Un brusco stop quello subito per 40 a 2 allo stadio “Dorico” di Ancona da parte delle DiMedia Aquile. Diciamolo chiaramente, una prestazione da dimenticare, e un momento davvero delicato per la squadra estense; la crisi, se di crisi si può parlare, è dovuta al di là della sconfitta e del risultato finale apparso sul tabellone, dalla prestazione globale della squadra, che, nonostante le assenze e gli infortuni che pesano enormemente in alcuni reparti, ha evidenziato una totale mancanza di grinta, carattere ed intensità.

I Dolphins hanno vinto meritatamente e lo hanno fatto anche grazie ad un cinismo ed una cattiveria agonistica nettamente superiore a quella mostrata dalle Aquile. Cinismo e cattiveria agonistica che appaiono oggi più che mai indispensabili se si vuole ottenere il successo e conquistare la vittoria, soprattutto in un campionato, quello di prima divisione, dove nessuno fa sconti e ti regala nulla, dove il rispetto e l’onore te lo devi guadagnare sul campo in ogni singolo momento del match.

Doti e qualità che in un recente passato avevano contraddistinto anche le Aquile, ed avevano consentito, seppur in categorie inferiori, di raggiungere importanti traguardi.

Quasi novanta punti subiti e solo dieci realizzati (di cui quattro conquistati dalla difesa) sono il poco esaltante bottino ottenuto fino ad oggi dagli estensi. Sul banco degli imputati soprattutto il reparto offensivo che appare in grossa difficoltà, con una un “running game” deficitario che di fatto compromette l’efficacia delle giocate, rendendole prevedibili e scontate. Ad Ancona anche il quarterback Chris Treister ed il reparto dei receivers sono apparsi poco lucidi e non in perfetta sintonia, e questo ha ulteriormente complicato il cammino della squadra determinando di fatto l’esito finale dell’incontro.

Non essendo supportata dall’attacco, la difesa è spesso stata chiamata a compiere un lavoro straordinario; costretto ad arginare le giocate offensive degli avversarti per troppo tempo, il reparto si è logorato nel corso del match.

Anche l’intero coaching staff non è esente da critiche e responsabilità. Il gioco dell’attacco è oggi il punto su cui concentrare maggiormente gli sforzi; in particolare coach Gunn dovrà essere flessibile nel modellare la sua filosofia di gioco in funzione di esigenze particolari, senza alcun timore di modificare, eliminare, cambiare, introdurre e sperimentare nuove tattiche per risolvere il problema e trovare la chiave giusta per rilanciare il reparto.

“Quello che è mancato maggiormente è stato lo spirito con cui è stata affrontata questa partita e la mancanza di personalità evidenziata dai giocatori” sottolinea il defensive coach Luca Brunetti. “La squadra è apparsa priva di grinta e di quella necessaria convinzione nelle proprie capacità. Il risultato è ovviamente negativo ma ora sarà importante riflettere sui nostri errori per ripartite e ritrovare quell’equilibrio e quella determinazione indispensabili per ottenere la vittoria”.

Grinta, carattere ed intensità saranno quindi le parole d’ordine da cui ripartire. Ora le DiMedia Aquile sono attese da due partite, la prima in casa domenica prossima contro i Rhinos Milano e l’altra in trasferta a Roma contro i Marines Lazio, un pizzico più abbordabili. Potrebbero servire per dare altra luce al campionato.

Ufficio Stampa