.
Il sodalizio con il presidente Rudy Favretto è iniziato sei anni fa partendo dalla serie C, dove siamo rimasti fino al 2011 quando si è messa in moto una ruota che in maniera travolgente ci ha portato in A2.
E infatti l’escalation della società  con sede storica a Bronzolo e nel tempo accasatasi a San Giacomo prima e al Palaresia di Bolzano è stata fulminante.
A maggio 2011 vinciamo la C, al primo anno di B2 con Andrea Bollini in panchina ci salviamo a tre giornate dal termine e nell’estate 2012 Favretto decide di comprare i diritti della B1. Con lui e con Fabio Bonafede come nuovo allenatore allestiamo una squadra per salvarci e invece nell’estate del 2013 ci ritroviamo  dopo aver vinto il campionato  ad essere ripescati in A2, in una realtà  mai raggiunta prima da una società  altoatesina e quindi totalmente sconosciuta. A tre giornate dal termine arriva la salvezza e addirittura ci giochiamo l’accesso ai playoff fino all’ultima partita: un’annata eccezionale.
Ricca di belle emozioni certamente, ma anche dispendiosa in termini di energie.
Infatti ho deciso di lasciare per una pura questione di stanchezza. Lo faccio serenamente e senza rimpianti, dopo più di 30 anni nel mondo della pallavolo ho solo bisogno di ritrovare un po’ di tempo per me stessa. La mia decisione comunque non è arrivata a ciel sereno: già  a inizio stagione avevo informato il presidente che sarebbe stato l’ultimo anno, cosicchè la società  ha avuto il tempo di trovare un sostituto e infatti poche settimane fa è arrivato Luca Porzio.
Oltre ai momenti prettamente sportivi come promozioni e salvezze, quali sono i ricordi più piacevoli?
I rapporti umani. Restando solo agli ultimi 6 anni al Neruda, ho visto passare in palestra più di 40 atlete. àˆ stato bellissimo sia vedere le giocatrici forestiere che portavano esperienza e si trovavano bene con noi, sia le atlete locali che sono cresciute in maniera incredibile fino a tenere benissimo il campo in A2. Sono due cose di cui la società  puಠessere orgogliosa e anch’io sono contenta di avere avuto un ruolo importante in questa splendida avventura.
A proposito di ruoli: a chi va il pensiero nel momento di lasciare?
Alle tantissime persone che ho incontrato in questi anni e in particolare ai compagni di viaggio più recenti: il presidente Favretto, coach Bonafede e il team manager Gerti Fink, ex giocatrice che sta facendo grandi cose anche come dirigente. A questo proposito posso assicurare che il Neruda è una società  ben strutturata e andrà  avanti tranquillamente anche senza di me. Io invece d’ora in poi d’estate potrಠgodermi quelle cose chiamate ferie¦.

Nella foto Cristina Sartori
Ufficio stampa
Paolo Florio